AQUAMAN: TEMPO E ONDA (1995)

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RIPROPOSTA


AQUAMAN

Volume Brossurato, 96 Pg., L 12.000
Edizioni PLAY PRESS

Costo attuale (sul sito di fumetto-online)€ 4,80 € 8,00 (-40%)

Storie originali: Aquaman: Time and Tide #1-4 (1993-94)

Recensione di Marcello Vaccari

Aquaman è uno dei più longevi eroi della D.C., essendo nato nel Novembre 1941 in piena Golden Age (se non sapete cos’è comperatevi il fascicolo “Il Fumetto ha 100 Anni” prodotto da F.d.C.). Fino dalla sua prima apparizione, non ha mai brillato per originalità: Arthur Curry nasceva infatti dall’incontro tra la principessa di Atlantide Atlanna, ed un uomo della superficie Tom Curry, a somiglianza del Namor della Marvel, e questa similitudine non è mai riuscito a staccarsela di dosso, pur avendo avuto una vita editoriale più lunga. Anche se Aquaman non ha mai avuto una sua serie personale fino al 1962, ha comunque continuato ad apparire come personaggio di appendice su varie testate (Action Comics, Adventure comics) per tutti gli anni 40 e 50, mentre Namor era sparito dalla circolazione alla fine degli anni 40, per riapparire solo negli anni 60 sulle pagine di Fantastic Four, come loro antagonista. Solo da pochi anni Aquaman ha trovato una sua precisa personalità, ed a donargliela è stato Peter David.

La prima pietra

La prima pietra David l’ha posta nel 1990 con la miniserie “Le cronache di Atlantide”, nella quale ha narrato l’intera storia del continente perduto, dando finalmente un background solido al personaggio, e modificandone le origini.
Nelle Cronache, l’ultimo discendente della stirpe regnante, viene abbandonato, appena nato, in balia dell’oceano, solo perché ha i capelli biondi, cosa che per gli atlantidi è un marchio di infamia. Quell’infante, che viene poi salvato dai delfini, era proprio il nostro eroe, che quindi è figlio della regina Atlanna e dell’immortale Atlan, uno degli ultimi atlantidei ad avere conservato i poteri magici che nell’antichità erano peculiari di quella razza. David aveva lasciato in sospeso così quella miniserie, e nel 1993 ritorna a tessere la sua tela con la miniserie Aquaman: Time and Tide, dopo un “interregno” con una serie durata 13 numeri (peraltro non brutta), scritta da Shaun McLaughlin, che non era riuscito a dare spessore al personaggio. In questa mini, Peter David riprende il filo narrativo che aveva lasciato alla fine delle splendide Cronache di Atlantide. La storia procede per flashback, con Aquaman che, dopo avere letto l’ultimo volume delle cronache (quello scritto da sua madre), decide di continuare lui stesso la redazione dei fatti storici, e ricorda gli eventi cruciali della sua infanzia, finora inediti, fino al periodo in cui è stato il re di Atlantide. La personalità ed il carattere del personaggio vengono sviscerati molto bene da David, che ci propone gli avvenimenti che hanno contribuito a formarne la psicologia, fiera ma travagliata dalle tante tragedie vissute, ponendo nel contempo solide basi per le future avventure. Tra l’altro assistiamo anche alla prima apparizione ufficiale di Aquaman in pubblico, che vede la partecipazione del vecchio e mai dimenticato Flash – Barry Allen. La prosa di David è la stessa, epica che aveva utilizzato per le cronache, ed i disegni di Kirk Jarvinen sono più che discreti, anche se spesso tendono ad essere troppo caricaturali, quasi da cartone animato. Alcune tavole sembrano anche essere state realizzate con una certa fretta.

La miniserie viene proposta in volume dalla Play Press, ed è sicuramente un fumetto che merita di essere letto. In particolare non può mancare di farlo chi ha già apprezzato le Cronache di Atlantide (già stampate tempo fa proprio dalla Play in due volumi), uno dei migliori fumetti fantasy che io abbia mai avuto il piacere di leggere.

Il mensile regolare

Il mensile regolare, seguito alla mini, è iniziato in maniera sorprendente, con Aquaman che nel N°2 perde una mano spolpata fino all’osso dai Piranhas!!!!. Proprio per questo, decide di inserire un uncino al posto della mano perduta, che gli dà una maggiore grinta, e si rivelerà utile in molte occasioni. Nel corso della serie, David mette in scena tutti i personaggi “Acquatici” del cosmo D.C. (oppure legati in qualche modo ad Atlantide), a cominciare dalla bella e misteriosa Dolphin che diventa la sua amante, e non perde nemmeno l’occasione di far evolvere Aqualad, dal ruolo di spalla adolescente ad adulto responsabile ed anche molto potente, con una modifica radicale dei suoi poteri. Con una eccellente caratterizzazione dei personaggi, la serie è diventata corale, e procede come una storia unica, sempre in divenire (e non in blocchi narrativi), come succede anche con il suo Hulk. Non voglio togliervi il piacere di leggerla, ma vi posso anticipare che i maggiori colpi di scena sono famigliari (quasi da telenovela!), con il ritorno della moglie, la scoperta di un figlio (avuto con una eschimese), ed il ricongiungimento, piuttosto burrascoso, con il padre. A questo proposito si deve anche dire che David non ha completamente negato il passato di Aquaman, ma ha mantenuto tutti gli avvenimenti più importanti, come, ad esempio, la moglie Mera, che lo aveva abbandonato dopo la morte del figlio, ed alcune trame occorse in varie miniserie durante gli anni 80, nelle quali si era avuto anche un cambio di costume. Ottimi i disegni del giovane Egeland, aiutato ogni tanto dall’altrettanto bravo Calafiore, molto migliori di quelli della miniserie, pur con una certa carenza di sfondi. Egeland è un autore di grande espressività, che ha una innata capacità di disegnare i corpi da qualsiasi angolazione, senza mai perdere le prospettive, e riesce a fare recitare i propri personaggi tramite le espressioni facciali. Spero che il libro con la miniserie abbia un buon successo, così che la Play possa stampare anche il resto della serie regolare, che merita la traduzione molto più dell’80% dei fumetti che vengono pubblicati attualmente.

GIUDIZIO

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