L’UOMO RAGNO 473
AA. VV.
80 pagine, colore, spillato, formato 17×26, euro 2.80
Panini Comics
David e Nauck introducono una discutibile avventura team-up tra Uomo Ragno e Uomo Sabbia, mentre debutta con i fuochi d’artificio la nuova gestione dei Thunderbolts di Ellis e Deodato.
articolo di : Paolo D’Alessandro
Sommario quasi del tutto dedicato a omaggiare Spider-Man , con varie declinazioni del rapporto Uomo Ragno – Uomo Sabbia.
In apertura, il racconto “Nostalgia” di Sean McKeever e Terrell Bobbett ci riporta all’epoca in cui Peter era ancora legato al simbionte alieno, narrandoci l’inedito scontro tra il criminale di sabbia e uno Spidey completamente succube all’ospite extraterrestre. Lo sceneggiatore confeziona una storia scorrevole e “tradizionale”; peccato invece per il tratto forse eccessivamente asciutto di Bobbett.
A seguire, Peter David e Todd Nauck ci propongono la prima parte di “Insabbiato”: questa volta l’Uomo Sabbia, intenzionato a salvare il padre condannato a morte per un omicidio non commesso, è costretto a fare squadra con l’arcinemico di sempre. Il tutto permette a David di esplorare ulteriormente il “lato chiaro” dello storico villain del Ragnetto, e di raccordare i fili narrativi rimasti in sospeso. Purtroppo, lo scrittore sembra aver perso freschezza e afflato: la storia scorre indolore, non stupisce né fa inorridire. Non brilla neanche il disegnatore, Todd Nauck, pallido imitatore del buon Wieringo, che serve come meglio può lo script, nonostante la non completa padronanza delle anatomie.
Tocca poi al primo episodio dei “Thunderbolts” di Warren Ellis – Mike Deodato, che colpisce per la forte carica di cinismo, cifra del geniale scrittore britannico, in connubio perfetto con il concept della collana e con il clima post-Civil War dell’Universo Marvel. Con intelligenza e una punta di grottesco, Ellis ci fa un affresco di un mondo super-eroistico moralmente corrotto, infarcendolo di contrappunti mass-mediatici che evidenziano l’ipocrisia di fondo del sistema. E il contrasto con Jack Flag, emulo di Cap, e paradossalmente “cattivo da catturare” della situazione, è agghiacciante. Sul versante visivo, a Deodato giova infinitamente il gran lavoro del colorista Beredo, che rende finalmente più chiaro e godibile il tratto fotorealista del disegnatore brasiliano.
Chiude il numero la terza parte di “Guerra Incivile” di Marc Sumerak e Chris Giarruso, divertentissima parodia del crossover appena concluso.
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