RIPROPOSTA
The Spectre vol. 4 (2001)
N.ri 1/3
Writers : J.M. DeMatteis
Pencilers: Ryan Sook
Inkers: Mark Propst
FC, 32 pg. $2.50
D.C. COMICS U.S.A.
Recensione di Fabio Ciaramaglia
La nuova incarnazione dello Spettro.
C’è un fumetto di cui ancora non si parla moltissimo in Italia semplicemente perché ancora non è stato riproposto dalle nostre case editrici (e sinceramente, se dobbiamo attendere la Play Press che ne detiene i diritti…). E’ The Spectre di J.M De Matteis e Ryan Sook il cui primo numero è uscito a fine 2000 negli USA (secondo la post-datazione dei comics era del marzo 2001) per la DC. E’ la quarta serie dedicata a questo emblematico personaggio, dopo le sue prime sporadiche apparizioni (è stato creato da Jerry Siegel nel 1940): una nata nel 1967, un’altra nell’87 e l’ultima prima di questa nel 1992 (ed è quella che è durata di più con ben 63 uscite).
La storia del personaggio è la seguente: il poliziotto Jim Corrigan, dopo essere stato gettato in mare dentro un barile di cemento da alcuni criminali, non muore, ma viene incaricato da una Voce di tornare sulla Terra per combattere il Male. Le due identità di Spettro e di un redivivo Corrigan sono sempre separate e il primo entra in azione solo quando la Voce gli dice che è necessario. Qualcosa cambia con la terzultima serie perché lo scopo dello Spettro diventa quello di impedire gli omicidi, ma, soprattutto, di vendicare con danteschi contrappassi gli omicidi già compiuti. Secondo questo copione la terza serie è proceduta fin quando gli autori (John Ostrander e Tom Mandrake) hanno separato la parte immortale e quella mortale: lo Spettro è quindi rimasto senza bricioli di umanità (ed è in questa veste che compare in Kingdom Come) ed anche senza controlli.
Cosa ha di nuovo la quarta serie?
Un fatto probabilmente eclatante: l’ospite umano dello Spettro è Hal Jordan. Questo personaggio (che probabilmente tutti conoscono), dopo un passato di eroe senza macchia e senza paura, dopo la follia che lo ha colto nella saga Green Lantern: Emerald Twilight [pubblicata dalla Play Press nei primi numeri del mensile di Flash], dopo una nuova veste di supervillain (Parallax), finalmente nella saga The Final Night si è sacrificato per il bene della Terra ritornando quasi redento al suo passato di eroe. L’idea alquanto geniale degli autori è che ad Hal Jordan, visto il suo passato di eroe e il suo sacrificio finale, è stata concessa una nuova possibilità.
Nel momento in cui scrivo ho letto i primi tre numeri della serie e il mio giudizio è abbastanza buono, ma ovviamente è basato più sulla sorpresa e sulla curiosità. Il punto senz’altro forte è la presenza di J.M De Matteis alla sceneggiatura: questo garantisce un approfondimento psicologico notevole dei personaggi, soprattutto quando il protagonista è quell’ Hal Jordan che ha tanti aspetti da approfondire (il rimorso, i ricordi, il proprio glorioso passato). Tuttavia, nei numeri che ho letto, non è lasciata completamente fuori nemmeno l’azione: d’altro canto non è un fumetto Vertigo, ma è ambientato nel DC Universe supereroico. Proprio quest’ultimo dato è sottolineato dal fatto che già nel secondo numero fanno la loro comparsa i “pezzi grossi”, Batman e Superman. In realtà questa è una di quelle mosse “commerciali” tipiche delle majors, cioè il lancio di una nuova testata con un supporto forte di personaggi già di successo: ma in un altro senso è il ricostituirsi di una “Terna Sacra” del DC Universe. Per ciò che riguarda i comprimari, nei primi numeri compaiono il fratello e l’ex moglie di Hal, così come Abin Sur’S, il membro delle Lanterne Verdi che doveva controllare Hal e che, evidentemente per non aver fatto bene il proprio lavoro, deve redimersi anche lui. La prima saga è incentrata su come Hal sta vivendo questa nuova esperienza e sui suoi dubbi se la vendetta dello Spettro sia in realtà qualcosa di giusto o no. Ovviamente la serie è (e sarà, ritengo) densa di elementi sovrannaturali: già nel primo numero Hal deve confrontarsi addirittura con Satana (un androgino, si pensi che il possessivo in inglese è “hir”, mix di “his” e “her”) Buoni i disegni del giovane Ryan Sook che riescono bene sia nelle ambientazioni cupe che in quelli ultracolorate dei viaggi dimensionali.
Conclusioni
Concludo dicendo che è un fumetto di buona qualità, ma essendo un prodotto seriale, bisogna aspettare almeno un anno per confermare l’opinione. Se siete interessati, vi consiglio di dare un’occhiata nelle librerie specializzate che abbiano anche fumetti in originale: se tutto va bene, potrà essere tradotto in Italia non prima dell’estate e se tutto invece continua così potreste non poterlo più leggere!!!
GIUDIZIO |