STRANO, MA VERO! /01
di Brian Cronin (traduzione di U. Rossolini e M. Vaccari)
Benvenuti alla prima puntata di una rubrica insolita e un po’ ficcanaso, che indaga sulle cosiddette “leggende metropolitane” del mondo del Fumetto. Vada a Cesare quel che è di Cesare: questo, come gli articoli che seguiranno nei prossimi mesi, non sono che l’edizione italiana di “Comic Book Urban Legends”, column curata ancora oggi dall’informatissimo Brian Cronin sul Blog del sito americano Comic Book Resources. La Redazione di Glamazonia approfitta dell’occasione per rinnovare i ringraziamenti all’autore originale, che così gentilmente ci ha concesso di tradurre i suoi brillanti pezzi.
Rispetto all’edizione in lingua madre, però, qui si è scelto di raccogliere secondo una più stringente logica tematica i vari articoli dei quali si compone ogni singola istanza di “Comic Book Urban Legends”. Si comincia alla grande, con una raccolta di aneddoti e curiosità su alcuni dei più celebri personaggi Disney.
Buona lettura!
COMIC URBAN LEGEND: Ad un inventore è stato negato un brevetto in Olanda per colpa di una storia di Paperino scritta da Carl Barks.
STATUS: sembrerebbe essere vera.
Karl Krøyer era un promettente inventore danese, la cui più grande invenzione probabilmente è stata creare il processo continuo del glucosio, che dà come risultato gli Zuccheri Totali.
Comunque, un’altra notevole invenzione fu il sistema che Krøyer sviluppò per sollevare le navi sommerse attraverso l’inserimento di 27 milioni di palle di plastica fatte di schiuma di polistirolo espanso, cioè sostanzialmente, palline da ping-pong.
Krøyer usò questo metodo nel famoso recupero della nave per trasporto merci “Al Kuwait” nel 1964. Ecco una copia del piano di Krøyer:
Anche allora le riviste che descrissero l’evento fecero un parallelo con una storia di Carl Barks del 1949, dove Paperino e i suoi nipoti sollevano una nave sommersa riempiendola con palle da ping-pong attraverso un tubo.
Krøyer richiese, e gli fu approvato, un brevetto per il suo processo di recupero delle navi in Inghilterra e Germania. Invece, gli fu negato in Olanda.
Questo perché l’ufficio olandese prese in considerazione il fumetto (il quale fu pubblicato, per inciso, quando Krøyer aveva 45 anni) e decise di rifiutare il brevetto, perché uno dei requisiti per un brevetto è che l’idea deve essere nuova, e visto che l’idea era stata usata 15 anni prima, non era più una novità.
Non c’è neppure da dire che Krøyer prese l’idea dalla storia del fumetto. Egli negò di averlo fatto, e non c’è nessun motivo per non credergli. Comunque, se essi gli negarono il brevetto perché l’invenzione era stata illustrata precedentemente (nel fumetto), allora non dovrebbe importare se egli abbia effettivamente letto la storia, tutto quello che importa è che il fumetto sia uscito prima della sua invenzione.
L’unico problema con questo racconto è che non ci sono documenti ufficiali riguardo tutta la vicenda. Noi sappiamo per certo che non gli fu concesso il brevetto, ma non ci sono scritti che spieghino il perché. Tutti i documenti dell’epoca sono stati distrutti, e l’avvocato che rappresentò Krøyer è morto anni fa (come del resto anche Krøyer stesso).
Comunque, solo alcuni mesi fa, l’ufficio brevetti olandese ha emesso una dichiarazione che conferma la storia, così, mentre c’è una reale possibilità che non sia vera, io penso che una conferma da parte dell’ufficio brevetti olandese (combinata con l’onesta e ragionevole natura dell’affermazione) è abbastanza per dare una possibilità di verità alla nostra “leggenda urbana”.
COMIC URBAN LEGEND: Esisteva un quarto nipote di Paperino chiamato Phooey.
STATUS: falso.
Quando hai tre nipoti che sembrano esattamente uguali, talvolta è difficile tenerli separati, così una volta ogni tanto (e con una volta ogni tanto, intendo che non era certamente una cosa normale), capitava che un artista in un fumetto di Paperino disegnasse accidentalmente un quarto papero.
Negli anni successivi, i fan di Paperino hanno iniziato a chiamare questo papero “Il quarto nipote, Phooey” (chiamato in italiano “Que”).
Comunque, quando senti ripetere qualcosa in continuazione, sia pure come scherzo tra i fan, dopo un po’ di tempo inizia ad acquisire un senso di ufficialità, così vediamo di sistemare questa cosa definitivamente.
Non c’è nessun quarto nipote che si chiami Phooey.
E’ solo uno scherzo fra i fan riguardante un occasionale errore da parte degli artisti, che hanno incluso un quarto papero come nella vignetta qui a sinistra. Ringraziamo il lettore razor wasp per questo link, dove viene mostrato Carl Barks fare lo stesso errore in quattro vignette.
Ammetterò, tuttavia, che fan intraprendenti di Paperino talvolta possono uscirsene con cose intelligenti, come quello che ha scoperto ciò che per lui è la prima apparizione di Phooey:
Molto bravo, eh?
COMIC URBAN LEGEND: Paperino ha scoperto il metilene.
STATUS: vero, per modo di dire.
Come già detto in un precedente “Comick Book Urban Legend Revealed”, Carl Barks era un vero maestro nel presentare nei suoi fumetti fatti “scientifici” in maniera molto realistica, anche quando se li inventava totalmente. Difatti, come mostrato nella prima parte, una procedura che aveva utilizzato in una avventura di Paperino ha fatto sì che ad un inventore sia stato negato un brevetto, poiché il suo procedimento era molto simile a quello di Barks.
Barks non si limitò solo a presentare interessanti procedure, ma incappò anche in alcune scoperte di chimica, come nel numero 44 di Walt Disney Comics and Stories del 1944.
Il fantastico sito internet di Daniel van Eijmeren, la “Guida all’universo di Carl Barks”, ci dà alcuni dettagli su quanta attenzione mettesse Barks nelle sue storie, in questo albo intitolato “Il chimico pazzo”:
Quote:
Nel 1963, lo studio della Disney scoprì quanto fossero numerosi e fedeli i lettori di Barks. Arrivò una lettera di Joseph B. Lambert dell’Istituto di Tecnologia della California, che evidenziava un curioso riferimento in “Gli stati di rotazione dei Carbeni” , un articolo tecnico scritto da P.P. Gaspar e G.S. Hammond” (pubblicato su Carbene Chemistry, edito da Wolfgang Kirmse, New York: Academic Press, 1964). ”A dispetto del recente grande interesse verso la chimica del metilene,” si legge nell’ultimo paragrafo dell’articolo, “c’è bisogno ancora di molti studi aggiuntivi… Fra gli esperimenti che non hanno ancora portato a nulla, a quanto ne sappiamo, c’è una delle cose più intriganti suggerite dalla letteratura di almeno 19 anni fa (91).” La nota 91, in effetti, inviava i lettori al numero 44 di “Walt Disney’s Comics and Stories”. Sembra che il riferimento di Paperino al CH2 (la formula chimica del Metilene) nella tavola 2.1, fosse di anni avanti rispetto al suo tempo: l’esistenza di questo elusivo intermediario chimico non era ancora stata provata nel 1944.
“Dall’inclusione di questa nota in un articolo altrimenti scolastico,” spiegò Lambert, “derivò la scoperta che il Dr.Gaspar ed io condividevamo entrambi, e ognuno per conto suo, una stima di lunga durata per le avventure di Paperino. Entrambi avevamo conservato copie di alcune delle avventure classiche. Fu il Dr.Gaspar che riscoprì questo primo accenno al carbene.”Altri membri della comunità scientifica videro il riferimento. Un anno dopo, lo Studio ricevette una lettera da Richard Greenwald, uno scienziato di Harvard. “Recenti sviluppi nella chimica hanno concentrato maggiormente l’attenzione sulle specie di questo tipo,” commentò Greenwald. “Senza essere tecnico, lasciatemi dire che i carbeni possono essere creati ma non isolati; questo vuol dire che non possono esser messi in un barattolo o chiusi in un guscio. Essi possono, comunque, essere predisposti a reagire con altre sostanze. Paperino stava già usando il carbene in quel modo, molti anni prima che ai “veri chimici” venisse anche solo in mente di utilizzarlo così.”Una vignetta estratta dalla la storia, è stata poi usata per illustrare un articolo di Robert A. Moss (“La chimica del carbene”, News chimiche e d’ingegneria, 16 Giugno 1969) e un manuale di Robert Morrison e Robert Boyd (Chimica organica, terza edizione, Boston; Allyn e Bacon, 1973).
F. James Holler e Jhon P. Selegue, nel loro eccellente sito web, “La tavola periodica dei fumetti”, esaminano anche quella storia, e ci dicono a riguardo che fu la prima citazione del metilene mai pubblicata!
Cortesemente concessa da Holler e Selegue, qui c’è una pagina del numero in questione:
Molto bello, eh?
COMIC URBAN LEGEND: La Disney produsse una serie di strisce di Topolino, nelle quali il personaggio tentava in vari modi il suicidio.
STATUS: vero.
L’esperto Disney David Gerstein mi parlò di questo fatto molti mesi fa, ma l’avevo totalmente dimenticato fino a quando non l’ho ritrovato nel fascicolo delle cose da fare, ed è veramente straordinario!
Topolino aveva molto successo tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, così non sorprende se qualcuno decise che avrebbe funzionato nelle strisce a fumetti. Walt Disney era troppo impegnato per essere coinvolto nella produzione delle strisce, ma si assicurò di contribuire con un’importante idea per lo scrittore/artista Floyd Gottfredson: il primo arco di storie avrebbe dovuto includere vari tentativi di suicidio di Topolino, tutti destinati a concludersi comicamente!
Qui ci sono alcuni esempi (della metà di Ottobre 1930):
”Perbacco, non avrei mai pensato che Minnie si sarebbe innamorata di qualcun altro. Non posso ancora credere di averla vista baciare quell’individuo, un babbeo! Gli occhi devono avermi ingannato!”
”Tutti sembrano felici! Perché il mondo deve essere contro di me?”
”Che cosa devo fare? A lei non importa più di me, che motivo ho di vivere! Senza Minnie, posso anche farla finita!”
”Non c’è speranza! Fino a che Minnie è innamorata di quel babbeo, io sono perso…Sono come una nave senza vele, così posso anche puntare verso l’altro mondo”
”Addio, Minnie… addio mondo crudele! Uno…due”
”Pazzo, pazzo, pazzo”
”Suppongo abbia ragione!”
”Non c’è speranza! E’ inutile non posso cacciare Minnie dalla mia testa! Non posso proprio andare avanti senza di lei! C’è il fiume per me!”
”Addio, Minnie! Addio, mondo crudele!”
”Un clandestino, eh? Bene Non ti faccio fare il viaggio senza pagare …c’è l’acqua per te!”
”Aiuto! No! No! Ti prego non lo fare! Io non so nuotare! Potrei affogare!”
”Senza Minnie, tutti i miei sogni sono diventati incubi… aprirò il gas e la finirò una volta per tutte!”
”Addio Minnie! Addio mondo crudele!”
”Ah…gas gratis per i miei palloncini!”
”Aiuto! Credo mi abbiano sparato!”
Non è affascinante?
Eh, com’è cambiato il senso dell’umorismo (e il fatto che Topolino ne avesse!)…
I disegni sono una cortese concessione della Bernacle Press, nel sito della quale potete scoprire come Topolino si sia trovato in questo impiccio e quanto in là si sia spinto!
Grazie a David per l’idea!
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