Sopra: la prima tavola di Jonas Fink – l’adolescenza: la storia inizia con delle splendide vedute di Praga sotto la pioggia |
Sopra: la copertina del volume della Lizard (primavera 1998) |
Sopra: La diversa copertina con cui è stato pubblicato negli Stati Uniti il volume Jonas Fink: l’adolescenza |
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Primavera 1998: la casa editrice Lizard pubblica Jonas Fink – L’adolescenza, il secondo volume che Vittorio Giardino ha dedicato al giovane Fink.
La storia riprende da dove si era interrotta la prima parte, Jonas Fink – L’infanzia: una giornata piovosa, Praga anni ’50, il giovane Jonas, costretto ad interrompere gli studi, trova lavoro come manovale in un cantiere edile, e la madre è costretta a duri turni di lavoro in fabbrica per sostenere la famiglia.
Mentre il primo volume trattava delle difficoltà e delle discriminazioni subite dalla famiglia Fink, qui troviamo Jonas e la madre a rimboccarsi le maniche per trovare un lavoro che, seppur umile, consenta loro di sopravvivere. La diffidenza nei confronti di chi, come loro, viene messo agli atti come ‘nemico del popolo’, risulta un grosso ostacolo per l’integrazione sociale.
Nonostante tutto, però, il giovane Fink riuscirà, grazie anche a fortuite coincidenze, a trovare lavoro, prima come operaio edile, quindi come garzone alle dipendenze di un saggio idraulico, e infine come commesso di libreria presso un amico del padre.
In seguito Jonas si innamorerà della figlia di uno statista della delegazione russa a Praga, troverà degli amici con cui condividere letture ‘proibite’, e quando l’amico libraio verrà arrestato, per ‘attività sovversive’, riuscirà a salvare, con l’aiuto degli amici, gli scatoloni in cui erano nascosti molti dei libri censurati, sottraendoli alle forze dell’ordine.
Il primo volume, era servito da prologo per la storia, e aveva puntato alla ricostruzione ambientale e alla presentazione dei personaggi e dei luoghi che fanno da teatro agli avvenimenti. Già nella prima parte si intravedevano grosse potenzialità, ed era subito chiaro come l’intento dell’autore fosse quello di mettere a nudo la realtà storica che ha interessato per decenni le popolazioni dei paesi dell’est europeo.
Col secondo volume si entra nel vivo dell’intreccio e, forse anche perchè presenta più del doppio delle tavole del primo (96 tavole contro le 46 de ‘l’infanzia’), non solo mantiene le promesse della prima parte, ma risulta addirittura più ricco ed intrigante del precedente.
La storia mantiene un ritmo incalzante e diversi avvenimenti coinvolgono il giovane Jonas: la trama si arricchisce di avventure sentimentali, di antiche e nuove amicizie, delle relazioni coi datori di lavoro, e del contrastato sentimento nei confronti della madre e del padre.
Come nello stile di Giardino, la storia ha un buon ritmo e si legge molto bene, nonostante non sia una storia di genere: non vi sono né avventurieri, né detectives, né spie, né quant’altro.
Jonas, farà esperienza diretta della cultura del sospetto e della delazione che coinvolge un pò tutti i personaggi nel racconto: Per ciascuno il principale obiettivo rimane quello della sopravvivenza, nell’attesa di un cambiamento che appare lontano e i cui connotati sono sempre molto fumosi.
Tipiche le scene ambientate nell’osteria ‘Kralik’ ove l’ atteggiamento degli adulti è sempre controllato e guardingo, ogni azione è improntata alla diffidenza, per paura che qualcosa di fatto o detto possa causare un fatale pregiudizio.
Gli unici momenti in cui i personaggi sono a proprio agio sono quando sono lontani dai luoghi pubblici: i ragazzi si incontrano clandestinamente nel parco d’inverno per dar libero sfogo ai loro pensieri leggendo a voce alta i libri censurati dalle autorità.
Dietro alla triste vicenda della famiglia Fink, la vera protagonista è la Praga di quegli anni. Gli sfondi disegnati da Giardino sono talmente accurati, che il lettore trae come l’impressione di stare ad una finestra affacciata su quei tempi e quei luoghi. La vita che passa sullo sfondo degli scorci cittadini è pulsante, overossia è credibile, sembra che quei disegni siano come stati fatti in presa diretta dall’autore. I personaggi di contorno e anche le semplici comparse hanno ognuno una loro identità, non sono semplici fantocci appiccicati sullo sfondo, ma emanano un calore reale, vissuto. Ogni caratterizzazione risulta molto azzeccata, e nulla sembra lasciato al caso.
Non abbiamo svelato, volutamente, molto della trama, per non togliere piacere alla lettura di chi volesse leggersi la storia, ma la conclusione viene comunque rimandata all’episodio successivo, come previsto da Giardino.
In America la terza parte di Jonas Fink vedrà luce questa estate, e presumibilmente, anche da noi non tarderà ad essere pubblicata, sempre per i tipi dell’editrice Lizard; o quantomeno ce lo auguriamo (in realtè il terzo volume non è stato pubblicato nell’estate del 1999 ma quasi diciotto anni dopo, mario B.).
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