Sopra: la prima tavola di Jonas Fink – l’infanzia, tratta dal n.1 della rivista Il Grifo |
sopra: la copertina del volume della Lizard (inverno 1997) |
sopra: Il primo numero della rivista Il Grifo (aprile 1991), in cui apparve il primo episodio di Jonas Fink, intitolato ‘la cicala’ |
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Praga 1950. E’ una splendida giornata d’agosto, quando la famiglia Fink, padre, madre e figlio, trascorre in campagna gli ultimi momenti felici. Passeranno pochi mesi e il padre verrà arrestato dalla polizia e incarcerato per ragioni politiche. Così inizia Jonas Fink – L’infanzia, la storia di Vittorio Giardino pubblicata in Italia dalle Edizioni Lizard nell’inverno del 1997, in edizione cartonata.
L’Infanzia è la prima storia di tre dedicate a Jonas Fink previste dall’autore, e risale addirittura al 1991, quando la rivista Il Grifo ne iniziò la pubblicazione a puntate (senza, peraltro, portarla a termine). Da allora, fino all’inverno del ’97, nessun editore italiano fu disposto a pubblicarla, mentre trovò modo di farsi ben apprezzare sia in Francia e che negli Stati Uniti, dove venne edita in volumi cartonati. Le difficoltà che trovò ad approdare sugli scaffali delle librerie italiane, sono probabilmente dovute sia alla grande crisi che ha colpito il fumetto italiano, e soprattutto il cosiddetto “fumetto d’autore”, in questi ultimi dieci anni, sia ad altre ragioni più strettamente legate alle strategie editoriali, che hanno segnato la drastica riduzione dei libri cartonati e brossurati prodotti in Italia.
La storia, disegnata con il tratto ‘pulito’ e ricco di dettagli, tipico di Vittorio Giardino, che deve molto allo stile della ‘Ligne Claire’, è ambientata a Praga negli anni ’50-’60, nel periodo del cosiddetto ‘comunismo reale’.
L’ambientazione praghese, infatti, non deve trarre in inganno. Non fa da sfondo, ad una vicenda magica, come nelle tradizioni di questa città misteriosa, e neppure da luogo ad atmosfere surreali come quelle descritte nei romanzi di Franz Kafka o di Gustav Meyrink.
Jonas Fink, un giovane ebreo cecoslovacco dell’età di tredici anni, assiste all’arresto del padre imputato di attività sovversive nei confronti dello stato. Da quel momento, lui e sua madre, in ragione della loro appartenenza alla classe borghese e delle loro origini ebraiche, dovranno subire tutta una serie di discriminazioni che li porterà ad affrontare varie vicissitudini.
Nell’ideare questa storia, Giardino ha preso spunto dall’esperienza vissuta quando, allora giovane ingegnere, si trovò a passare, per motivi di lavoro, in quei luoghi e venne a contatto con la realtà della vita d’oltrecortina.
Questo racconto, pur rimanendo un opera a sfondo storico, in quanto cronaca di un periodo descritto tramite le vicende dei protagonisti, si presta anche ad una lettura politica, essendo ambientato in un periodo abbastanza recente (il cosiddetto crollo del muro di Berlino, che segnala fine dei ‘governi comunisti’, è datato 1989) e quindi non ancora completamente storicizzato.
Il tema di questo fumetto, di fatto, denuncia la condizione politica-sociale cui erano costretti gli abitanti di questi paesi, e alcune classi sociali più di altre, dai regimi di ispirazione stalinista che governavano l’est europeo fino a pochi anni fa, segnandone indelebilmente la storia.
Il disegno che illustra il fumetto è molto dettagliato e realizzato con grande cura, e non passa certo in secondo piano la meticolosità con cui Giardino si è documentato nella ricostruzione delle ambientazioni. Il suo background culturale risulta molto ricco, da un punto di vista letterario, cinematografico e, ovviamente, fumettistico.
La storia, pur trattando argomenti seri e rifacendosi ad avvenimenti realistici, si avvale di una costruzione narrativa che ne rende piacevole la lettura, a dimostrazione di come un buon autore, padroneggiando bene il mezzo oltre che la matita, può parlare di qualunque argomento, senza per questo risultare noioso.
L’unica rimprovero che un appassionato può rivolgere a Giardino, riguarda la lentezza con cui realizza i suoi lavori. Per il resto, si tratta di un grande narratore italiano, originale nello stile e nella scelta delle storie: la lunga attesa necessaria per leggere le sue opere, alla fine, viene sempre premiata.
Quest’approfondimento prosegue in questi due articoli:
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