PLASTIC MAN ed il suo creatore JACK COLE

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RIPROPOSTA


di BALASTRO SANTO


LE ORIGINI

Chi ha letto comics americani dell’età d’oro non ha dubbi, la palma del titolo del fumetto più pazzo, più comico, più strambo dell’epoca, tocca sicuramente a PLASTIC MAN.

Creato per la Quality Comics  di Everett M. Arnold dal bravissimo autore / artista Jack Cole, PLASTIC MAN fu una serie unica fin dal suo esordio su POLICE COMICS #1 (agosto, 1941); Come il nome lascia capire, il nostro eroe può modellare o stirare il suo corpo in qualunque forma desideri. Può (e spesso lo fa) plasmarsi nella foggia di un cane, una macchina, un tavolo, o una quantità di altri oggetti, camuffandosi per confondere gli ignari malviventi. Un potere ora non più originale, ma tutti quei super-malleabili personaggi che sono arrivati dopo… Elastic Lad, Elongated Man, Mr. Fantastic, [etc].. tutti devono la loro origine all’elastico umano di Jack Cole .
Le sue origini, come si possono vedere dalle prime tre pagine della sua storia d’esordio, sono alquanto bizzarre : PLASTIC MAN ha cominciato la sua vita di fumetto come un malfattore conosciuto come L’Anguilla (” Eel” O’Brian), ma presto è divenuto un campione di giustizia secondo la tradizione più classica. Tutto iniziò quando Eel fu ferito da un’arma da fuoco durante un furto all’impianto Chimico Crawford e urtando contro un recipiente, rimase inzuppato di un strano acido mentre fuggiva; piantato in asso dai suoi complici, in modo fortunoso trovò la sua via di fuga in una strada di montagna, vicino ad un convento, il “REST HAVEN”, il frate che lo trovò svenuto, lo aveva nascosto alla polizia, reputandolo un uomo meritevole di una chance di redimersi. Al suo risveglio Eel scoprì che il bagno nell’acido l’aveva dotato in qualche modo di poteri elastici stupefacenti che, più tardi, gli danno la possibilità di catturare i suoi ex-amici e di affidarli alla legge. Così è nata la carriera e la legenda di PLASTIC MAN.


Plastic man pur debuttando come una serie secondaria, divenne ben presto una Super Star. Quando i supervisori della Quality Comics assemblavano i contenuti per POLICE COMICS #1, ne uscirono con nove personaggi nuovi, tutti al loro esordio. Questi nove comprendevano eroi come The Human Bomb, The Mouthpiece, Phantom Lady, Eagle Evans, e altri , compreso naturalmente ,anche Plastic Man. Era usanza di quell’epoca ( e anche dei nostri giorni) di porre il personaggio di maggior presa sulla copertina dell’albo.

Così quando POLICE COMICS #1 fu messo insieme, i poteri editoriali della Quality scelsero come loro principale attrazione per la copertina l’unico e solo Firebrand!

Calma un attimo! Quanti hanno MAI sentito parlare di Firebrand??

Proprio pochi , scommetto! E questo vi dimostra proprio quanto poco “carisma” avesse e per quanto sia durato. (Per i curiosi, il buon Firebrand rimase in giro per soli 13 numeri.) Il povero vecchio PLAS (come era conosciuto affettuosamente dagli ammiratori) fu lasciato nel mezzo del albo con tutti gli altri personaggi di supporto, ad aspettare il momento giusto.

Comunque, non passò molto tempo che i redattori avvertissero le preferenze dei lettori. Se POLICE COMICS vendeva tanto era a causa delle evoluzioni elastiche del loro elastico umano, e quando uscì il numero 5 , già PLAS era l’attrazione del mensile primeggiando in copertina, una posizione che tenne per 97 numeri consecutivi, magari dividendo l’onore con un certo SPIRIT ! Plastic Man fu anche presto dotato di una testata propria ( nel 1943), il primo numero ,davvero speciale, si intitolava “Il Gioco di Morte.” In tutto P. M . apparve in 102 numeri di POLICE COMICS e la sua serie durò per 64 numeri, per poi chiudere nel 1956.

Subito dopo, la DC Comics acquistò la linea Quality , con esclusione di SPIRIT che rimase proprietà dell’autore: il grandissimo Will Eisner!

Il P.m. di Jack Cole era un eroe veramente unico. C’era un’atmosfera nelle sue storie che era, per allora, diversa. Secondo alcuni, le storie di P.M. erano intrise di surreale parodia e comicità. Effettivamente c’erano comicità e parodia, ma c’era anche dramma, pathos, e grande avventura, mescolando sapientemente tutti questi ingredienti, Cole ha ideato storie che non hanno mai mancato di divertire ed intrattenere, descrivendo Plastic Man come l’UNICA persona plausibile in un mondo surreale, ed è per questo che era il più strambo comics che mai fu stampato! I personaggi di contorno, inclusi i criminali che combatteva e il suo partner, il buffo WOOZY WINKS, erano completamente folli, il più strano assortimento di figure umane mai viste. Solo Dick Tracy si poteva permettere di osare di più !

Anche il suo partner Woozy Winks, un buffo omino che assomigliava parecchio ad Afred Hitckock, iniziò come un delinquente. Apparve per la prima volta in POLICE COMICS#13, dove salvo’ da annegamento un mistico. Per gratitudine il sant’uomo gli conferì il potere della protezione da parte della natura ( nelle forme di tornado, terremoto, vento e tempesta ). Dedicatosi al crimine, Plas lo convince a lavorare per il bene e in cambio lo avrebbe preso come partner, come avvenne.

Woozy si credeva un irresistibile don Giovanni e inevitabilmente si innamorava della bellona di turno, che poi risultava o la donna del cattivo o il cattivo stesso. ( Cole era particolarmente bravo a disegnare belle e provocanti donne dall’animo malvagio) Questo azzeccato personaggio di spalla ebbe anche una serie umoristica tutta sua su Police Comics, che durò per molti numeri.
Lo stile di Plas nel combattere i criminali era unico, capace di far rimbalzare le pallottole, di resistere a cadute dai grattacieli, amava sorprendere i criminali trasformandosi in qualche oggetto per poi ritornare normale confondendoli. Plastic Man però non sopravisse alla crisi della seconda metà degli anni 50 quando molte case editrici chiusero i battenti e i super-eroi cadevano come mosche. Nuovi generi, come l’horror e la fantascienza delle invasioni aliene, prendevano il posto delle storie poliziesche e di super eroi. Anche Plas si adatta con storie in cui combatte contro invasioni di gigantesche formiche o esplora castelli infestati da fantasmi, ma dopo la chiusura della linea Quality e il ritiro di Cole dalla produzione di comic books, si dovette aspettare il 1966 per il ritorno dell’uomo di gomma, su una serie tutta sua di cui riproduciamo il numero 1.

La serie degli anni 60, durò solo 10 numeri, ora andavano di moda i super-eroi con super-problemi e un eroe ridicolo non aveva nessuna possibilità di successo. In più nella nuova versione P.M fu presentato come il figlio del Plastic Man originale, ma fu una trovata infelice e dimenticata in fretta.

Solo 10 anni dopo la serie fu ripresa ( dal n 11) su disegni di Ramona Fradon, ma anche questa volta con poca fortuna

Di tutte le storie disegnate da Jack Cole, in Italia purtroppo non si è avuta traccia. La prima apparizione di Plas nel nostro Paese risale a 30 anni fa, all’aprile 1968, su BATMAN ed. MONDADORI n. 32, dove veniva presentato come un robot, un essere artificiale di plastica!! La copertina disegnata da Neal Adams fu leggermente manomessa come si vede dalle 2 immagini.

La storia era apparsa in U.S.A. solo tre mesi prima su “THE BRAVE AND THE BOLD” n. 76 con disegni di Ross Andru. Nonostante il lancio in B&B la serie si concluse presto. Ma in America, in mito di Plastic non era finito.

Nell’inverno del 79, debutta in U.S.A. una serie di cartoni animati ispirati all’eroe di gomma e subito la D.C. ripropone il mutaforma plastico per una decina di numeri sulla rivista antologica “ADVENTURE COMICS” a partire dal n 467, (January 80) insieme al terzo STARMAN, su testi di Len Wein e disegni di Joe Staton e Bob Smith .

Otto anni (1988-89) dopo Plas ritorna in una mini serie di quattro numeri, senza infamia e senza gloria, dopo aver fatto capolino nelle varie serie Team up di Batman e Superman. E solo ora dopo altri 10 anni (2003), viene genialmente ripescato da Grant Morrison come membro della nuova JLA, nel posto che fu di Elongated Man, dai poteri molto simili ma molto meno divertente ed estroverso.

Lunga vita all’elastico umano!

Tutte le immagini di quest’articolo sono © DC comics


Jack Cole : una breve biografia

di BALASTRO SANTO

Nato in Castle New Pennsylvania al 14 dicembre 1914 Jack Ralph Cole era uno di cinque figli di Delace e Cora Cole. Prese ad occuparsi di disegno e umorismo molto presto leggendo le strisce popolari sui giornali e disegnandone molte. Da giovane seguì un corso per corrispondenza di fumetto e nel 1935 ebbe la sua prima pubblicazione: un fumetto su BOY’S LIFE MAGAZINE. In breve tempo il giovane Cole (insieme con sua nuova moglie Dorothy) si trasferì a New York City, dove presto si trovò a lavorare per lo studio di Henry A. Chesler come un assistente artistico. Uno lavoro condusse a un altro e poi un altro ed nel 1940 Jack Cole si era spostato al nuovo gruppo editoriale Quality Comics di Everett Arnold dove lavorò a serie come MIDNIGHT e QUICKSILVER oltre a varie brevi storielle come SLAP HAPPY PAPPY. E poi arrivò Plastic Man e tutto cambiò! Cole ha disegnato la striscia con un attaccamento amoroso, qualcosa che non era stato così evidente nei sui precedenti lavori. Il suo buffo senso dell’humour infondeva le tavole di dirompente gioia di vivere.

La serie era comicità grossolana convulsa, humour basso e grosse dosi di azione, tutto preparato nello stile elettrizzante di Jack Cole e i lettori gradirono. Cole si prese gioco anche di se stesso in una avventura dove Plas combatte l’antico dio del male, Eloc. Letto all’indietro, “Eloc” diviene ‘Cole.” Però l’estrema auto ironia accadde in POLICE COMICS #20, quando Cole disegnò se stesso nella storia di Plas! Jack si ritrasse come una figura magra con occhi larghi, un naso molto affilato, ed una voce che balbettava come Porky Pig! Cole lavorò su Plastic Man per 12 anni, curando sempre con il suo stile unico il serial su Police Comics fino alla fine ( N° 102 del 1952), mentre lasciò ad altri autori il mensile dedicato all’uomo malleabile, dove lo stile innovativo e divertito di Cole, che amava disegnare inquadrature molto irregolari per il tempo, fu sostituito con temi horror e thrilling. Ben presto abbandonò completamente il genere fumetto per darsi all’illustrazione per PLAYBOY magazine e creò una striscia giornaliera BETSY AND ME. Nel agosto del 58 però, inaspettatamente e senza un preciso motivo si tolse la vita.