THOR 3
Testi di J. Michael Straczynski, disegni di Oliver Coipel e Mark Morales, colori di Laura Martin
32 pagine, colore, spillato, formato 17×26, $ 2.99
Marvel Comics
Finita la Guerra Civile, il redivivo Thor deve vedersela con Iron Man. Straczynski e Coipel riprendono quota in un episodio che sposa felicemente azione, pathos e una devastante potenza visiva.
articolo di : Paolo D’Alessandro
Continua il viaggio di Thor, in cerca dei fratelli smarriti dopo la Caduta di Asgard. La ricerca lo porta tra le rovine di una New Orleans ancora profondamente segnata dall’uragano Katrina: qui il Dio del Tuono dovrà fare i conti con Iron Man e la Legge di Registrazione, ma soprattutto con la diffidenza di una popolazione abbandonata dai propri eroi.
Dopo lo scivolone preso nel numero precedente, Straczynski corre subito ai ripari. Il concept delle antiche divinità dimentiche ospiti di esseri umani ignari non è proprio l’idea più fresca su cui basare un arc d’apertura, soprattutto su una testata tanto importante: l’influsso del progetto originale di Gaiman è qui fin troppo palese. La cosa odora vagamente di cliché, e lascia perplessi, specie dopo un primo numero tanto esaltante.
In questo episodio, JMS miscela in quantità equilibrate azione e riflessione, riprendendo alcuni temi cardine di Civil War, primo fra tutti la sfiducia verso la comunità supereroistica, e legandoli alla dolorosa attualità americana. Lo sceneggiatore ci delizia inoltre con la sua consueta maestria nei dialoghi, particolarmente illuminanti e funzionali alla caratterizzazione dei personaggi. Il che non rende il tutto improvvisamente originale, ma sicuramente più sfaccettato e godibile.
Discorso a sè è il talento di Coipel: l’impatto visivo e la plasticità delle figure vengono enormemente esaltati da un senso dello storytelling e della composizione semplicemente invidiabili.
Diciamolo: con un team creativo del genere, raramente Thor è stato tanto “mitico”.
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