RIPROPOSTA
X-Men : Hidden Years 1
Pubblicato in edizione italiana su X-MEN REVOLUTION 1
X-MEN REVOLUTION N.1
Editore: PANINI COMICS
Collana: X-MEN DELUXE – n° 68
Dicembre 2000 –
Lire 6000 – Costo arretrato – € 4,50
Writer(s) – Soggetto: John Byrne
Penciller(s) – Disegnai: John Byrne
Inker(s) – Inchiostri: Tom Palmer
Recensione di Daniele Cerboneschi
LA PREMESSA
La nuova testata “X-Men: The Hidden Years” si pone l’obbiettivo di arricchire la continuity mutante, approfondendo temi già trattati e fornendo nuovi dettagli inerenti al blocco narrativo delle classiche storie degli anni settanta.Cerca cioè di colmare i “buchi” nella continuity e di dare spiegazioni di determinati avvenimenti con il senno di poi.
A chi altri rivolgersi per questa operazione nostalgica se non al veterano John Byrne?
Il celebre autore canadese fornì nel 1986 una brillante re-interpretazione dell’uomo d’acciaio nella bella miniserie “The man of steel“. La fama meritatamente conseguita per tale operazione ha spinto nel corso degli anni le varie case editrici a varare operazioni di restyling di personaggi datati ed ad affidarle sempre al solito Byrne.
Gli ultimi due esempi di tale tendenza sono le serie SpiderMan : Chapter One (che si prefiggeva lo scopo di narrare e aggiornare le origini del nostro Peter Parker) e la X-serie che stiamo esaminando.
Stendo un velo pietoso sui raccapriccianti risultati raggiunti su Spiderman:Chapter One, maxiserie di dodici numeri nella quale la continuity ragnesca è stata più volte violata senza alcun valido motivo. Sono d’accordo nello stravolgere origini, situazioni, personaggi e quant’altro ma tali operazioni devono essere giustificate e supportate da un’alta qualità della storia.
Vi faccio un esempio: Kevin Smith “uccide” la tormentata Karen Page, ma lo fa costruendoci attorno un bellissima trama. Peter David toglie di mezzo Betty Brant, ma lo fa regalandoci una storia lirica e disperata.
Arriva John Byrne al timone delle serie dell’arrampicamuri e uccide Mary Jane con una sola vignetta! C’era bisogno, per così poco, di uccidere un personaggio così importante?
Dove sia finito il geniale autore che mi fece innamorare degli F4, che mi fece adorare i West Coast Avengers e mi fece diventare simpatico persino Namor, non saprei dirlo.
Adesso quello che ricorderò di Bryne è il fatto che abbia riportato alla luce (e alla vita purtroppo) l’odiosissima Zia May, tra l’altro rovinando e vanificando (e questo è imperdonabile) la storia capolavoro di Jean Marc DeMatteis “Il dono” (dove una Zia May finalmente credibile confessava al nipote Peter, prima di spirare, di aver sempre saputo della sua doppia identità).
Non contento, cercherà di rovinare anche gli X-Men? Fortunatamente mentre scrivo queste righe sono venuto a conoscenza del fatto che la serie “X-Men: The Hidden Years” in America è sospesa; in più Byrne per alcuni dissapori ha lasciato ancora una volta la Marvel, ma questa volta non verserò certo lacrime per il suo abbandono.
LA STORIA
Una trama assai frammentaria ne rende difficile una sintesi. Il fatto più saliente è la ribellione/fuga dell’Uomo Ghiaccio, esasperato da un troppo dispotico Xavier, episodio che giustificherebbe le numerose comparsate che Bobby Drake fece in quel periodo su altre testate, in una versione “giustiziere solitario” piuttosto inedita.
I DISEGNI
Altro nota dolente: intendiamoci, in confronto alle brutte prestazioni offerte su Spiderman , qui le cose migliorano sensibilmente per effetto delle corpose chine del bravo Tom Palmer, ma la sostanza non cambia.
A tal proposito ho una teoria: secondo me alle matite di Byrne giovava paradossalmente la carta di scarsa qualità e la colorazione assai peggiore in uso fino a qualche anno fa, fattori che in qualche modo “indurivano ” le sue matite plastiche e rotondeggianti.
Adesso con la carta semipatinata e la colorazione sgargiante fatta al computer, i suoi disegni assumo un tono piuttosto infantile, poco in sintonia con le classiche atmosfere lugubri delle serie mutanti.
GIUDIZIO FINALE
Quando uscì la serie “Le storie mai narrate dell’Uomo Ragno” (di cui il nostro Hidden Years è un diretto derivato) mi chiesi : ma se non sono mai state narrate un motivo ci sarà, lasciamole dove stanno!
Adesso la mia opinione non è cambiata: basta con queste storie retrospettive che non arricchiscono la continuity ma la appesantiscono, che non conferiscono nuove sfaccettature psicologiche ai protagonisti ma li trasformano.
In più che suspance può dare il narrare fatti già accaduti, di cui si conoscono gli sviluppi futuri? Alla fine di questo numero sembra che Jean Grey sia morta, ma noi sappiamo benissimo che la rossa telepate è, fumettisticamente parlando, ancor viva e vegeta! Quindi un altro motivo per non aspettare con il fiato sospeso il prossimo numero di X-Men : The Hidden Years.
VOTO
2 / 7
L’immagine della copertina è stata scaricata dal sito https://www.fumetto-online.it/ (che ringraziamo) ed è © della Marvel Comics – Panini