ULTIMATE X-MEN 42
Testi di Robert Kirkman, Disegni di Yanick Paquette
48 pagine, colore, spillato, formato 17×26, Euro 2,80
Panini Comics
Xavier è morto e gli X-Men sono davanti a un dilemma: senza il Professore, il suo Sogno ha ancora senso? Kirkman e Paquette ci traghettano verso orizzonti mutanti davvero molto interessanti.
articolo di : Paolo D’Alessandro
La morte porta consiglio, si direbbe leggendo questo numero. Ma andiamo con ordine.
Il Professor Xavier è morto, assassinato da Cable, il Wolverine del futuro. Questa scomparsa diventa un formidabile catalizzatore narrativo: pianto il mentore, i pupilli di Charles affrontano importanti cambi di prospettiva nelle loro vite, fino a mettere in discussione il perno medesimo dell’esistenza dell’X-gruppo.
Finalmente, la Cenerentola delle testate Ultimate sta ritrovando una sua identità, per la prima volta dalla gestione Millar: nonostante la sapienza tecnica, Bendis e Vaughan non avevano fatto altro che riciclare in salsa “teen soap” archi e villain della vecchia guardia. Niente di fresco. Poco di interessante.
Kirkman, invece, non nasconde la sua volontà di cambiare le carte in tavola, e a lungo: con “Conseguenze” (titolo fatale da questo punto di vista) emerge il gioco d’intreccio tra le numerose sottotrame maturate nei numeri precedenti, e possiamo già pregustare la trasformazione del mondo mutante “ultimizzato”, attraverso un’operazione di lungo respiro che già svela qualche risultato. Speriamo che tutto ciò regali anche a questa serie un po’ di quella imprevedibilità e di quel sano “sadomasochismo” narrativo a cui ci hanno viziato Ultimate Spider-Man e Ultimates.
Sul versante grafico, si perpetua una ormai solida tradizione della collana, che sfrutta disegnatori dal tratto essenziale e sinuoso: Paquette batte ancora sui suoi punti di forza (sfondi, anatomie e storytelling), ma rimane debole nelle pose, a volte piuttosto forzate, e nell’espressività (non aiutata da una sceneggiatura dalle atmosfere ferali come questa).
Concludendo, Ultimate X-Men è un albo che fa sicuramente ben sperare sulle “politiche” a lungo termine della gestione in corso, anche se, di per sé, non riesce ancora a brillare come dovrebbe.
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