RIPROPOSTA
Due o tre cose che so su Carlo Ambrosini
Di Alessandro Assiri
A parte un precedente del lontano 1967, in casa Bonelli, chi crea il personaggio non lo realizza graficamente. Questo precedente portava la firma di Gino D’Antonio, la serie era quella Storia del West che tanto avrebbe influenzato il fumetto a venire. Trenta anni dopo Carlo Ambrosini ideerà e darà il volto al suo Napoleone Di Carlo. E il segreto è già tutto svelato nel nome in quel “Di” che dobbiamo intendere in maniera un po’ possessiva, perché è vero Napoleone è Di Carlo, Ambrosini, il personaggio ha i gusti letterari e cinematografici del suo autore, il suo amore per i paradossi e l’intimismo psicologico che Ambrosini ci ha regalato in altre sue prove. Prima tra tutte in quel Daniel della Corno nel 1975 serie, che durò solo trenta numeri (e di cui il nostro disegnò alcuni degli ultimi), dove il personaggio aveva già in se caratteristiche grafiche che possiamo riscontrare ancor’oggi; poi, dopo l’approdo in Bonelli a cavallo degli anni 80 dove collaborerà a Ken Parker realizzando tra gli altri l’ultimo numero “I ragazzi di Donovan”, su Orient Express dove darà vita al controverso Nico Macchia, sino ad approdare, dopo alcuni validi lavori per la Glenat, a Dylan Dog, per il quale realizza: canale666, il lungo addio (disegni), dietro il sipario, il guardiano della memoria (testo e disegni). Proprio in queste ultime prove densissime di atmosfere, possiamo rintracciare i semi che germoglieranno qualche tempo dopo con Napoleone.
L’immaginazione al potere
Con questo slogan un po’ datato si usava indicare, tra l’altro, il libero spazio della fantasia, il grande volo immaginifico che travalicava i confini del possibile. Ed ora questa immaginazione è tornata, la possiamo leggere ogni due mesi sulle pagine di Napoleone, serie Bonelli nata nel settembre 97, dalla prevista durata di otto numeri, ma già abbondantemente superati, grazie al talento di un autore vero come Ambrosini. Nei promo di presentazione della testata c’era scritto: “Tra il giallo e il Noir c’è Napoleone”, nessun messaggio promozionale che io ricordi si è mai rivelato così errato.
Da quello che si leggeva era lecito aspettarsi un Nick Raider in veste falcone maltese o un ispettore Ginko con la faccia di Robert Mitchum, per fortuna non andò così, anzi
Sin dalle prime tavole ci troviamo al cospetto di un personaggio complesso ed intrigante che nell’evolversi della vicenda assume caratteristiche che catturano il lettore. Napoleone attinge dal subconscio, tramite tre piccole creature che soltanto lui vede, pesca nel serbatoio dell’inconscio collettivo cercando di dipanare quel confine tra il reale e l’immaginario. Un visionario, un sognatore lucido, un debito non pagato tra Jung e Platone. Qualcuno a questo punto potrebbe avere il dubbio di essere di fronte ad un prodotto di nicchia, un fumetto per pochi “iniziati”, ma non è vero: l’intellettualismo di Ambrosini non risulta mai pedante, dipanando la vicenda con maestria in storie accattivanti; i riferimenti a Baudelaire e a Kafka non rendono la trama logorroica, ma contribuiscono a definire un soggetto di grande spessore. Dopo 15 numeri, del nostro Napoleone, sappiamo solamente che ha vissuto in Etiopia (facendo il poliziotto) prima di trasferirsi in Svizzera a dirigere un albergo di sua proprietà, che è entomologo( studia e colleziona coleotteri) e appassionato di criminologia, che la sua esistenza è stata segnata dalla presenza del Cardinale un criminale la cui presenza ritorna ossessivamente quasi fungesse da nemesi per il protagonista. Pochi comprimari, potremmo dire pochi amici, ad esclusione del commissario Dumas, del suo stranito assistente Boulet e della governante Rose, perché il vero comprimario è la dimensione onirica che detta i temi della narrazione, scandisce le battute, accompagna Napoleone verso la risoluzione del caso. Enfatizzando questo aspetto Ambrosini ci ha regalato un soggetto visionario, intuitivo, umorale che buca le pagine anche se rivela poco o niente del suo background. Coadiuvato da disegnatori d’eccezione quali Casertano, Ornigotti, Del Vecchio, Camagni e sorretto da una pubblicazione che trova respiro nella sua bimensilità, Ambrosini sembra mettere la parola fine all’eterno dibattito tra prodotto d’autore e fumetto seriale, incarnando in un unico prodotto entrambe le peculiarità. Il successo decretato al suo debutto, fa si che la serie prosegua oltre lo stabilito ottavo numero, ed è proprio a partire dal nono episodio che entra a far parte dello staff dei disegnatori Bacilieri, colui che, a mio avviso, ha fino ad ora interpretato meglio la sceneggiatura raffinata di Ambrosini. Proprio dei due episodi interpretati dal segno grafico di Bacilieri, faccio seguire due brevi sintesi, ben lungi dall’essere recensioni esaustive, servano comunque da esempio per meglio capire l’intricato universo “napoleonico” .
Numero 9 – La lucertola e il serpente
Testi: Ambrosini – disegni Bacilieri
È quella che dovrebbe essere l’avventura sul passato di Napoleone, ma quello che possiamo cogliere sono solo spezzoni, frammenti di antichi deliri. Ci affezioniamo a due personaggi, Lezard e Mambè, le cui gesta sono portate avanti in un parallelo temporale, dove sempre aleggia la personalità del Cardinale. Il confine che Ambrosini pone è sempre più sottile, fino ad arrivare a non distinguere più il bene dal male, il giusto dall’iniquo. Un albo che trasuda la violenza dell’Africa mischiandola ad un tradizionalismo che qui non è forse esplicato a fondo, ma fa ben sperare per narrazioni future.
Numero 13 – La foresta che cammina
Testi: Ambrosini disegni Bacilieri
In una trama ecologista narrata in modo innovativo, Ambrosini dissolve il protagonista principale, per lasciare spazio alle tante figure che intervengono nell’economia della vicenda, memorabile quell’Otumel sciamano con telefonino che investe in borsa, immagine perfetta di un contrasto culturale. Lo spirito della foresta, incarnato nel bambino, che interviene per sventare le malefatte di una multinazionale, non è forse idea delle più nuove, ma è ben resa da un corollario di situazioni che intervengono ad animare la vicenda.
Cronologia
Titolo – Testo Disegni
1- L’ occhio di vetro – Ambrosini Ambrosini
2- Il cavagliere senza nome – Ambrosini Del vecchio
3- Il folle Barrakan – Ambrosini Camagni
4- Storia di Allegra – Ambrosini Ambrosini
5- Racconto d’autunno – Ambrosini Casertano
6- La profezia del merlo – Ambrosini Del Vecchio
7- Il tesoro d’argilla – Ambrosini Ornigotti
8- Il signore delle ombre – Ambrosini Ambrosini
9- La lucertola e il serpente – Ambrosini Bacilieri
10- Piccoli banditi – Cajelli Del Vecchio
11- L’avvoltoio – Ambrosini Piccoli
12- Samurai – Cajelli Del Vecchio/Piana
13- La foresta che cammina – Ambrosini Bacilieri
14- Il duello – Ambrosini Ornigotti/Piana
15- L’ultima chimera – Ambrosini Nizzoli
… continua
Tutte le cover sono di Carlo Ambrosini
Tutti i personaggi ed i disegni di questo articolo sono © SERGIO BONELLI EDITORE.