RIPROPOSTA
INTERVISTA A STEVE LIEBER
Di Marcello Vaccari
Supervisione e traduzione dall’Italiano all’Inglese
di Max Brighel e del suo studio.
1) Iniziamo dicendo che qui in Italia sei praticamente sconosciuto, e il tuo primo lavoro pubblicato è Whiteout (editore Macchia Nera, anno 2000) , che comunque è un gran bel biglietto da visita. Potresti riassumerci un po’ la tua carriera fino ad oggi?
Ho studiato cartooning alla scuola di Joe Kubert. Una volta diplomato, ho fatto lavori per varie case editrici americane come DC, Marvel, Dark Horse e Caliber. La cosa più interessante che ho disegnato è stata per la Dark Horse, dove ho lavorato per uno straordinario scrittore che si chiama Jeffrey Lang su di un personaggio à la Mary Poppins chiamato “Nanny Katie”, e su una storia della serie Grendel Tales.
2) Whiteout è stato un punto di svolta molto importante nella tua carriera, come ti ci sei trovato coinvolto, e cosa ti è piaciuto di più di questa storia?
Bob Schreck, con cui avevo già lavorato alla Dark Horse, mi chiese se fossi interessato a lavorare su di un fumetto poliziesco. Io gli risposi: “Se è bello, certo!” e lui mi diede una copia di Keeper, uno dei libri di Greg Rucka che divorai in un sol giorno!
Leggendolo, capii che il modo di scrivere di Greg non era solo avvincente, ma comunicava anche un punto di vista sulle persone e sul mondo che era molto simile al mio. E lui ha descritto immagini e scene che stimolavano la mia sensibilità di artista. Allora chiamai Bob e gli dissi che avrei lavorato molto volentieri con questo scrittore.
Quello che trovai nella sceneggiatura del primo numero fu una storia con suspense, humour, grandi dialoghi e un impatto viscerale, che richiedeva immagini che io desideravo assolutamente disegnare.
3) Hai avuto problemi nel disegnarla? Non deve essere stato facile trovare il modo giusto di disegnare la penisola antartica
Problemi? No.
Ha richiesto maggiori ricerche degli altri progetti a cui avevo lavorato finora, ma io amo fare ricerche. Il mio obiettivo principale, a parte disegnare in modo corretto, è stato catturare l’atmosfera dei luoghi e della storia di Greg. Per questo, ho riversato sulle tavole tutto quello che avevo, rielaborandole più volte utilizzando tutte le tecniche che mi venivano in mente: retini fatti in casa, pastelli a cera, macchie di vernice bianca, tagli sulla tavola con lamette, strani tratteggi incrociati, fotocopie manipolate, un po’ di tutto, finché non sono davvero arrivato a “sentire” il freddo.
4) Hai seguito totalmente la sceneggiatura di Rucka o hai aggiunto qualcosa di tuo alla storia?
L’ho seguita molto attentamente, anche, se a volte, ho cercato di variare il ritmo aggiungendo o togliendo una vignetta. Le espressioni, le pose dei personaggi e le inquadrature sono quasi tutte mie.
5) Una piccola domanda maliziosa… Ti hanno pagato le royalty per la pubblicazione italiana?
Non ancora. E non ne ho neppure avuta una copia
6) Il tuo Hawkman non è mai stato tradotto qui, ma io ho seguito in parte la pubblicazione americana. Come mai è stato interrotto? I tuoi disegni erano già molto buoni, e ricordo che all’epoca pensai che saresti finito a disegnare qualche personaggio più famoso. Come mai non fu così?
Io non disegno con uno stile molto spettacolare, e c’erano molti altri cartoonist in giro che lo facevano.
7) Ti sei trovato bene a lavorare con la DC o la Marvel? Pensi sia meglio lavorare con piccole case come la Oni Press?
Non è la casa editrice a far si che il lavoro sia una bella esperienza, quanto il progetto su cui devi lavorare e l’editor che ne è responsabile. Io preferisco lavorare da solo su fumetti in bianco e nero, anziché con l’ausilio di un inchiostratore e un letterista. Inoltre, preferisco personaggi creati da me, in storie autoconclusive, e un editor che dà le sue opinioni, ma non forza i cambiamenti. E quando cerco queste condizioni, una piccola casa editrice come la Oni Press è l’ideale. Comunque, ho avuto alcune ottime esperienze recentemente con la DC su Batman, e sarei felice di fare altre cose con loro. (N.d.R. ed infatti è stato esaudito, attualmente è il disegnatore principale di Detective Comics)
8) Ho visto le tue tavole di Batman: Turning Points 1 e mi sono piaciute moltissimo. Mi pare che ci sia una notevole influenza del Batman Year One di David Mazzucchelli
è una tua evoluzione naturale o è voluta, visto il tipo di storia?
L’influenza di Mazzucchelli è stata grande e intenzionale. La storia era sottotitolata ”Una storia dell’Anno Uno“ [A Tale of Year One in originale. N.d.R]. Ma ho preso anche da Attilio Micheluzzi, Alex Toth e Milton Caniff.. Onestamente non credo di stare evolvendo, tento solo di cambiare il mio stile a seconda della storia che sto narrando.
9) Comunque mi pare che il tuo disegno sia molto più efficace in bianco e nero che a colori: tu che ne pensi? Non molto tempo fa, la miniserie Batman: Black & White ebbe un ottimo riscontro non pensi che forse potrebbe essere interessante ripetere l’esperimento, o magari fare una serie regolare interamente in b/n? Il pubblico americano sembra preferire nettamente il colore (a differenza di quello italiano abituato al b/n), ma viste le scarse vendite attuali, non sarebbe forse il caso di tentare qualcosa di diverso? Del resto il tuo Whiteout tutto b/n ha pur avuto un ottimo successo!
Ho tentato per anni di convincere tutte le persone che conoscevo presso le maggiori case editrici a produrre maggior materiale in b/n. Il mio lavoro è sicuramente adatto al bianco e nero. Sfortunatamente, al di fuori di certi generi come il poliziesco, è molto difficile convincere dei lettori, qui in America, a comperare fumetti in bianco e nero, e le vendite puniscono chi ci prova. Visto che gli editori devono pur pagare i creatori, diventa difficile andare in pareggio, seppure con i minori costi di produzione.
10) Quali sono i tuoi disegnatori preferiti e quali quelli che ti hanno influenzato maggiormente?
Le influenze: Joe Kubert, David Mazzucchelli, Alberto ed Enrique Breccia, Milton Caniff, Alex Toth, Howard Chaykin, Alex Raymond, Jaime Hernandez.
Altri favoriti: Chris Ware, Dan Clowes, Joe Sacco, Carla Speed McNeil, Charles Schulz, Tardi, Vittorio Giardino, Depuy e Berberian.
Illustratori e pittori: Bosch, Howard Pyle, N.C. Wyeth, J.C. Coll, Norman Rockwell, Degas, Hopper, i pittori della scuola Ashcan, Andrew Loomis, Robert Fawcett, C.D. Gibson.
11) Ho visto che sei molto attivo su Internet. Credi che la rete sia un grande mezzo promozionale o, al contrario, un ostacolo alla lettura (come pensano in molti)?
È un ottimo modo per diffondere la conoscenza delle opere degli autori, e io sono certo che abbia aumentato le nostre vendite.
12) ) Cosa hai in programma dopo Batman: Turning Point? Ci sono possibilità di vederti allopera con personaggi Marvel?
Non ho contatti con nessuno alla Marvel da un paio danni. I miei progetti futuri sono i seguenti:
Warren Ellis e io stiamo collaborando a una graphic novel che sarà pubblicata dalla Image: Morning Dragons.
Una storia di 54 pagine sul processo a Robert Oppenheimer per Fallout di Jim Ottaviani, unantologia sulla costruzione della bomba atomica.
Me And Edith Head, una storia adulta per la rivista Cicada, scritta da Sara Ryan la moglie di Steve Lieber. N.d.R.] con protagonista uno dei personaggi del suo romanzo Empress Of The World.
Un western della saga Tales of the Slayer per una antologia di Buffy the Vampire slayer scritta da David Fury, uno degli scrittori della serie televisiva.
Una storia di Harley Quinn scritta da Karl Kesel per la DC.
Infine una storia horror/fantasy per The Forbidden Book di Michael Cohen, scritta da Victoria Garcia e Sara Ryan.
NOTE A MARGINE:
Il sito UFFICIALE di Steve Lieber: http://unrewarding.com/steve
WHITEOUT è una graphic novel scritta da Greg Rucka ed illustrata da Steve Lieber, pubblicata originariamente dalla Oni Press. E’ stata nominata per 4 Eisner awards: Best Writer, Best Artist, Best Limited Series, Best Graphic Album.
Il suo seguito: MELT ha invece vinto l’Eisner come Best Limited Series del 1999.
All Images of Batman (c) D.C. Comics.
WHITEOUT (c) Greg Rucka & Steve Lieber
INTERVIEW WITH STEVE LIEBER
Di Marcello Vaccari.
Supervisione e traduzione dall’Italiano all’Inglese
di Max Brighel e del suo studio.
I studied cartooning at the Joe Kubert school. After graduating, I illustrated a lot of different comics for American publishers such as DC, Marvel, and Dark Horse and Caliber. The most interesting stuff was at Dark Horse, where I worked with a wonderful writer named Jeffrey Lang on a Mary Poppins-ish character called “Nanny Katie” and on a Grendel Tales story.
Bob Schreck, who I’d worked with at Dark Horse, asked me if I’d be interested in working on a crime comic. I said, “Ift’s good, sure.”
He gave me a copy of Greg Rucka’s novel Keeper, which I devoured in a day.
Reading it, I realized that Greg’s writing wasn’t just compelling, it also communicated a view of people and the world that was close to my own. And he wrote pictures and scenes that played to my strengths as an artist. I called Bob and told him that I’d love to work with this guy.
What I found in the script for issue one was a story that had suspense, humor, great dialogue and visceral impact and that called for pictures that I was absolutely aching to draw.
Problems? No. It required more research than most projects I’ve worked on, but I love doing research. My main goal with the pictures, beyond making things correct, was capturing the feeling of the place, and of Greg’s story. To that end, I just threw everything I had at the pages, working and reworking them with every technique I knew- home made zip tone screens, grease crayon, white paint spattering, slashing the page with razor blades, lunatic cross hatching, manipulating photocopies, anything at all, until I could feel the cold.
I followed pretty closely, though I’d sometimes play with rhythm by adding or removing a panel, and the body language and camera work was almost all mine.
Not yet. Nor have I seen a copy of it.
I didn’t draw in a popular style, and there were plenty of other artists available who did.
It’s not the publisher that makes an experience enjoyable so much as the project and the editor. I prefer working in black and white, by myself, rather than with an inker or letterer, on characters that I’ve created, on self-contained stories, with an editor who’ll argue his opinions but not force changes. When I’m looking for these conditions, a company like Oni is ideal. Still, I’ve had some great experiences recently with DC on their Batman comics, and would happily do more with them.
Mazzucchelli’s influence there was huge and intentional. The story was subtitled “A Tale of Year One.” I also thought about Attilio Micheluzzi, Alex Toth and Milton Caniff. I honestly don’t think I’m evolving. I just try to change my style to fit whatever story I’m telling.
I’ve tried for years to convince the people I know at the big publishers to do more B&W. My work is certainly better suited for it.
Unfortunately, outside of certain genres, such as crime, it’s very difficult to get North American readers to buy a black and white comic book, and the sales plunge when they try. Since the publishers still have to pay page rates to the creators, it becomes difficult to break even, despite the lowered production costs.
Cartoonist Influences: Joe Kubert, David Mazzucchelli, Alberto and Enrique Breccia, Milton Caniff, Alex Toth, Howard Chaykin, Alex Raymond, Jaime Hernandez
Other favorites: Chris Ware, Dan Clowes, Joe Sacco, Carla Speed McNeil, Charles Schulz, Tardi, Vittorio Giardino, Depuy and Berberian,
Illustrators and painters: Bosch, Howard Pyle, N.C. Wyeth, J.C. Coll, Norman Rockwell, Degas, Hopper, The Ashcan school painters, Andrew Loomis, Robert Fawcett, C.D. Gibson.
It’s a great way to increase awareness of one’s work, and I’m sure it’s helped our slaes.
I haven’t spoken to anyone at Marvel for a couple of years. My coming projects include these:
Warren Ellis and I are collaborating on a graphic novel to be published by Image: MORNING DRAGONS.
Other upcoming projects include the following: A 54 page story about the trial of Robert Oppenheimer for Jim Ottaviani’s FALLOUT, an anthology about the making of the atom bomb.
ME AND EDITH HEAD, a young adult story for Cicada magazine, written by Sara Ryan featuring one of the characters from her novel EMPRESS OF THE WORLD.
A western “Tales of the Slayer” story for a Buffy anthology, written by David Fury, one of the show’s writers.
A Harley Quinn story written by Karl Kesel.
And a horror/fantasy story for Michael Cohen’s “The Forbidden Book” written by Victoria Garcia and Sara Ryan.
The sequel, MELT won the Eisner award for Best Limited Series of 1999.
All Images of Batman (c) D.C. Comics.
WHITEOUT (c) Greg Rucka & Steve Lieber