RIPROPOSTA
Un’altra bella recensione di un volume di Alan Moore a cura di Damiano Gallinaro. Mancano solo 2 articoli al termine delle riproposte dai vari versioni di Glamazonia (quella del 1989-90, e quella del 2004)
Buona lettura, e condividete l’articolo se vi piace.
Mario Benenati
Il Cortile
Alan Moore
adattamento di Anthony Johnston
Alan Moore’s The Courtyard # 1 e #2 (gen-feb 2003)
Edizione italiana:
2004 by Magic Press ed., 107 p., 8,50 euro
Recensione di Damiano Gallinaro
Il Cortile: Lovecraft secondo Moore
Il Cortile, una delle ultime realizzazioni in ordine di tempo di Alan Moore, è come al solito qualcosa di difficile definizione.
E’ un fumetto naturalmente ma è anche un omaggio a Lovecraft. La storia prende spunto da un racconto di quest’ultimo autore, e i nomi delle strade, delle persone, la lingua stessa, sono tratte da “ Il Richiamo di Chtulu” e altre opere dello scrittore inglese.
La storia inizia con la lettura di una lettera che è un avvertimento al lettore a non continuare la lettura della stessa, pena la scoperta di cose indescrivibili che possono portare alla pazzia.
Lo stesso Lovecraft spesso utilizzava questo stratagemma per iniziare i suoi racconti ( Alan Moore porta come esempio la lettera di Lovecraft a Horton del 1937 che si può leggere nella sceneggiatura in appendice al volume).
Chi legge la lettera è un agente federale che il suo capo definisce “un nazista compiaciuto”, mandato nel quartiere di Red Hook (altra citazione da Lovecraft) a scoprire il legame tra tredici omicidi con lo stesso modus operandi.
Autori degli omicidi sono tre persone che all’apparenza non sembrano legate da nulla di particolare. Ma l’agente Aldo Sax (il nome è decisamente orrendo) lavora su quella che chiama la “Teoria delle Anomalie” attraverso la quale i piccoli frammenti che sembrano non collimare trovano un loro posto e significato.
Sax individua nel Club Zotique (ennesima citazione da Lovecraft) il legame tra i tre omicidi e vi si reca alla ricerca di uno spacciatore che sia in grado di procurargli l’ALKO, una sorta di droga sintetica capace di provocare quelli che Castaneda chiamava “stati alterati della coscienza”.
Nella seconda parte del racconto, come accade sempre nelle opere dell’ultimo Moore, entra in scena la magia.
Vi lascio scoprire senza svelare nulla cos’è l’ALKO e cosa lo leghi alla lingua perduta di Chtulu e ai tre serial killer.
La seconda parte del racconto è un continuo progressivo scivolare nell’illusione, nell’occulto, un viaggio nella magia di Lovecraft e di Moore, un viaggio allucinato ed allucinante impreziosito dalle citazioni nell’ idioma Chtulu inventato da Lovecraft.
A corredo della storia a fumetti troviamo un saggio di Anthony Johnston che rivela la genesi e i lati nascosti del racconto di Moore, nonché la sceneggiatura completa e una complessa ed esaustiva serie di annotazioni ad opera di NG Christakos che rivelano il profondo legame del Cortile con il racconto di Lovecraft.
Resta da ricordare che i disegni dal tratto pulito e onirico sono di Jacen Burrows e che il racconto originale “Il Cortile” di Moore è stato edito in Italia da Einaudi nel 1997 nell’Antologia Einaudi Stile Libero.
Alan Moore ancora una volta stupisce per la costruzione di una nuova storia a livelli differenziati di lettura.
A voi la scelta del livello di comprensione ma … attenti alla magia.
GIUDIZIO |