CAMELOT 3000 EDIZIONE ASSOLUTA
Testi di Mike W. Barr, disegni di Brian Bolland e Bruce Patterson, Terry Austin
320 pagine, cartonato, 21.2×32, colore, Euro 30
Planeta/De Agostini
Una discreta saga tra il fantasy e la fantascienza vede rivivere Re Artù in un tenebroso futuro. La storia è amena, i disegni magnifici. L’edizione italiana è vergognosa, indegna di qualsiasi edizione, anche non “assoluta”.
articolo di : Fabio Graziano
Torna, in una nuova edizione, Camelot 3000, indimenticato prodotto pre-Vertigo della DC anni ’80. La storia vede il ritorno in scena di Re Artù e di tutto il pantheon di personaggi della leggendaria tavola rotonda. Lontani dal loro classico ambiente “sword and sorcery”, i cavalieri di Camelot dovranno, questa volta, salvare il mondo nientemeno che da un’invasione aliena. Tra fantasy e fantascienza, i personaggi si faranno strada lungo un percorso, anche personale, molto drammatico.
Il peso di questa graphic novel è soprattutto di carattere storico. Camelot 3000 è la prima maxiserie uscita in America nel solo circuito delle fumetterie. La storia, sviluppata sotto forma di un vero e proprio romanzo, era diretta a un pubblico adulto e non recava in copertina il marchio rassicurante del Comics Code. Tale direzione è subito evidente alla lettura, e traspare non solo dalle pesanti atmosfere del devastato ambiente futuribile che fa da sfondo alla vicenda, ma anche dallo sviluppo dei protagonisti, coinvolti in triangoli amorosi e altre difficili situazioni private.
Accantonato il ruolo di precursore dell’interesse di casa DC verso i “mature readers”, che esploderà da lì a qualche anno con la nascita dell’etichetta Vertigo, non si può certo definire Camelot 3000 come un capolavoro. La storia procede spesso attraverso cliché, e in generale la sceneggiatura non risulta sempre ispirata. Ugualmente, si tratta di una lettura amena, arricchita dai disegni morbidi ed espressivi dello straordinario Brian Bolland. Purtroppo, data l’estrema lentezza dell’illustratore britannico, le sue matite sono state inchiostrate da altri artisti. Se per la prima metà del volume Bruce Patterson asseconda piuttosto fedelmente le linee morbide di Bolland, il resto è rovinato dal ruvido tratteggio di Terry Austin.
Veniamo alle note dolenti. Nonostante il titolo del volume, non si può certo definire questa edizione come “assoluta”, a meno che non si intenda… assolutamente inadeguata. In primis, il consueto nonsense editoriale della Planeta/De Agostini ha impedito l’utilizzo delle tavole nella versione ricolorata, a breve in uscita oltreoceano. Valeva la pena di tanta fretta? Inoltre, l’edizione è comunque di qualità disastrosa. Spesso nelle didascalie il testo in italiano è sovrapposto al lettering in spagnolo, oppure è sfalsato verso l’alto, col risultato imbarazzante di uscire da box e balloon.
In definitiva, un volume da lasciare senza appello sugli scaffali. Ai fan accaniti dell’arte di Bolland, il consiglio è di recuperare la più agile edizione Magic Press, anch’essa cartonata.
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