RIPROPOSTA
Capitan Marvel 1 : Primo contatto
tratto da Capitan Marvel 1 Vol III
Di Daniele Cerboneschi
IL MITICO THOR 17 – IL RITORNO DEGLI EROI
Agosto 2000, Marvel Italia
costo Lire 3500 euro 1,80
CAPITAN MARVEL: Primo Contatto
TRATTO DA: “Capitan Marvel (vol. 3) # 1” del gennaio 2000
Trama: PETER DAVID
Disegni: CHRISCROSS
Chine: ANIBAL RODRIGUEZ
PREMESSA
State tranquilli, non siamo davanti alla solita e scontata resurrezione. Il vecchio Mar-Vell è morto e resta morto. Il protagonista dell’albo, o meglio il co-protagonista assieme a Rick Jones, è suo figlio Genis.
Ma cosa centra l’amicone di Hulk con Capitan Marvel?
Rick Jones per un breve periodo condivise un particolare legame con il valoroso guerriero Kree, l’originale Capitan Marvel, allora esiliato nella Zona Negativa. Quando il giovane Rick batteva tra loro due vistosi bracciali chiamati nega-bande, gli atomi dei loro corpi si scambiavano di posto con l’ovvio risultato di avere Capitan Marvel sulla Terra e Rick Jones nella Zona Negativa. Naturalmente la cosa poi funzionava anche al contrario.
Il primo Capitan Marvel morì però di cancro nella bellissima graphic novel “La Morte di Capitan Marvel” (VEDI NOTA).
Il suo grande amore Elysius riuscì a replicarne il codice genetico e concepì un figlio: Genis.
Temendo per la sua incolumità minacciata dagli ex nemici del padre, ella ne accelerò l’accrescimento fino all’età matura, gli impiantò falsi ricordi e lo allontano da sé. Ma Genis scoprì la sua vera origine, trovò le nega-bande e, con il nome di Legacy, cercò di seguire le orme paterne. Ci riuscì fino in fondo, tanto è vero che, a seguito degli eventi della Guerra del Destino (narrati nella maxiserie Avengers Forever) si ritrovò a dover fondere i propri atomi con quelli di Rick Jones!
LA STORIA
Iniziare una nuova carriera non è mai facile, meno che mai se il lavoro che hai scelto è fare il supereroe. Allora divertitevi nell’assistere al debutto ufficiale del nuovo Capitan Marvel, preso nel mezzo tra dissapori ed equivoci con le forze dell’ordine, perfidi consigli di uno scatenato Rick Jones e rettiloni giganti molto caparbi.
I TESTI
Partiamo dalle buone notizie: lo sceneggiatore è il grande Peter David, una vera garanzia.
Per l’occasione rispolvera la sua provata vena umoristica e ci regala una storia frizzante, divertente, ricca di trovate esilaranti e di riuscitissime gag.
Il drammatico rapporto di coabitazione coatta tra il vecchio Mar-vell e l’insicuro Rick Jones, diventa nelle abili mani di David una fonte continua di spunti comici. Adesso le parti si sono invertite: un ironico, maturo Rick Jones dirige le danze; uno spaurito, inesperto e troppo fiducioso Genis ne subisce le conseguenze.
I toni sono quelli della commedia, il ritmo è perfetto, i dialoghi tra i due protagonisti divertentissimi.
Persino il cattivone di turno è irresistibilmente simpatico, un rettilone permaloso di un centinaio di metri.Come si fa chiamare? Capitan Marvel. Ed in onore di chi? Ma del defunto ed eroico genitore che aveva lo stesso nome, ovvio!
I DISEGNI
Sono consapevole del fatto che Chris Cross abbia degli estimatori, ma io non rientro certo in questa categoria.
Trovo le sue matite decisamente brutte, drammaticamente vicine a quelle dell’ultimo Bogdanove su Superman (e chi lo ha letto potrà capire perché uso l’avverbio “drammaticamente”).
In più non ha grandi capacità di storytelling, lacuna che emerge nella parte finale della storia, piena di azione e movimento.Le sequenze di lotta risultano molto confuse, a tratti incomprensibili, poco aiutate da una colorazione scialba e piatta.
Infine una inchiostrazione poco marcata conferisce a tutti volti (troppo poco vari) un fastidioso effetto caricaturale e grottesco.
CONCLUDENDO
Per chi come me preferisce la sostanza all’apparenza la storia è da 5 , per i convinti assertori del detto “Anche l’occhio vuole la sua parte” il voto dovrà essere abbassato a 4.
Se volete rilassarvi e farvi due risate però, non lasciatevela scappare!
GIUDIZIO
NOTE EXTRA
“La morte di Capitan Marvel” è la prima graphic novel prodotta dalla Marvel nel lontano 1982 e pubblicata dalle Edizioni Play Press nella collana Play Special #1 del Marzo 1990.
Opera del grande Jim Starlin è senz’altro una storia epocale per almeno due ragioni:
1) La sua bellezza oggettiva
2) Il fatto che un supereroe muoia e che muoia sul serio. Non sul campo di battaglia come un grande eroe, ma su un letto come una persona normale, divorato da un inarrestabile cancro.
Da leggere e conservare gelosamente.