LA MORTE DI SUPERMAN
Testi di Dan Jurgens, Louise Simonson, Roger Stern e AA. VV., disegni di D. Jurgens, Jerry Ordway, Jon Bogdanove, Tom Grummett, Jackson Guice e AA.VV.
792 pagine, cartonato,16.8×25.7, colore, Euro 40
Planeta/De Agostini
Torna una delle storie più controverse di Superman. Un blockbuster tamarro e abbastanza vacuo, che risente da ogni punto di vista del passaggio degli anni.
articolo di : Fabio Graziano
Nel bene o nel male, “La morte di Superman” è una delle storie più note del capostipite dei super-eroi. Da un lato, fin dal titolo la storia presenta molti livelli di analisi, dalla decostruzione dell’icona pop (reminiscenza dadaista?) alla concretizzazione del parallelo biblico tra l’alter-ego di Clark Kent e la figura di Gesù Cristo. Purtroppo, l’opera orchestrata dal mediocre Dan Jurgens non gratta che la superficie della messe di possibilità tematiche, limitandosi a fornire oltre 700 pagine di devastanti scazzottate. Sono storie come questa che hanno contribuito a creare lo stereotipo, più o meno fondato, della banalità dei comics realizzati negli anni ’90. Ugh.
Dopo oltre un decennio, anche i disegni risultano invecchiati male. La maggioranza degli artisti coinvolti non sono che onesti mestieranti, come Grummett o lo stesso Jurgens, sfavoriti agli occhi del lettore moderno da una colorazione piatta che non ne arricchisce le tavole.
Come al solito, l’edizione italiana da parte di Planeta/De Agostini lascia a desiderare. L’apertura del volume andrebbe eseguita solo armati di maschera anti-gas, per sopravvivere all’olezzo insopportabile che emana. Inoltre, molte pagine, soprattutto tra le ultime, risultano sfocate, probabilmente a causa di una stampa da file a bassa risoluzione. Problemi nell’operazione di lettering digitale?
In definitiva, un blockbuster tamarro e abbastanza vacuo, che risente da ogni punto di vista del passaggio degli anni, specialmente da quello grafico. L’edizione di dubbia qualità conferma l’acquisto di “La morte di Superman” come un puro atto di masochismo.
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