RIPROPOSTA
Breve pausa per l’impegno della settimana scorsa, nella Mondadori Book Store di Barcellona P.G., con la presentazione di un bel romanzo a fumetti scritto e disegnato dal sempre più bravo Lelio Bonaccorso, ed eccomi qui con la riproposta di tre brevi articoli sulla censura nella programmazione italiana degli anime, negli anni ’90, riuniti in un unico intervento.
Ricordo a tutti che Made in Japan è stata, tra gennaio 1998 e marzo del 2002, la rubrica di Glamazonia dedicata esclusivamente al fumetto e all’animazione giapponese!
La redazione di quegli anni, nella pagina principale della rubrica, così scriveva : <<Nella speranza di essere i più esaurienti (e meno noiosi) possibile, vi auguriamodi diventare “otaku” (appassionati) come noi. >>
Buona rilettura
Mario Benenati
Il Punto 1 … 2 … e 3!
di Crystal
Molto spesso si parla di censure nei cartoni animati provenienti dal Sol Levante. E bisogna riconoscere – onestamente – a proposito.
La faccenda è piuttosto discutibile; con quale criterio, i responsabili delle maggiori emittenti televisive nazionali censurano i cartoni animati (molto spesso in modo indiscriminato)?
La risposta più “logica”, secondo la loro “mentalità” naturalmente, è che queste censure servono per proteggere i bambini da qualsiasi tipo di “violenza” (?) o qualsiasi accenno al “sesso” (?) (e aggiungo io dalla contaminazione della cultura nipponica).
Cerchiamo, però, di andare in ordine:
I cartoni animati giapponesi erano già sui nostri teleschermi a partire dalla metà degli anni ’70, con Vicky il Vichingo, Barbapapà e Heidi.
Fu, però, con l’arrivo di Goldrake che ebbero un successo a dir poco strepitoso!
Le allora neonate Tv locali ne trasmettevano per molte ore al giorno.
Le critiche verso i cartoni nipponici già fioccavano a quel tempo. Addirittura c’era un famoso “comitato” di Imola che divenne “famoso” per la lotta contro la violenza (?) che i cartoni animati, secondo loro, trasmettevano.
Fra le varie cose che sosteneva ‘sto famoso “comitato”, c’era quella che i bambini (di allora s’intende), crescendo con “quei” cartoni animati sarebbero diventati tutti violenti.
Io, con quei cartoni animati ci sono cresciuto e non sono diventato per niente violento. Nemmeno tutte le persone che ho conosciuto in questi anni.
Ma a parte ciò, che dimostra l’infondatezza di certe accuse passate, vorrei tornare al discorso di prima.
Dopo la nascita delle Tv locali, vennero i grandi circuiti:
TV PORT, TV ITALIA, EURO TV…
Su quest’ultimo vorrei soffermarmi in particolar modo.
Il circuito EURO TV, in passato si distinse per il gran numero di cartoni animati che aveva nei suoi palinsesti.
Fra i tanti aveva anche Lupin III non censurato come lo erano, del resto, gli altri che trasmetteva.
Nessuno di quei giovani d’allora è cresciuto “traviato” per quelle immagini…
Ora però i tempi sono diversi (?) e Lupin III, come la stragrande maggioranza dei cartoni in Tv, è censurato.
Perché ???
Forse i responsabili delle Tv oggi, vogliono far vedere che sono persone “responsabili”, che sono persone “attente” ai problemi della società, delle famiglie e di conseguenza, per mettere a tacere le voci di pseudo psicologi pediatri ecc…, censura i cartoni giapponesi “così pieni di violenza, sesso e che sono così diseducativi…” (?).
Nessuno, così li può accusare di “fare tivù spazzatura”.
Peccato, però che questi responsabili siano degli immensi ed emeriti ipocriti!!!
Censurano i cartoni però, alla sera, trasmettono film come “Duro da Uccidere” o “Il Giustiziere della Notte” dove le scene di violenza e di morte non si contano!
Non che io sia contro a questi generi di film, anzi mi piacciono moltissimo.
Quello che vorrei dire è che loro, ‘sti fantomatici responsabili, si nascondono dietro al paravento dei “Bollini”:
Bollino Rosso, e loro possono trasmettere ciò che vogliono.
Queste persone prima di fare i falsi moralisti dovrebbero guardare al passato… Dovrebbero tornare indietro fino ai giorni in cui le emittenti nazionali private sono nate…
I loro palinsesti erano farciti, nel vero senso della parola, da quei cartoni animati che ora ripugnano.
E ciò che sto dicendo, lo posso provare.
Apro Il Corriere dei Piccoli N°31 del 1° agosto 1982:
Programmi di Lunedì 2 agosto:
- Alle 09.00 del mattino troviamo, su Canale 5, “Gatchman- La Battaglia dei Pianeti“, riproposto anche alle 18.00.
- Alle 09.25 “Re Artù“; Alle 12.30 “L’Ape Maia“, riproposto anche alle 17.30.
- Su Italia 1, alle 13.00 troviamo “Chobin” e alle 19.30 “Jeeg Robot dAcciaio“.
- Su TMC, alle 17.15 trasmettevano “Daitarn III“.
E mi fermo qui che è meglio!
Una volta pur di fare un minimo di ascolto, questi cartoni li trasmettevano fregandosene altamente delle critiche.
Ora però, queste emittenti hanno una “certa posizione” e quindi non possono “sporcarsi” le mani (mi meraviglia che poco tempo fa TMC abbia trasmesso Vultus V …).
Questa è vera e propria ipocrisia…
L’unica cosa che, ad ogni appassionato di animazione giapponese è rimasta da fare è quella di lottare con tutte le proprie forze perché le cose cambino.
Comunque, di tutta questa faccenda c’è un piccolo grande particolare che in pochi hanno preso in considerazione;
La “vecchia” generazione di appassionati, quelli che videro per la prima volta Goldrake o Lady Oscar, sono cresciuti mantenendo inalterata la propria passione.
C’è da scommettere che non impediranno ai propri figli di guardare gli stessi cartoni con cui loro sono cresciuti.
E ciò è un segnale forte!
Il Punto 2 … il ritorno
Nel primo articolo ho parlato, in principal modo, di come siano ipocriti certi responsabili di alcune (?) emittenti nazionali in fatto di censure sui cartoni animati nipponici.
Ora, con questo secondo articolo, vorrei entrare più nel dettaglio basandomi però sempre sui fatti, che tutti gli appassionati potranno, se lo vorranno, constatare di persona, come del resto ho fatto nel precedente articolo.
In passato, tutte le emittenti nazionali hanno trasmesso moltissimi cartoni giapponesi che ora denigrano, poiché (come ho avuto già occasione di dire) li consideravano “violenti” (?) e così “infarciti” (?) di riferimenti “sessuali”. Strano però, che Italia 1, verso la metà degli anni ’80, trasmise, fra i vari cartoni, “Bryger“, serie robotica ‘ strano che, nei primi anni ’80, TMC trasmise il mitico “Gundam“‘
L’elenco potrebbe continuare a lungo ma, il punto non è questo o almeno non è il principale.
Quello che vorrei far notare stavolta è che già in passato, un’emittente nazionale, Canale 5, trasmise la serie “L’incantevole Creamy” censurata (colpa della “solita” Manera?). Ora, senz’altro, vi starete chiedendo cosa c’era da censurare in una serie dove una bambina di dodici anni, Yu, con una bacchetta magica si può trasformare nell’affascinante sedicenne Creamy cantante di successo.
- I personaggi non si uccidono a vicenda e non ci sono spargimenti di sangue …
- I protagonisti non fanno scene di sesso …
- Non si vede nemmeno un capezzolo durante la trasformazione da Yu a Creamy…
- Praticamente non ci sono stati tagli di immagini come invece e stato fatto – ad esempio – in Orange Road (uno a caso …)
E allora cosa hanno censurato?
Le canzoni! Le stupende canzoni originali giapponesi!
Infatti, tutte le volte che Creamy cantava, le sue canzoni “scomparivano” (?) per lasciare il posto a quelle cantate da Cristina D’Avena …
Voi tutti ora mi direte che è niente in confronto agli scempi veri e propri che hanno fatto in moltissime altre serie. D’accordo è vero ma, dal momento che le canzoni originali – ripeto, molto belle – sono state sostituite con quelle della D’Avena, si tratta già di censura poiché è stata stravolta (!) l’originalità della serie.
Con quale scopo l’hanno fatto?
Proprio non lo so! Almeno, se queste “canzoni” della D’Avena le avessero incise su disco, come hanno fatto con il cartone “Kiss me Licia“, da cui è nato il 33 giri “Kiss me Licia e i Bee Hive“, una scelta del genere avrebbe avuto senso, sempre secondo la loro mentalità, naturalmente.
Invece no! Questo fantomatico disco non è mai stato partorito!
Come mai questa scelta non è stata fatta, ad esempio, nella serie di Jem?
Mah, questo resterà sempre un arcano mistero …
Qualcuno, a questo punto, potrebbe dire che ciò che hanno fatto in Creamy è giusto. Anzi, che hanno fatto proprio bene a metterci le canzoni della D’Avena (anche se magari la odiano) poiché, se un bambino avesse sentito le canzoni originali giapponesi, la cosa – minimo – gli sarebbe potuta sembrare strana …
Se, eventualmente questi sostenitori ci fossero, vorrei fargli notare subito una cosa che, quasi sicuramente, metterà in crisi le loro convinzioni:
Agli inizi degli anni ’80 arrivò, sui teleschermi delle TV locali, Muteking, ritrasmesso anche qualche anno dopo, dal circuito Junior TV (quando trasmetteva ancora qualcosa di decente).
Ora, la trama principale non la rammento bene, ma mi ricordo che, quando il ragazzo si trasformava in Muteking, partiva la canzone originale che durava più di due minuti.
Praticamente il momento della trasformazione era un vero e proprio videoclip (… a chi non se lo ricordasse sarò lieto di mandare una registrazione …).
Bene. Io, come penso la maggior parte dei bambini di allora, non mi sono mai posto la domanda “perché questa sigla è cantata in una lingua così strana”.
Con quest’esempio, vorrei far notare come certa gente (per non dire qualcos’altro…), e mi sto riferendo ai responsabile delle emittenti televisive, sia così bacchettona nei confronti della cultura nipponica.
A questi bipedi (oggi sono proprio in vena di complimenti…) vorrei far notare anche che Arbegas, Polimar, Kyashan e potrei continuare ancora, sono stati trasmessi e continuano ad essere trasmessi con le sigle giapponesi senza che i bambini di allora – e quelli di oggi – si siano mai posti la domanda “perché non è in italiano?”.
A questo punto, la loro censura su Creamy, è maggiormente ipocrita.
Vorrei far notare anche un’altra cosa; mentre la mano destra censura, la sinistra fiuta l’affare.
La Medusa distribuzione gruppo Fininvest, sta immettendo sul mercato home video la prima serie TV di Capitan Harlock, come fu trasmessa la prima volta dalla RAI.
Sono già alla decima videocassetta, quindi al trentesimo episodio (marzo ’98).
…questa la dice molto lunga. Da una parte fanno i bacchettoni, dall’altra – invece – guadagnano su ciò che censurano.
Che ipocriti!!!
Tornando ora al discorso delle censure, vorrei far notare altre due cose importanti.
Nel 1990, circa, guardai su Canale 5, l’intera serie di “Mila e Shiro…“.
Delle precedenti o successive messe in onda, non posso dir nulla, poiché non ne sono a conoscenza.
Quando la vidi io però, fui subito in grado di rilevare una cosa:
Nel sesto episodio, c’è una scena completa dove si vede Mila che fa la doccia insieme alle sue compagne.
Le inquadrature ai seni e ai sederi ci sono
La cosa non mi ha scandalizzato e nemmeno mi ha fatto andare a trovare Onan …
La scena l’ho trovata semplicemente bella ed inserita in un giusto contesto.
Ma che è successo quel giorno che l’episodio è andato in onda?
La Manera insieme a tutto il suo staff era a letto ammalata?
Faccio questa domanda poiché secondo la loro mentalità moralista, quella scena non doveva essere trasmessa. In un film in prima serata magari sì, in un cartone animato no.
Mah, mistero…
- La Fininvest ritrasmette dopo sei anni la prima e la seconda serie di “Mimì e la nazionale di pallavolo“.
La sigla di Georgia Lepore è stata cambiata con una di Cristina D’Avena. E passi…
Le prime cinque puntate della prima serie vengono trasmesse con il doppiaggio originale, ma dal sesto episodio è stato rifatto e vi lascio immaginare con che criterio
I nomi originali sono completamente scomparsi per lasciare il posto a quelli italiani, molto comuni in Giappone…
L’esperto di pallavolo, che affianca il telecronista durante gli incontri, è stato chiamato Petronio!
… nome molto diffuso anche qui in Italia …(?)
Insomma, per tenerla un po’ breve, quando pensavo di potermi rigustare la prima serie di Mimì dopo più di sei anni di assenza dall’etere, a momenti do di stomaco!
Ma con quale criterio, mi chiedo, certa gente si prende la briga di ridoppiare una serie già doppiata e trasmessa in passato?
L’unica cosa che mi viene in mente – e che ogni appassionato, eventualmente, potrà constatare se ha le “due” versioni – è che, con un simile (?) lavoro, abbiano voluto cancellare ogni riferimento alla cultura nipponica.
Perché?
A questa domanda, per ora, proprio non so dare risposta, tenterò ne “Il Punto 3 … La Vendetta” (che fantasia!).
So che ciò che mi aspetta è un’impresa quasi impossibile, poiché per dare un certo tipo di risposta bisognerebbe entrare nella testa di certa gente … ed io, per ora, non sono ancora abituato a viaggiare nel vuoto assoluto.
Il Punto 3 … la vendetta
Eccomi qui, a provare l’ebbrezza del vuoto assoluto.
Devo riconoscere che la sensazione che sto provando non è poi così malvagia…
– Fa proprio schifo!
Con qualsiasi persona con cui parlo di cartoni giapponesi, a parte gli appassionati, mi cozzo contro un muro di ipocrisia, preconcetti e tanta, tanta ignoranza. Ciò vale per le persone “comuni” ma vale anche per i responsabili delle emittenti televisive nazionali, con un’aggravante; loro sono responsabili di un servizio pubblico!
-
Premetto che questo non vuol essere un processo bensì un tentativo per capire un certo tipo di mentalità “a compartimenti stagni”.
-
Io non ho la ragione in tasca, ma se non l’ho io non l’hanno neanche loro…
Qualcuno ora potrebbe dirmi che, visto che sono i responsabili di un servizio pubblico, queste persone fanno bene a censurare o, addirittura, a non trasmettere certi tipi di cartoni giapponesi.
Bene. Se eventualmente questi sostenitori esistessero, li invito a leggere ancor più attentamente quest’articolo.
In questi ultimi anni, qui in Italia, molte persone “autorevoli” (in cosa non si sa…) tipo psicologi, pediatri e compagnia bella, hanno accusato la TV di essere più scadente e volgare giorno dopo giorno.
Addirittura sono arrivati al punto di pretendere – riuscendoci poi – una fascia oraria protetta per i bambini.
Da un certo punto di vista hanno fatto bene, poiché si era arrivati a trasmettere di tutto a tutte le ore.
Quando queste persone hanno visto che potevano ottenere quello che volevano, hanno preteso sempre di più, arrivando fino all’inverosimile!
«I bambini sono, per molte ore al giorno, da soli davanti alla TV. Non potete fargli vedere quei cartoni giapponesi così violenti e infarciti di sesso!»
A forza di battere sullo stesso chiodo, questi pseudopsicologi & C., hanno ottenuto quello che volevano: l’abolizione dai palinsesti televisivi nazionali di molti cartoni nipponici che a loro parere erano pericolosi per la salute mentale dei bambini.
-
Le strade dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni.
Forse ciò è esagerato, ma può rendere benissimo l’idea di come certe persone abbiano superato abbondantemente i limiti con i loro comportamenti da perbenisti e benpensanti!
– Come ho già riportato nei miei precedenti articoli, nei primi anni ’80 tutte le televisioni trasmettevano cartoni animati giapponesi.
Ora alzi la mano chi ha mai visto due episodi di seguito di Goldrake o Jeeg con suo padre o sua madre.
Mi sembra di vedere poche braccia alzate…
Già diciotto anni fa, la televisione era una “baby sitter elettronica”, se mi è consentito questo termine.
Noi della “vecchia” generazione, siamo cresciuti con quei cartoni “violenti”, ma che io sappia nessuno di noi è diventato “un avanzo di galera”.
Già in quegli anni fioccavano le accuse nei confronti dei cartoni giapponesi, ma chi le formulò cioè pseudopsicologi & C. (sempre loro…) l’hanno preso nei denti!
Goldrake, Baldios, Lady Oscar, Candy Candy, ecc. ci hanno fatto capire che il mondo non era tutto rose e fiori, come ci avevano fatto credere fino a quel momento.
La “violenza” in certi cartoni, ci ha fatto capire che ci sono anche persone cattive, malvagie da cui bisogna difendersi!
L’animazione giapponese ha fatto in modo che scoprissimo un’altra cosa molto importante! Un valore di vita che la maggioranza della gente ha perso: l’amicizia!
Lo spirito di sacrificio che possono avere delle persone amiche, come in Baldios, è una cosa meravigliosa!
L’animazione giapponese ci ha anche insegnato a lottare per i nostri ideali e per la nostra libertà proprio come in Capitan Harlock.
– I cartoni sono violenti?
- Ci sono riferimenti sessuali?
Che questi fantomatici psicologi si vadano a vedere le serie poc’anzi citate (per quanto riguarda la violenza) e poi potremo iniziare a parlarne.
Per quanto riguarda riferimenti o addirittura scene sessuali, basta che accendano la TV alle otto e mezza di sera e che guardino un film sulle loro emittenti così brave a censurare i cartoni giapponesi.
Queste persone, a questo punto, potrebbero farci notare che queste emittenti hanno adottato la famosa “segnaletica”:
– Bollino Verde: possono guardare anche i bambini;
- Bollino Giallo: possono guardare anche i bambini ma con gli adulti vicino;
- Bollino Rosso: possono guardare solo gli adulti.
Quindi Bollino Rosso e i bambini devono andare di corsa a letto
Ma si rendono conto, questi fantomatici psicologi e compagnia, che ciò è un sistema a dir poco sbagliato, perché i genitori lasciano il compito ad altre persone di decidere cosa i loro figli possono o non possono vedere?
Se ne rendono conto che questo è un pericolo molto maggiore, di un’infinità di volte poi, di quello della violenza nei cartoni?
Ai genitori viene tolta la possibilità di crescere i propri figli come ritengono più giusto!
Continuando in questa maniera, le future generazioni avranno persone che saranno una uguale all’altra, senza più una personalità individuale!
Allora ci sarà chi, per tentare di sfuggire da tutto ciò, diventerà minimo un violento! O peggio ancora!
Fantascienza allo stato puro?
Spero che ciò sia solo una nera previsione.
Tornando nuovamente indietro nel tempo, nei primi anni ’90, Canale 5 iniziò a trasmettere I Simpson… alle 22.30!
Per il suo alto contenuto di volgarità e scene ambigue, i responsabili dell’emittente decise di trasmetterlo a quell’orario.
A ciò si diede abbastanza risonanza con promo inerenti trasmessi a tutte le ore.
“Il cartone animato per adulti” fu considerato.
In questi ultimi quattro anni, a che orario viene proposto al pubblico italiano?
Se non sbaglio in un orario in cui anche i bambini possono vederlo…
Non suona un po’ ipocrita questa cosa?
Ogni altro commento mi sembra superfluo…
L’anno scorso (1997), Mediaset finì di trasmettere la quinta serie di Sailor Moon (stracensurata naturalmente…).
Subito pseudopsicologi & C. si mossero poiché tre protagoniste della suddetta serie sono, nella vita normale, ragazzi che diventano ragazze quando si trasformano in guerriere…
Al festival di Amalfi di quell’anno ci andarono giù pesante questi fantomatici psicologi.
«Sailor Moon può generare comportamenti omosessuali nei bambini!».
Subito la Valeri Manera scese in campo per difendere il suo prodotto ma non perché all’improvviso si convertì all’animazione giapponese, ma per il fatto che un simile attacco sarebbe stato controproducente.
Insomma, non ci sarebbe stato l’adeguato ritorno pubblicitari e di conseguenza meno soldi…
E per questo e solo per questo che ha difeso a spada tratta Sailor Moon.
Lei, “voce autorevole” in questo campo (ricordo che la Manera è la responsabile per le reti Mediaset dei programmi per i bambini) a messo a tacere subito queste basse e gratuite insinuazioni!
– Ma brava!
E qui si torna al discorso che facevo prima, cioè che ci sono pochi “eletti” che decidono per centinaia di migliaia di genitori cosa i propri figli possono o non possono guardare.
E giusto tutto ciò?
Per me no!
Ai miei futuri figli non avrò sicuramente problemi a fargli vedere Goldrake o Lady Oscar, solo per fare un esempio.
Ricordiamoci sempre che niente è volgare o violento.
Dipende con che occhi si guardano le cose.
Certa gente, prima di parlare o scrivere, bisognerebbe che collegasse il cervello, in special modo i giornalisti.
Riporto testualmente da “Epoca n° 2142 del 30 Ottobre 1991″.
Antonio Faeti scriveva così di alcuni cartoni animati.
Lady Oscar
«Travisa la storia, insinua una sua delirante lettura, in chiave “rosa”, di una grande epoca (quella della Rivoluzione francese) e di grandi temi. Insomma: la Restaurazione va in scena a Cartoonia e con disegni vomitevoli. Questo cartoon avvia al consumo dei mefitici romanzoni detti “storici”, e alleva possibili imitatrici delle portinaie francesi della Restaurazione, oppure contribuisce già a formare le ospiti, e anche gli ospiti, di questi nostri salotti televisivi pieni di indecenti ammiccamenti. È un cartoon dall’apparenza innocua, come molti altri del resto, però sembra perfettamente propedeutico nei confronti del parlottio mendace e prostribolare in cui è immerso il nostro regime.»
… Devo commentare?
No, non penso che ce ne sia bisogno.
Dico solo questo: come si permette questo Faeti di dire che i disegni di Lady Oscar sono vomitevoli?
Va bene essere ignoranti in materia, ma approfittarne mi sembra esagerato.
Paragonare poi un cartone animato a una faccenda di stato è veramente troppo.
Leggete cosa scrisse, nel medesimo articolo, su Candy Candy.
«È solo l’epigono giapponese di una lunga tradizione di orfanelle piangenti in ogni lingua e in ogni Paese. Perché “fa male”? Perché riduce i grandi e ineludibili conflitti del Mondo a uno schema privo di complessità, in cui si soffre, si chiede la carità, si subisce qualche ingiustizia, poi le cose vanno meglio, oppure bene, o anche benissimo. È quanto di peggio possa essere mostrato ai giovanissimi cittadini italiani precocemente corrotti dal pentitismo, dal perdonismo, dall’approssimazione scandalosa con cui, da noi si guarda al diritto, alle leggi, alle regole di convivenza. Candy Candy allena e prepara i futuri fruitori dei condoni fiscali.»
Non riesco a capire perché, questo Faeti, la butta in politica.
Riesco solo a capire che ‘sto tipo invece di fare il giornalista, dovrebbe andare a sbadilare quello che le mucche ogni tanto fanno nell’arco della giornata
Sarebbe molto meglio!
Speriamo che, con la chiusura di Epoca, abbia seguito questo consiglio…
Tutti questi perbenisti, benpensanti, dovrebbero ricordarsi sempre di una cosa molto importante:
– non è proibendo o censurando che si educano i bambini nel miglior modo possibile.
Anzi, è la peggior cosa possibile!
Quando gli si proibisce qualcosa al bambino è la volta buona che, alla prima occasione, lo fa.
Magari solo per il gusto del proibito!
E come i giornali porno; i ragazzini san già come sono fatti e come si fanno certe cose. Eppure questi giornali non sono vietati ai minori?
E allora questi pseudopsicologi & C. cosa ci vengono a raccontare?
L’unica cosa veramente valida è quella che i genitori devono insegnare ai loro figli i propri ideali senza farsi influenzare da nessuno!
Il mio viaggio nel vuoto assoluto per ora finisce qui. Le sensazioni provate sono a dir poco nauseanti!
Le censure seguite da falsi moralismi e perbenismi, fanno veramente molto più male di Ken il Guerriero.
E ciò, spero, che certa gente presto lo capisca.