POPEYE 1
Testi e disegni di E.C. Segar
192 pagine, b/n & colore, cartonato, 37×26, Euro 25
Planeta/De Agostini
Finalmente in Italia la ristampa cronologica delle avventure di Popeye ad opera del suo ideatore, Segar. Forse non si ride a crepapelle, ma si sorride di continuo. Peccato per un’edizione che si distingue per alcune “planetate”.
Articolo di : Fabio Graziano
Molti protagonisti del fumetto sono nati come comprimari in una serie intitolata a qualcun altro, spesso arrivando ad oscurare per popolarità il nome del protagonista originale. È andata così anche per il buffo e scontroso marinaio Braccio di Ferro, che ha esordito nel 1929 nelle strisce di Thimble Theatre, allora dedicate principalmente alle avventure dei fratelli Castor e Olive Oyl.
Questa edizione, che ricalca per formato l’originale USA della Fantagraphics, ristampa le storie di Thimble Theatre dal ciclo che ha introdotto Popeye in poi. Nella prima parte, il volume raccoglie le strisce giornaliere edite in origine tra il settembre 1928 e il dicembre 1930; in coda, sono invece presentate nella loro interezza le tavole domenicali (1930-31), che raccontano avventure parallele e slegate rispetto alla continuità delle “dailies”.
Le storie sono leggere e deliziose. Per certi versi, ricordano le avventure dei paperi di Barks, con i difetti dei protagonisti, specchio non-così-tanto-deformante dei più vari tipi umani, a farla da padrone, nel ruolo di vero proprio motore pulsante delle vicende. Forse non si ride a crepapelle, ma si sorride costantemente. La traduzione pare inoltre piuttosto rispettosa del gergo dei personaggi, in un’opera dove il gergo e la parlata sono elementi fondamentali nella costruzione dell’atmosfera da America di inizio secolo, dove tutto può ancora accadere.
Purtroppo, non è tutto oro quello che luccica. Com’è possibile pubblicare un’opera come Popeye, reperto storico della cultura popolare di tutto il mondo, in una veste così prestigiosa e di lusso per poi curarne i dettagli alla stregua del più basso prodotto da edicola? Già la copertina si presenta con un errore tipografico scoraggiante; l’interno è tempestato di mancate traduzioni dallo spagnolo all’italiano, anche in casi piuttosto eclatanti che non avrebbero dovuto essere sfuggiti ai supervisori.
Un’occasione sprecata? Decisamente. Resta però forte la potenza del fumetto di Segar, di cui almeno un assaggio non dovrebbe mancare nella libreria di ogni amante dei comics.
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