RIPROPOSTA
3×3 OCCHI
autore: Yuzo Takada
recensione di Marcello Vaccari
CRONOLOGIA (link da modificare)
Quarta serie – la leggenda di Trinetra
La storia di 3×3 occhi è veramente molto complessa, così non guasterà più di tanto la lettura di un breve sunto di quello che accade. Tutta la saga è divisa in parti che possiamo chiamare “serie” come ha fatto la Star Comics, o anche “volumi“, che a loro volta contengono delle storie in più puntate. In Italia abbiamo visto le prime tre serie complete, mentre la quarta è ancora in via di pubblicazione in Giappone. Tutte tre le serie hanno un inizio abbastanza indipendente ed un finale che, pur lasciando molto in sospeso, è sufficientemente definitivo; tanto che anche le serie degli OAV sono state organizzate nello stesso modo. Takada è stato bravissimo ad introdurre in ogni serie successiva un elemento tale da stravolgere completamente la saga, il che mantiene sempre elevato l’interesse del lettore.
La prima serie
La prima serie serve essenzialmente ad introdurre i personaggi ed il mondo in cui vivono, ed a definire qual è la loro missione. La storia ha inizio a Tokyo quando Yakumo Fujii, un normale ragazzo di 16 anni, incontra una ragazza apparentemente cinese, sporca e poveramente vestita. La aiuta a riprendere la borsa che gli era stata scippata da un ladruncolo, e con stupore viene a sapere che la ragazza cerca proprio lui, e porta una lettera di suo padre. Nella lettera il padre gli spiega quello che sa sulla razza dei Sanzhiyan Hum Kara, e lo prega di aiutare Pai, ultima esponente di quella razza, a ridiventare umana, utilizzando la “statua dell’umanità“, che si trova ad Hong Kong. Yakumo non vuole saperne, anche se rimane piacevolmente colpito dalla bellezza di Pai, una volta ripulita e truccata. Contemporaneamente un demone alato, uscito dal bastone di Pai che era stato rubato, sta terrorizzando la città. La ragazza cerca di fermarlo, ma il demone sembra non riconoscerla e si avventa contro di lei. Yakumo si getta al salvataggio, ma viene afferrato dagli artigli del demone e sventrato. Ormai è praticamente morto quando Pai compie una azione disperata per salvarlo: il suo terzo occhio si apre ed assorbe l’anima del ragazzo. Il demone rientra nel bastone riconoscendo finalmente la sua padrona, mentre Pai si accascia piangendo sul corpo straziato di Yakumo. Poco dopo il sangue sparso per la strada inizia a rientrare nel suo corpo, che in pochi minuti guarisce da tutte le ferite. Contemporaneamente appare sulla sua fronte uno strano ideogramma, il Wu: il simbolo del nulla. Yakumo si sveglia incredulo di essere ancora vivo, con Pai addormentata sulle sue ginocchia, e decide così di aiutarla. Da questo momento iniziano per i due una lunga serie di peripezie, che li porteranno prima ad Hong Kong alla “Agenzia degli Incantesimi“, poi di nuovo a Tokyo, ed infine di nuovo ad Hong Kong. Durante queste avventure iniziamo ad apprendere alcuni dei segreti dei Sanzhiyan, compreso quello dell’immortalità di Yakumo, che scopre di poter guarire da tutte le ferite non importa quanto gravi, mentre tra i due ragazzi inizia a cementarsi un rapporto che va ben oltre l’amicizia. Ed infatti, nell’ultimo episodio della prima serie, Yakumo riesce a dichiararsi a Pai, ed i due si baciano per la prima volta. Ma quello è in realtà un bacio d’addio, perché Pai decide di andare da sola ad affrontare quello che si rivelerà essere il loro nemico numero uno: Benares. Nella battaglia entrambi i contendenti scompaiono senza lasciare traccia, ed il povero Yakumo si ritrova solo e abbandonato, ed inizia la ricerca della ragazza che durerà ben quattro anni. Infatti è questo il lasso di tempo che passa tra l’ultimo episodio della prima serie ed il primo della seconda serie. Questa prima serie è ben scritta, con un ritmo incalzante, e ben disegnata da Takada, il cui segno è già maturo e convincente. Riesce a catturare molto ben l’interesse del lettore, svelandoci a poco a poco vari misteri, e facendoci conoscere quasi tutti i personaggi principali della saga.
La seconda serie.
La seconda serie inizia quando Yakumo riesce infine a ritrovare Pai. Dopo averla cercata in lungo ed in largo per tutta la Cina, la ragazza era invece proprio a Tokyo (patria di Yakumo). Qui troviamo un ragazzo molto cambiato, con un abbigliamento attrezzato per la battaglia (con dei bracciali che contengono lame affilate e possono sparare una fune uncinata), che ha imparato le arti marziali ed anche qualche utile magia. Ma la Pai che trova non è più la stessa. Apparentemente la ragazza ha perso la memoria, ed è stata adottata da due anziani coniugi, che hanno perso in un incidente il figlio con sua moglie e la nipotina, che somigliava moltissimo a Pai. Ecco quindi che ottiene anche un cognome, Ayanokoji, vive una vita come un qualsiasi essere umano e frequenta normalmente una scuola giapponese, dove al momento della sua entrata in scena, è al primo anno del liceo. Decide di trovarsi un ragazzo tramite un annuncio su di un settimanale (nel quale, tra l’altro, dichiara di avere 15 anni), e questo, oltre a far si che Yakumo la trovi, risveglia anche l’interesse di alcuni demoni, che evidentemente la riconoscono. Yakumo , dopo non poche discussioni, riesce a far capire a Pai che non è un essere umano, ed infine a risvegliare il terzo occhio. Ma anche il triclope ha perso la memoria, e quando prende possesso del corpo di Pai scorrazza per la città in groppa ad un demone volante, seminando il panico. Solo tramite l’artiglio di Shiva, un amuleto che Yakumo ha trovato chissà dove, Pai riesce a controllare il terzo occhio, impedendo che si apra. Dopo che Pai ha avuto l’inconfutabile prova di non essere umana, i due partono per un viaggio allo scopo di farle recuperare la memoria, e, dopo varie peripezie, arrivano a scoprire il mitico santuario di Kun Lun, nascosto in un’altra dimensione da cui si accede solo tramite speciali manufatti magici. Nel santuario veniamo a sapere che il nome da triclope di Pai è Palbati IV, e che era la promessa sposa di Shiva, il malvagio triclope (padrone del Wu Benares) che aveva sterminato tutta la sua razza, ed era infine stato imprigionato in una pietra sacra posta nel santuario stesso. E’ qui Takada infila il suo colpo di genio, perché Pai viene a sapere di essere in realtà Hua She, un demone a forma di serpente, utilizzato da Benares per imprigionare la personalità della triclope, perché non interferisse nei suoi piani. Il finale della serie è molto bello, con Hua She combattuto tra la volontà di mantenere l’umanità che aveva ottenuto, ed in particolare l’amore per Yakumo, e la necessità di fermare Benares, risvegliando Pai e sacrificando così la propria felicità. Questa seconda serie è sicuramente la migliore, con una elevatissima tensione che viene mantenuta dall’inizio alla fine, ed un finale a sorpresa, veramente molto azzeccato. Ottimo l’equilibrio tra le componenti della storia, quella avventurosa, quella romantica e quella fantastica/horror.
La terza serie
All’inizio della terza serie, Palbati ha deciso di rimanere nel santuario per riprendersi, e Yakumo è tornato a casa sua a Tokyo, dove segue un corso di cucina. Ma questa normalità è di breve durata, e dopo pochi mesi Pai è costretta a tornare in scena per richiudere un passaggio del santuario, che si è aperto lasciando uscire un terribile demone. Il tutto è però stato ordito da Madame Huang Shun Li, al solo scopo di far tornare Pai al nostro mondo, per poterla controllare a piacimento. Ancora una volta inizia una serie di avventure, che hanno come scopo la ricerca di informazioni sul come usare la statua dell’umanità per far tornare umani i due ragazzi. Ed in effetti i due riusciranno ad ottenere queste informazioni, ma lo faranno in un modo decisamente traumatico. Toccando un frammento della pietra magica che aveva contenuto lo spirito di Shiva, Pai cade in coma, costringendo Yakumo ed il temporaneo alleato Khan a separarsi dal proprio corpo per entrare nella sua mente. Si ritrovano così dentro un mondo creato dai ricordi di Pai, al tempo in cui lei era una bambina, e la razza dei triclopi era ancora florida. Sotto i loro occhi si svolgono quindi gli avvenimenti salienti di quella razza, compresa la trasformazione del buon Shiva nel crudele Gui Yan Wang. In tutta la terza serie, che è molto più lunga delle precedenti, questa è la storia migliore, dove vengono anche svelati quasi tutti i segreti dei Sanzhiyan Hum Kara, e quelli di Pai in particolare. Il dato saliente è che per fare diventare umano un triclope ne servono tre, e quindi è praticamente impossibile visto che Pai è l’unica rimasta, ma Il finale della terza serie in pratica riporta tutto come era all’inizio, visto che si scopre che Benares è ancora vivo e Gui Yan Wang è in libertà. Quindi per compiere il rito dell’umanità bisognerebbe trovare un terzo triclope. La terza serie è molto più frammentaria delle prime due, e risulta composta da alcuni archi di storie abbastanza indipendenti. Solo l’ultima parte è al livello delle precedenti, la lunghissima “Le illusioni del sacro demone”, dove riusciamo finalmente a sapere la vera storia della razza dei Triclopi. Comunque il finale è molto più aperto e più deludente di quelli già visti, e questo è ancora più sorprendente se si pensa che l’autore aveva deciso di terminare così l’intera serie. Per fortuna l’editore lo ha convinto a proseguire, così anche noi potremo prima o poi vedere il seguito di questo splendido manga. Una menzione particolare meritano le splendide copertine; Takada è un eccellente illustratore, e le sue copertine sono veramente molto belle, con splendidi colori ed una grande fantasia di composizione. Anche la maggior parte delle illustrazioni all’interno, anche se riprodotte purtroppo in bianco e nero, sono bellissime.
La leggenda di Trinetra
Dopo oltre un anno di astinenza, torna finalmente ad uscire 3X3 Occhi, con l’inizio della quarta serie, chiamata Trinetra. Dopo una breve introduzione con tre episodi dove Pai e Yakumo sono praticamente assenti, e la protagonista principale è Natsuko divenuta un’insegnante del liceo, la storia riprende la sua corsa regolare, con i due impegnati a cercare il nascondiglio di Benares per impedire il risveglio di Gui Yan Wang. Per farlo decidono di risvegliare la memoria di Hua She ovvero colei che era stata Pai nella seconda serie, ed ora vive come una comune studentessa con il nome di Yoko Ayanokoji (Pai per gli amici). Yoko non ricorda più Yakumo, ma appena lo vede qualcosa si risveglia in lei, ed improvvisamente si rende conto di amare quello strano ragazzo. Quando la memoria le ritorna completamente, ricorda i momenti passati insieme, e decide di non lasciarlo più, andando a formare un triangolo piuttosto interessante con la frastornata Pai, che trova i due mentre si stanno baciando (e Yoko è nuda!!!). La cosa è complicata ancora di più dalla personalità di Palbati, che si scopre ad essere gelosa di Yakumo. Un inizio decisamente interessante per questa quarta serie. Speriamo di non dover aspettare anni per poter leggere anche i restanti volumi!.
Erotismo
Inizialmente la storia ha frequenti ammiccamenti erotici: a parte il lavoro di Yakumo nel bar di gay, troviamo abbastanza di frequente Pai in abiti piuttosto succinti o semi-strappati. Inoltre alcune ragazze che fanno da personaggi di contorno si trovano spesso completamente nude, come Natsuko e Mei Xing (tra l’altro entrambe hanno una cotta per Yakumo), e Madame Huang svolge riti satanici con un costumino che non copre praticamente nulla. Nessuno di questi atteggiamenti è però mai gratuito, ma sempre perfettamente inserito nella storia, che quindi non ne viene mai disturbata, ma semmai arricchita. Questo erotismo si va però via via stemperando, è già minore nella seconda serie, ed è quasi assente nella terza. Nella quarta serie, sembra ritornare ancora alla ribalta, e tutto sommato è un bene, perché contribuisce a rendere più varia ed interessante tutta la saga.
LA SERIE ANIMATA
Come per tutti i manga di successo, anche 3×3 occhi ha avuto una trasposizione animata. Visto che ultimamente il mercato delle serie televisive in Giappone è un poco in crisi, sono stati prodotti direttamente degli OAV (Original Anime Video) per il mercato delle videocassette. Ne sono uscite due serie, che ricalcano esattamente la trama delle prime due serie del manga. La prima è composta di 4 episodi da 30 minuti, e da noi è stata raccolta il due cassette con due episodi ciascuna. Stranamente, visto che Takada ha un disegno già molto in stile “cartoon”, il character design non è molto fedele all’originale, e questo disturba un poco chi ha già letto il fumetto. Inoltre un eccessivo uso di ombre sui visi dei personaggi li rende un poco strani. La trama cerca di inserire in sole due ore tutto quello che Takada aveva messo in un fumetto molto più lungo e già piuttosto veloce, e ne risulta quindi un’azione troppo frenetica, ed, a volte, un poco confusa. Chi ha già letto il manga avrà di sicuro meno problemi a capire la storia, ma in compenso si stupirà per l’eccessiva compressione dei vari episodi, che risulta un poco fastidiosa. L’episodio migliore è l’ultimo, sia per il bel finale, che per la maggiore calma della narrazione. Comunque la realizzazione è molto accurata, con un’ottima animazione e bei disegni, anche se a volte un poco scuri. La seconda serie è decisamente migliore, sia per la bellezza della storia, sia perché lo stesso Takada ne ha realizzato la sceneggiatura, semplificandone la trama in modo che non risulti così convulsa come nella prima serie. Tre OAV da 45 minuti (anche se l’ultimo è un poco più lungo, quasi 50 minuti) compongono questa uscita, con un character design decisamente più pulito (anche se sempre lontano da quello originale), e disegni molto più luminosi. Sempre ottima l’animazione, e stavolta la fluidità della narrazione rende molto più gradevole la visione anche a chi ha già letto il fumetto, visto che Takada ha introdotto qualche elemento divergente dalla versione su carta. Splendido il finale, identico a quello del manga. Il giudizio complessivo è molto positivo, anche se è molto meglio la seconda serie rispetto alla prima. Stiamo ora aspettando trepidanti l’uscita della terza serie.