RIPROPOSTA
Gli Incredibili X-Men: Specie Dominante
Scritto da: Chuck Austen
Disegni: Kia Asamiya
Edizione Originale: Uncanny X-Men 317-320
Ed. italiana Gli Incredibili X-Men n. 36-37 (n.ri 161-162)
Spillato, Colore
Recensione di Leonello Di Fava
Leggendo l’ultimo numero de Gli Incredibili X-Men sono rimasto alquanto perplesso. La fine della minisaga Specie Dominante infatti mi ha reso piuttosto preoccupato per il futuro della testata.
Il motivo della mia perplessità è legato principalmente al nuovo scrittore Chuck Austen, al suo modo di gestire sia le trame avventurose che l’evoluzione psicologica dei personaggi.
Qualcuno ha scritto, sul forum della Panini Comics, che se Grant Morrison ha lavorato di cesello sulla continuity degli X-Men, Chuck Austen sta lavorando con l’accetta.
Pienamente d’accordo.
Penso che in linea di massima Austen abbia buone idee. Il recupero di personaggi del sottobosco mutante come Northstar e Husk, la “redenzione” del Fenomeno, l’introduzione di Annie e di suo figlio, il ritorno di Havok e Polaris, i nuovi intrecci sentimentali sono a modo loro trovate interessanti.
Il problema è che tutto questo materiale narrativo, che un qualsiasi altro scrittore, non solo il Claremont dei bei tempi, avrebbe sviluppato in 4-5 anni, Austen lo condensa in una manciata di racconti, con risultati imbarazzanti.
Decine di eventi (torna Polaris, Havok esce dal coma, Angelo subisce una mutazione secondaria, etc.) si susseguono senza soluzione di continuità, ma nessuno dei nostri eroi sembra stupito più di tanto da quanto accade.
Va bene che agli X-Men ne sono successe tante, ma è possibile che nessuno abbia un moto, un sussulto, nessuno sia turbato?
Tra l’altro lo scontro con Maximus Lobo, il nuovo nemico, finisce come nella migliore tradizione del fumetto avventuroso più prevedibile: c’è un’esplosione, crolla tutto e tanti saluti al cattivone di turno.
Potrei dire che Austen scrive dei buoni soggetti, ma che poi li sceneggia male.
La repentina evoluzione della psicologia dei personaggi messa in atto da Austen nello spazio di poche pagine mi ha fatto tornare in mente i fumetti Marvel più ingenui degli anni ’60/’70.
Solo che siamo nel 2000, e per farcelo capire Austen condisce con scene di sesso gratuite o insensate tutte le sue storie, così tra qualche anno gli X-Men non saranno più considerati il gruppo più insolito di tutti i tempi, ma quello più infoiato.
Per quanto riguarda i disegni di Asamiya, posso dire che l’esperimento di adattare il suo stile alla narrazione occidentale non ha migliorato la qualità globale della storia. I personaggi sono gradevoli, ma hanno i volti tutti uguali e a volte si fa fatica a riconoscerli: meno male che Angelo ha le ali, Nightcrawler è blu… etc.
Per di più gli sfondi sono quasi inesistenti.
Come consolazione, in appendice al numero 37 c’è una storia del duo Morrison/Quitely tratta da New X-Men. Ho trovato Quitely un poco sotto tono, ma ci si rifà comunque la bocca.
Per concludere, tornando a Specie Dominante, un’inquietante domanda mi ronza nella testa: ma se ora Austen scrive così, quando avrà in gestione una caterva di serie al mese (come sarà in futuro) cosa combinerà?
Voto