BATMAN 17
Testi di Peter Milligan, Fabian Niceza, disegni di Freddie Williams II, Don Kramer e Wayne Faucher
48 pagine, colore, spillato, formato 16.8×25.7, Euro 2.95
Planeta/De Agostini
Inizia in via ufficiale il nuovo bat-cross-over. Damian, Robin e Nightwing uniti in una lunghissima scazzottata contro un’orda di ninja. Una lettura da autobus e poco più, peccato.
articolo di : Fabio Graziano
Dopo il prequel del mese scorso, inizia in via ufficiale il nuovo cross-over del mondo dell’uomo pipistrello, “La Resurrezione di Ra’s Al Ghul“. Il fatto che il titolo sia così esplicativo è, per una volta, un fatto positivo, se considerato come un incentivo a lasciare questo albo sullo scaffale dell’edicola. Tanto sapete già cosa succede, giusto? E, credetemi, non c’è molto altro in questa storia se non quanto espresso, appunto, dal titolo.
I due episodi raccolti in questo spillato, tratti dalle collane regolari di Nightwing e Robin, scorrono piano, quasi come due tappabuchi. L’alter ego di Tim Drake affronta, nel solito qui pro quo da team-up, il giovane ma agguerrito Damian, intrufolatosi nella bat-caverna in cerca dell’aiuto del padre Bruce Wayne. Il redivivo nonno Ra’s non ha mostrato finora di avere esattamente a cuore la salute della propria discendenza. Anzi. Nel parentado, Damian in primis, c’è sincera preoccupazione per ciò che potrebbe accadere loro d’ora in poi. Non a caso la battaglia tra i due bat-discepoli si conclude con la coppia unita, schiena contro schiena, ad affrontare un’orda di ninja. Meno male che Batman, da bravo deus ex machina, organizza il teletrasporto di Nightwing in zona: arriva la bat-cavalleria. Riuscirà l’eroico Dick Grayson ad essere d’aiuto?
Onestamente, non è che questo fumetto sia così brutto da volerlo buttare nel cestino. Però, considerando l’hype creato dall’editore attorno a questa storyline, l’inizio appare un po’ troppo ordinario e deludente. Una lettura da autobus e poco più, insomma.
A proposito di cestino, è quello il luogo di conservazione ideale dei disegni di Freddie Williams II, artista di “Robin”. Anatomie fantasiose, pessimo uso del chiaroscuro, inquadrature poco riuscite e che spesso penalizzano lo storytelling, e chi più ne ha più ne metta. La nota più stonata di questo numero di Batman è senz’altro lui.
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