IRON MAN & I POTENTI VENDICATORI 1

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Copertina dell'albo spillato IRON MAN & I POTENTI VENDICATORI 1 (edizione italiane di Panini Comics)
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IRON MAN & I POTENTI VENDICATORI 1
Testi di Christos Cage, Brian M. Bendis, Dwayne McDuffie, disegni di Butch Guice, Frank Cho, Michael Avon Oeming
100 pagine, colore, spillato, formato 17×26, Euro 3.80
Panini Comics

Iron Man torna mensile, e ci dà subito dentro contro due obiettivi d’alto profilo: Hulk e Ultron. Numero esplosivo, forse leggermente indigesto ai neofiti dell’Uomo di Ferro appena usciti dalle sale.

articolo di : Paolo D’Alessandro


In apertura: torna Hulk, e Tony Stark è fra i suoi obiettivi principali. “L’Incredibile Hulk”, parentesi scritta da Christos Gage necessariamente legata al crossoverone in corso, World War Hulk, è poco più di un “alternate take” dal punto di vista dell’Uomo di Ferro del primo atto dell’evento, con qualche timido legame a personaggi e sottotrame della testata “ospite”. Insomma, poco interessante e disegnato piuttosto modestamente.
L’albo continua con l’esplosivo esordio de “I Potenti Vendicatori”, dell’ancor più potente duo Bendis-Cho: la nuova squadra, figlia del post-Civil War, deve affrontare la minaccia di Ultron, che sembra aver messo k.o. lo stesso Iron Man! Lo scrittore sfodera uno storytelling più classico, ma pur sempre decompresso, con il ritorno (dopo mooolto tempo) dei balloon di pensiero, vecchio cimelio che, sembra paradossale, porta una ventata di freschezza alla storia. Poi, passatemi la frase un po’ retorica, Frank Cho non si smentisce mai.

Chiude l’albo un raccontino di Dwayne McDuffie originariamente apparso sulla collana di ristampe “Avengers Classic“: il simpatico episodio ci riporta ai primi giorni dei Vendicatori, con uno dei loro spassosi diverbi rievocato dai pennelli essenziali e sognanti di Michael Avon Oeming.
Un primo numero che non lo sembra per la nuova testata di Iron Man, poco appetibile al lettore occasionale, nonostante sotto una congiuntura molto fortunata: da un lato, l’imminente uscita della pellicola dedicata all’Uomo di Latta; dall’altra, la necessità di un nuovo mensile per ospitare il florilegio di nuove testate nate dopo Guerra Civile. Eppure, non si può certo parlare di “cattiva gestione” da parte della Panini, che ha sfornato un ottimo prodotto seguendo una logica editoriale tutto sommato sensata.

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