MADE IN JAPAN: BABIL JUNIOR (10-05-1998)

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RIPROPOSTA


 GINO, GILBERTO O PINA?

(Passato, trapassato remoto, imperfetto, presente, futuro prossimo…

…e congiuntivo di Babil Junior)

di Matteo Moroboshi

Tadà! Rieccomi qua!  Dopo mesi di lunga attesa sono finalmente tornato sui vostri monitor.
Mi sono detto: “Matteo, perché non curi la loro crisi d’astinenza? Dagli la loro dose di nulla!”.
Questa volta vorrei parlarvi di una vecchia serie televisiva dei primi anni ’70 intitolata “BABIL JUNIOR. Difatti, una notte del 1973, Mitsuteru Yokoyama si svegliò ed iniziò a disegnare la storia di un adolescente (Koichi) che scopre di essere il discendente di un alieno (Babil I) che migliaia di anni fa è precipitato sulla Terra vicino alla città di Babilonia, dove è rimasto per tutta la vita.
Diventato Babil Junior, ora il compito di Koichi è proteggere la Terra da coloro i quali vogliono dominarla o distruggerla.
Babil, infatti, ha molti poteri paranormali fra i quali la possibilità di correre ad incredibile velocità, usare la telepatia, la telecinesi, ipnotizzare, lanciare scosse elettriche, ecc.


A questo proposito la domanda nasce spontanea: la protagonista del mio precedente articolo non avrà preso spunto dal nostro eroe per il suo più grande capolavoro?
A chi non avesse ancora capito di chi si trattasse suggerisco di leggere …LAMU’ di Rumiko Takahashi (oops!).

Tornando a noi, purtroppo la missione non sarà così facile per Babil, perché il suo più pericoloso nemico è nientemeno che Yomi (che non è un famoso latticino), un Esper potentissimo con occhiaie fino alle ginocchia.
Yomi, infatti, oltre a tenere testa a Babil attraverso i suoi grandi poteri, anche se verrà sconfitto in duello già in una delle prime puntate, è in grado di creare giganteschi e potentissimi robot e numerosi cyborg dotati anch’essi di facoltà extrasensoriali, capaci inoltre di modificare i propri tratti somatici, prendendo sia le sembianze degli uomini più importanti ed influenti del mondo sia delle persone che Babil ama e di cui si fida maggiormente.
Così il nostro Koichi, ormai Babil Junior, deve lasciare la cugina Yumiko e gli zii (è logicamente orfano come d’altronde tutti i giapponesi che si rispettino) e rifugiarsi nella Torre di Babele dove il suo antenato gli ha lasciato quattro collaboratori:

RODEN:  Una pantera nera che ha la facoltà di prendere le sembianze di qualunque persona e di prosciugare l’energia vitale dei nemici;

 ROPUROS: Un enorme pterodattilo artificiale che spara dalla bocca;

 POSEIDON: Un gigantesco robot capace di nuotare sott’acqua (addirittura senza bombole di ossigeno) e con missili e laser che lancia dalle braccia e dagli occhi;

 IL COMPUTER CENTRALE: Situato nella Torre di Babele, è capace di qualsiasi elaborazione di dati e di garantire attraverso numerose e sofisticatissime armi e tempeste di sabbia artificiali, la sicurezza di Babil all’interno dell’antico rifugio

Eh! Eh! So di avere stimolato la vostra curiosità e che ora vorreste sapere come finisce la storia, ma non ve lo dico perché, oltre ad essere un bambino cattivo, vi toglierei il gusto di guardare questa serie (vhs pubblicate da una famosa ditta di Milano) che sia per disegno (non sempre) sia per animazioni traccia un solco tra il vecchio stile alla “La maga Chappy” o alla “Johnny Bassotto” e quello nuovo (per quei tempi) alla 2Bia e la sfida della magia” o “Atlas Ufo Robot“.
Perché ho citato per ultimi questi due capolavori dell’animazione nipponica?
Semplice! Il character designer, il responsabile dei disegni e del Sakkan di alcuni episodi è nientepopodimeno che SHINGO “Saint Seya” ARAKI, papà anche di “Tommy la stella dei Giants“, “Rocky Joe“, “Lady Oscar“, “Lulù l’angelo tra i fiori“, “Danguard“, “Occhi di gatto“, “Ryu il ragazzo delle caverne“, “Sam il ragazzo del West“, ecc.

Però non è tutto oro quello che luccica, difatti questa serie, che nel fumetto era una specie di ninja story contemporanea, nella versione televisiva è stata trasformata in un’avventura fantascientifica e purtroppo non ha sempre goduto di qualità di disegno degna della sua bellezza e del coinvolgimento che suscitava negli spettatori.
Lo stile cambia di frequente e, particolarmente nell’arco delle prime 15-20 puntate, il tratto, la fisionomia dei personaggi e l’animazione delle scene, con maggior riguardo ai movimenti da fermo, sono a mio parere di SCARSISSIMA qualità.
Ora mi controbatterete affermando che a quei tempi le tecniche non erano un granché, allora provate a pensare ad una persona con i capelli lunghi ferma che parla, inquadrata in primo piano e con il ciuffo verso destra. Viene chiamata, cambia inquadratura e quando torna su di essa il ciuffo è a sinistra.
E’ praticamente impossibile!   Che abbia sbagliato a rimettersi il parrucchino?
Ma la cosa più assurda è che addirittura cambiano continuamente le caratteristiche fisiche dei personaggi.
Per esempio, Ropuros, in un episodio è disegnato da sembrare vivo, animato, in carne ed ossa, poi in un altro è chiaramente un essere meccanico.
Secondo me il chirurgo che gli ha fatto la plastica ha usato materiale scadente!
Ma non è finita qui. Non è chiara nemmeno l’arma usata dal nostro uccellaccio.
Una volta è un raggio laser, un’altra delle onde magnetiche e ancora dei missilini in stile Uniplus.
Mah!  Mi sa che non sarebbe una cattiva idea chiamare il WWF per controllare le schifezze che Babil Junior fa mangiare a quel povero robot-animale.
Infine noto che improvvisamente (1° apparizione nella puntata N° 8 – “L’Arsenale delle Bombe N”-) Babil viene dotato di una piccola navicella spaziale e di una tutina aderente alla SADOMASO CLUB della CLINICA DELL’AMORE.
Da dove vengono? Di che marca è la navicella?  In che concessionaria l’ha acquistata?  Ha usufruito dell’incentivo statale?  E la tuta è firmata?
A questo punto mi chiedo: Perché cambiare disegnatore?
Non sarebbe più logico tenere il primo?
Capisco che, se si ricevono delle critiche, puoi e devi cambiare per non perdere spettatori, ma se non è così, che senso ha cambiare e rischiare di farsi scappare quelli che già si hanno che vedono stravolti i propri personaggi preferiti?
Anche per questo mi sono appassionato tanto di manga  e anime, al contrario, rimango indifferente verso certa produzione fumettistica americana (per esempio la MARVEL) per il vizio che hanno molti editori di cambiare spesso disegnatori, cosa che in Giappone non è mai accaduta e spero mai accadrà (faccio gli scongiuri).
Ci pensate a Ranma ½ iniziato da RUMIKO TAKAHASHI, continuato da OSAMU TEZUKA (pace all’anima sua) e terminato da MASAKAZU KATSURA passando per MITSURU ADACHI e IZUMI MATSUMOTO?
Comunque, a proposito, vi rimando ad un mio prossimo approfondimento.
Tornando in tema, a questo punto è lecito chiedersi perché Yokoyama abbia deciso di chiamare il nostro eroe Babil Junior e di dargli rifugio proprio nella Torre di Babele.
Non poteva chiamarlo Gino, Gilberto o, se vogliamo rimanere in tema nipponico, Ken, Ryu, Takashi?
E la Torre non poteva essere quella di Pisa o quella degli Asinelli a Bologna?
Pensate che bello: Gino Junior e la Torre di Pisa.  Sarebbe stato perfetto!
Meglio ancora se fosse stata una donna, magari di nome Pina che invece di essere discendente di un alieno, lo fosse stata di una ballerina di danza del ventre in un night di Sodoma o Gomorra?

In conclusione, seriamente, quindi dopo uno sforzo titanico, non mi resta altro da fare che sperare di avere suscitato in voi il desiderio di rivedere questa appassionante serie e in coloro i quali non l’abbiano mai vista, la curiosità di verificare la veridicità dei miei apprezzamenti e delle mie critiche.

E facendo ciò vi rimando alla mia prossima disquisizione con un motto che fa TRALLALLERO TRALLALLA’, CICCIA CICCIA PAN E SALAM, NOI SAREMO SEMPRE QUA, A MAGNA’ E CANTA’ E A MANGA’…
…e chi non MANGA non capisce un MANGA!

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