FRECCIA VERDE 4
Testi di Judd Winick, disegni di Scott McDaniel e Andy Owens
48 pagine, colore, spillato, 16.8×25.7, Euro 2.95
Planeta/De Agostini
Un numero meno peggio del solito in una collana da dimenticare. Testi banali e disegni deludenti e raffazzonati, con solo dinamismo ma senza alcuna cura né espressività. Da dimenticare.
articolo di : Fabio Graziano
Per un paio di numeri, la collana di Freccia Verde ferma l’orologio e riporta indietro le lancette, andando a fare luce su quanto accaduto ad Oliver Queen e famiglia nel corso dell’anno precedente. Che, per chi non lo sapesse, è stato volutamente “sorvolato” dagli autori, nell’ambito del cross-over Infinite Crisis e della successiva storyline “One Year Later”.
In sintesi, dopo la bruciante sconfitta per mano di Merlyn, cui i lettori italiani hanno assistito nell’ultimo numero della precedente collana Planeta/De Agostini dedicata all’arciere di smeraldo, Green Arrow si è… allenato. Molto. In condizioni estreme di difficoltà. Giusto per amor di originalità. Nanni Moretti avrebbe urlato, probabilmente: “Ve lo meritate Chuck Norris, ve lo meritate!”.
Sarcasmo a parte, non è che questo numero sia così disastroso. Rispetto ai precedenti. Ma, come sempre da quando la collana è sceneggiata da Judd Winick, nessuno spunto è mai approfondito, è il regno della più totale superficialità e pigra faciloneria. Tutto ciò che vi aspettereste di leggere in una storia del genere, c’è. E non è un complimento.
I disegni di Scott McDaniel sono disarmanti. McDaniel ha l’unica dote di una evidente puntualità e professionalità. Non salta mai un numero. Purtroppo, perché le sue matite sono schizzate e frettolose a livelli imbarazzanti. I volti dei personaggi ricordano a volte l’espressività dei Playmobil, con l’aggravante, trattandosi di un fumetto, di non poterci giocare in acqua.
Un numero meno peggio del solito in una collana da dimenticare.
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