SUPERGIRL 4

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Copertina del volume SUPERGIRL 4 (edizione italiana di Planeta De Agostini)

SUPERGIRL 4
Testi di Joe Kelly, disegni di Alé Garza, Ian Churchill
128 pagine, brossurato, 16.8×25.7, colore, Euro 10.95
Planeta/De Agostini

Il ciclo di Joe Kelly si conclude come è iniziato, nella totale mancanza di una direzione chiara e di alcun elemento di interesse. Un volume confusionario e dai disegni mediocri. Sconsigliato.

articolo di : Fabio Graziano

In un delizioso film di Almodovar, un’anziana madre disse alla figlia che una donna abbandonata è “come una vacca senza campanaccio”. È smarrita, persa, lasciata a vagare senza che nessuno possa ritrovarla. Lo stesso si potrebbe dire dell’attuale serie di Supergirl, di cui Planeta/De Agostini ci presenta un nuovo, terribile volume. In circa una ventina di episodi, il ruolo di sceneggiatore è passato dalle mani di tre autori diversi, nessuno dei quali è stato in grado di attribuire alla collana una direzione precisa e convincente.

La storia è confusionaria e complessa. Nel primo volume, Jeph Loeb aveva seminato il dubbio che Supergirl fosse stata inviata sulla Terra per uccidere il cugino Kal, alias Superman. La questione è proseguita da Joe Kelly in queste pagine, con una serie di ribaltamenti di fronte che, a lettura finita, creano solo un gran mal di testa. Per di più, il racconto si sviluppa in una serie di malriuscite trovate da meta-fumetto, come quella del duello metafisico tra la protagonista e una specie di versione distorta della Supergirl Silver age, topos peraltro già abusato da altri autori.
Nonostante quest’ultimo volume, dall’emblematico titolo di “Origini”, si proponesse evidentemente di rispondere alle numerose domande che circondano il personaggio di Kara Zor-El, in realtà ancora oggi non è possibile dirimere tali dubbi se non in maniera abbozzata. Anzi, la storia lascia irrisolte alcune questioni di non poco conto, che sembrano volutamente dimenticate, come se nulla fosse.

I disegni, realizzati principalmente da Alè Garza, sono frettolosi e superficiali, e soffrono di una cronica mancanza di sfondi. A metterci una pezza è, soprattutto, l’ottima colorazione di Rod Reis.
In definitiva, trama inconsistente e di nessun interesse, mal supportata da personaggi banali, ritratti abbozzati di adolescenti stereotipati da MTV-generation. Meglio risparmiare per comprare fumetti più rispettosi dell’intelligenza e del gusto di propri lettori.

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