SPECIALE JAMES BOND – PRIMA PARTE: L’AUTORE

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JAMES BOND

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Questo articolo in origine (1997-98) era molto lungo ed articolato, ed era stato diviso in più parti che comprendevano:
1. L’autore
2. I Romanzi e I fumetti
3. I film
4. Personaggi

A corredare il tutto una completa cronologia di TUTTO quanto uscito di 007 fino al 1998.

Mario Benenati, curatore di Glamazonia.it e curatore di Fumettomania Factory Magazine


IL SUO NOME E’ BOND !

Articolo di Rino Monreale

Esistono dei personaggi letterari (Sherlock Holmes, Tarzan, Arsène Lupin, Marlowe e tanti altri) che non faranno mai parte della “Grande Letteratura” (quella con le iniziali maiuscole), infatti queste opere non sono certo dei capolavori dal punto di vista culturale e letterario, ma nonostante questo, o forse proprio per questo, sono entrati nell’immaginario collettivo, influenzando persone, generando mode e abitudini più di tante opere colte.

Di questa categoria fa parte un personaggio come JAMES BOND, il più famoso degli agenti segreti moderni, che ha ormai oltrepassato i 40 anni della sua esistenza virtuale e pluri-sfaccettata. E dopo più di 40 anni, James Bond, in codice 007, è stato e rimane ancora l’agente segreto per eccellenza.

L’Agente 007 è infatti il tipico personaggio azzeccato che per la sua stessa vitalità sfugge di mano al suo creatore, passando dalla carta stampata, ai fumetti, al cinema, fino ad arrivare ai giochi di ruolo, e ai videogames, per poi tornare alla carta stampata. Una multi-medialità che ha reso il personaggio resistente: al passare del tempo, al variare delle mode, e soprattutto alle brutte storie.

L’AUTORE

James Bond nasce dalla penna forse non eccelsa di IAN LANCASTER FLEMING (si pronuncia ìan), gentiluomo inglese dal carattere affascinante e ombroso, cinico e malinconico, nato a Mayfair, Londra, il 28 Maggio 1908.

Di famiglia borghese e aristocratica, figlio di Valentine Fleming, noto deputato conservatore, e ufficiale della Riserva, secondo di quattro fratelli, dal carattere vivace e fantasioso, Ian dimostra una notevole irrequietezza fin dalla gioventù.

Nel 1917 (a nove anni), il padre venne ucciso durante una azione tedesca in Piccardìa.

Entrato a Eton a tredici anni per gli studi medi, il giovane Fleming li terminò con difficoltà. Infatti egli si distinse in campo sportivo, tanto da essere citato come il miglior atleta del periodo uscito da Eton; ma non in quello del profitto, nel quale era sovrastato dal fratello maggiore, Peter. Fu un crescendo continuo di assenze ingiustificate, situazioni incresciose, e guai con donne e automobili, che spinsero la madre a iscriverlo all’Accademia Militare di Sandhurst.

Ma la vita dell’Accademia non era fatta per lui; così dopo solo un anno venne precipitosamente ritirato a causa di una fuga notturna per una donna.

Nel 1928 la madre delusa tolse a Ian l’appannaggio mensile, e lo inviò a Kitzbuhel (Austria), presso due coniugi inglesi che dirigevano un “pensionato” per studenti, e che gli fecero da tutori. Immerso in un ambiente libero e stimolante, ben diverso da quello inglese, il suo profitto migliorò; divenne inoltre un appassionato di alpinismo e sci, sport che torneranno spesso nei racconti di 007. In seguito, frequentò i corsi di Politica Estera alle Università di Monaco e di Ginevra (con soddisfazione della madre).

Nel 1931 entrò nell’Agenzia di Stampa “Reuter”, per la quale fu anche corrispondente da Mosca durante il processo contro gli ingegneri della società elettrica Vickers (società a cui apparterrà anche Andrew Bond, padre di James); in quella occasione Fleming si fece notare per lo stile fantasioso in cui redigeva gli articoli.

Nel 1933 lasciò il giornalismo per il mondo della finanza perché, come disse lui stesso, “avevo deciso che dovevo fare denaro”. Fu agente di borsa e promotore finanziario fino al 1939. Parlantina raffinata, modi eleganti, e una istintiva capacità per gli affari, Fleming si inventò tra i primi un mestiere che tira ancor oggi: quello del “consulente finanziario”; e centrò l’obbiettivo, tanto che rimase socio della Rowe & Pitman fino al 1945.

In quegli anni Fleming visse la vita più moralmente dissoluta e sregolata che uno scapolo di buona famiglia potesse vivere a Londra. Fondò il club “Le Cercle” dedicato ai cultori della gastronomia e dei giochi d’azzardo (nel film “Licenza di Uccidere“, la prima apparizione di James Bond avviene proprio all’interno del club “Le Cercle”); inoltre si mise a collezionare libri rari fino a possedere una collezione di notevole valore, appetita anche da alcuni musei; in società Fleming teneva un atteggiamento affascinate e sarcastico, scontroso e malinconico che attirava le donne, infatti in questo campo poté vantare un notevole successo. Bello e attraente (era fisicamente somigliante all’attore James Woods), Fleming non si faceva scrupolo di usare le donne come oggetti di piacere per poi scaricarle e sfuggirle con disprezzo.

Nel 1939 tornò al giornalismo come inviato speciale del TIMES a Mosca.

Non è chiaro il ruolo svolto da Fleming a Mosca in questa occasione, forse era già in rapporto con i servizi segreti.

Nell’aprile del 1939, ai primi bagliori di guerra, egli rientrò in patria, e accettò la proposta di entrare nel N.I.D. (Naval Intellicence Department) il Centro Informazioni della Marina che allora era in fase di potenziamento.

Fleming lavorò per tutta la durata della guerra, fino alla fine del 1945, come Assistente del Direttore del Servizio, con il grado di Tenente prima, e Comandante poi, svolgendo il suo incarico quasi esclusivamente da dietro una scrivania.

Fleming fu un elemento importante per il N.I.D., egli si impadronì dei metodi e delle logiche che regolavano il Servizio rapidamente, e vi aggiunse qualcosa di suo. Eccentrico e fantasioso nei metodi, Fleming trascorse quegli anni facendo da “regista” a tutta una serie di operazioni che in seguito gli consentiranno di mettere a fuoco il personaggio di 007 in maniera credibile.

E’ da ricordare, in quel periodo, il dono del Generale Donovan (USA), una pistola sulla quale era incisa la scritta “For Special Service”, per il contributo dato nella costituzione e organizzazione dell’OSS (divenuta poi CIA).

Dal 1946 al 1959 lavorò per la KEMSLEY HOUSE, la catena di giornali di Lord Kemsley proprietaria anche del SUNDAY TIMES, come Capo dei Servizi Esteri. Unica clausola pretesa: due mesi di ferie pagate all’anno, che egli trascorreva in Giamaica a “Goldeneye”. Fleming infatti si era innamorato del luogo nel ’44 durante un viaggio per il Servizio; rapidamente egli aveva fatto comprare sei ettari di terreno che davano sulla baia di Oracabessa (lett.: Testa d’oro), in seguito su quel terreno fece costruire una ampia villa quadrata a un piano in stile locale, battezzata GOLDENEYE, in ricordo di una missione del N.I.D. dallo stesso nome.

In questo periodo iniziano i suoi problemi di salute, ai calcoli renali si aggiungono i problemi cardiaci, problemi dovuti tutti alla vita sregolata da lui condotta: le oltre sessanta sigarette al giorno appositamente confezionate per lui da Morland (lo stesso fornitore di Bond), e i giganteschi martini che a partire dalle sei di sera beveva con dosi sempre più forti di gin o vodka. Tra alterne vicende mediche, il suo stile di vita non mutò più di tanto, scetticamente convinto che “la vita è fango e panna… e va aspirata a piene boccate”.

Nel marzo del 1952 Ian Fleming sposa Anne Geraldine Rothermere, nata Contessa CHARTERIS, l’unica donna che ad alterne vicende sia riuscita a mantenere una relazione con lui fin dal 1941. Si dice che Fleming si sia sposato per soffocare uno scandalo: quale? la nascita di Robert Caspar Fleming, avvenuta nell’agosto del 1952. Secondo le biografie però egli era realmente innamorato di Lady Anne, ma era anche impaurito da questa nuova situazione.

In realtà Fleming un po’ spaventato dal matrimonio, cercò di sfuggire la moglie mettendosi a scrivere, seguendo così il consiglio di diversi amici, scrittori e letterati che lo avevano spronato a questo da tempo.

(Nel 1953 diede alle stampe “CASINO ROYALE” nel quale faceva la sua prima apparizione l’agente 007.)

Sulla nascita di James Bond, Anne Fleming, così racconta:

<<James Bond nacque in Giamaica a “Goldeneye”. Nel 1952 ci andammo per due mesi di vacanza (in viaggio di nozze: N.d.R.), ma due mesi sono troppo lunghi per dedicarsi solo al mare e al sole. Fu allora che Ian decise di mettersi a scrivere un romanzo, mettendo a punto uno schema di lavoro a cui si sarebbe attenuto fino alla sua morte. Nonostante la sua irrequietezza era un uomo che apprezzava una certa routine nel lavoro.

Così alle 7,30 si alzava, beveva un succo d’arancia e andava a fare una nuotata, al ritorno si radeva e faceva colazione, e alle 9,30 si metteva al lavoro fino alle 11,30. La sera poi quando era già buio correggeva quello che aveva scritto al mattino>>.

(In realtà Fleming un po’ spaventato dal matrimonio, cercò di sfuggire la moglie mettendosi a scrivere, seguendo così il consiglio di diversi amici, scrittori e letterati che lo avevano spronato a questo da tempo.)

Così nel 1953 egli diede alle stampe “CASINO ROYALE” nel quale faceva la sua prima apparizione l’agente 007.

A partire da quel momento i volumi si accumularono al ritmo di uno all’anno, due furono addirittura pubblicati postumi (L’UOMO DALLA PISTOLA D’ORO e OCTOPUSSY). Tutta la vicenda editoriale fu però molto meno semplice di quanto non sembri suggerire questa cronometrica regolarità; come meglio specificato nel capitolo seguente.

Autore di quattordici romanzi (comprese le due raccolte di racconti SOLO PER I TUOI OCCHI e OCTOPUSSY), che hanno tutti come protagonista l’agente Bond. Fleming scrisse anche IL TRAFFICO DI DIAMANTI, un libro-dossier sul traffico di diamanti in Sudafrica basato sulle testimonianze di un ex-agente della “International Diamond Security Organization“, e CHITTY CHITTY, BANG BANG, una divertente fiaba moderna che ha come protagonista una macchina magica.

Dei suoi romanzi, tradotti in almeno trenta lingue, sono state vendute a tutt’oggi dagli ottanta ai cento milioni di copie in tutto il mondo (una stima prudenziale), e vengono costantemente ristampati; ma tutto questo è un pallido successo se confrontato con il “caso” cinematografico.

Mi sono dilungato sulla biografia, per far capire quanto di Fleming c’è in James Bond; l’autore ha riversato sul personaggio tutto se’ stesso, le sue esperienze, il suo stile, il suo modo di intendere la vita.

Fleming morì il 12 agosto 1964, per attacco cardiaco, all’età di 56 anni; le sregolatezze di una vita intera chiesero il loro tributo, e il “granchio di ferro” (la morte, come lui la chiamava) si chiuse su di lui, proprio quando il successo di portata mondiale stava per travolgere lui e la sua creatura; ma ormai James Bond non aveva più bisogno di lui, era entrato nella leggenda.

LO SVILUPPO DEI DIRITTI DI

Come già accennato le disavventure editoriali a cui andò incontro Ian Fleming, nel corso della sua carriera di scrittore, furono parecchie.

Le cose andarono male fin dall’inizio. Dopo l’uscita di “CASINO ROYALEnel 1953, Fleming espresse il desiderio di vendere i diritti cinematografici del romanzo, che aveva riscosso un discreto successo, nonostante le stroncature. Così nel 1954, dopo una prima opzione andata a monte, la rete televisiva CBS offrì “ben” 1000 $ per i diritti di un adattamento televisivo.

Così nel 1954 il primo Bond della storia del cinema comparve sul piccolo schermo: era un episodio di un’ora, inserito nella serie Climax Mistery Theater” con Barry Nelson nella parte di James Bond, Linda Christian (moglie di Tyrone Power) in quello di Vesper e Peter Lorre (caratterista famoso per le sue parti di cattivo) in quella di Le Chiffre; nonostante gli ascolti notevoli, fu un’opera ben poco interessante e stimata ancora meno. Così Bond venne presto dimenticato.

In seguito i diritti sul romanzo furono ceduti a Gregory Ratoff, attore-regista di origine russa, che però non riuscì a portarlo sullo schermo. I diritti passarono poi al produttore Charles Feldman, che realizzò il noto film parodia distribuito dalla Columbia nel 1967; e così CASINO’ ROYALE rimase fuori dalla cronologia ufficiale dei film di 007. Da tutto questo traffico Fleming, guadagnò solo altri 6000 $.

Nel 1954 un produttore britannico acquista una opzione su LIVE AND LET DIE, ma poi il progetto viene annullato.

Nel 1955 si tentò, senza successo, di vendere i diritti di MOONRAKER alla RANK.

Fleming, sempre convinto della potenzialità del suo personaggio, si sentiva deluso e frustrato dalla situazione, ma era preso anche da una impazienza immotivata; egli stava quindi pensando di smettere dopo DIAMOND ARE FOREVER, pensando di aver esaurito le idee.

Ma la situazione non era cosi preoccupante, anche se i suoi libri vendevano solo in Inghilterra, era solo una questione di tempo, in U.S.A. infatti vennero pubblicati “solo” nel 1955.

Proprio nel 1955 egli incontrò a Londra, Raymond Chandler (lo scrittore americano di origine inglese creatore di Philip Marlowe), dopo un invito a pranzo (a cui Chandler si presentò già ubriaco), e nonostante i reciproci caratteri, notoriamente difficili, tra i due scattò un certo interesse, che proseguì in un rapporto epistolare, fu proprio Chandler che lo stimolò a proseguire, cercando nuove fonti di ispirazione nelle cose che lui conosceva, il risultato fu FROM RUSSIA, WHIT LOVE, il suo romanzo migliore.

Nel 1956, per evitare le esperienze e i problemi avuti in precedenza, Fleming fonda la GLIDROSE, la società che da allora in poi si occuperà, della gestione dei diritti per tutto ciò che riguarda James Bond.

Quell’anno un produttore della N.B.C. chiese a Fleming di scrivere un soggetto per una avventura da inserire nella serie “Commando Jamaca”, la serie fu annullata, ma lo “script” mai utilizzato venne cannibalizzato dall’autore, diventando la base del romanzo DOCTOR NO.

Nel 1957 Fleming ebbe un momento fortunato, la cessione dei diritti, di tutti i romanzi al DAILY EXPRESS per l’adattamento a strisce giornaliere.

Nel 1958 la C.B.S. rinnovò il suo interesse per James Bond, e progettò una serie di telefilm sull’agente 007, e chiese allo scrittore di preparare i soggetti per sei episodi. Fleming, che a quanto pare non aveva fatto tesoro delle esperienze precedenti, accettò; anche in questo caso la serie fu annullata. Ancora una volta Fleming riutilizzò il lavoro fatto, trasformando i soggetti nei racconti brevi di FOR YOUR EYES ONLY e OCTOPUSSY.

Nel 1959 un altro progetto abortito: un film di novanta minuti tratto da FROM RUSSIA WHIT LOVE con James Mason nella parte di Bond.

Quell’anno Fleming conobbe il sedicente regista Kevin McClory; cosa che si trasformò per lui in una vera disgrazia. Sempre intenzionato a portare James Bond sugli schermi, Fleming decise di scrivere una sceneggiatura in tandem con lui, per un film dal titolo “James Bond, Secret Agent”. In realtà McClory vantava limitate esperienze nel campo: alcune aiuto-regie, alcune co-sceneggiature e un unico film che fu letteralmente distrutto dalla critica e ignorato dal pubblico; ma probabilmente egli aveva visto la buona occasione da sfruttare.

La sceneggiatura richiese parecchio tempo, a causa dell’incapacità professionale dei due, e l’apporto di un professionista delle sceneggiature (Jack Whittingham), ma alla fine ne risulto un lavoro di grande qualità.

Ma tutto ciò non trovò nessun produttore interessato, nonostante i numerosi tentativi fatti. Per non sprecare una ottima storia, Fleming ancora una volta, utilizzò lo “script” trasformandolo in THUNDERBALL; senza avvisare del fatto il partner.

Lo scrittore pubblicò in buona fede il romanzo, ma all’uscita del libro McClory lo denunciò per violazione del diritto d’autore, e la vicenda si concluse in tribunale.

La giustizia inglese riconobbe a Fleming il diritto di inserireil romanzo nella collana “Agente 007” con l’obbligo però di specificare che era basato su un soggetto cinematografico di Fleming, McClory e Whittingham, il tribunale riconobbe inoltre a Fleming tutti i diritti letterari, mentre riconobbe a McClory i diritti cinematografici provenienti dalla sceneggiatura. Furono proprio quei diritti che tornarono in ballo nel remake MAI DIRE MAI (Never Say Never Again).

Nel marzo del 1960 un incontro fortuito e l’interessamento della comune amica Marion Leiter gli procurarono un invito a cena dal senatore John F. Kennedy. Fleming che quando voleva far colpo sapeva essere irresistibile, affascinò i padroni di casa e i loro ospiti. Con quella cena Fleming fece uno degli investimenti più fortunati della sua vita. Infatti nel 1961, dopo le elezioni, la rivista LIFE pubblicò una intervista al neo presidente, che conteneva anche l’elenco dei suoi 10 libri preferiti. Al nono posto dopo “Il Rosso e il Nero” di Stendhal c’era FROM RUSSIA, WHIT LOVE, da allora per Fleming e per James Bond la strada fu tutta in discesa.

Anche il futuro cinematografico di James Bond si stava rapidamente avvicinando, infatti all’orizzonte erano comparsi due signori dalle idee chiare: Harry Saltzman e Albert Broccoli.

BIBLIOGRAFIA

THE JAMES BOND DOSSIER Kingsley Amis Jonathan Cape Ltd 1965
LA VITA DI IAN FLEMING John Pearson Garzanti 1965
IL CASO BOND Umberto Eco
Oreste Del Buono
Garzanti 1966
JAMES BOND, MISSIONE SUCCESSO Massimo Moscati Ed. Dedalo 1987
THE INCREDIBLE WORLD OF 007 Lee Pfeiffer & Philip Lisa Citadel Press 1995
IL MIO NOME E’ BOND Antonello Sarno Editrice Il Castoro 1996
IL MIO MOME E’ BOND… “Il Mondo di 007” (Catalogo) Fabbri Editori 1996
JAMES BOND EROE CON STILE Autori Vari Octavo
1996