NOVA E I GUARDIANI DELLA GALASSIA 1
Testi di Dan Abnett e Andy Lanning,
disegni di Wellington Alves e Paul Pelletier
144 pagine, colore, brossurato,
formato 17×26, Euro 5.30
Panini Comics
Recensione di Dario Beretta
Se c’è una cosa di cui i lettori Panini possono essere soddisfatti, è il trattamento riservato dall’editore alle serie cosmiche Marvel. Da Annihilation in poi, infatti, la casa modenese ha presentato praticamente tutta la produzione fantascientifica della Casa delle Idee in volumetti da edicola dal prezzo contenuto e dall’elevato numero di pagine: un’accoppiata vincente per ogni fan. Non fa eccezione questa nuova uscita dedicata a Nova e i Guardiani della Galassia: per poco più di cinque euro, infatti, vi portate a casa ben quattro episodi di Nova e due della neonata serie dei Guardiani.
Certo, tanta quantità sarebbe inutile se non supportata da un’adeguata qualità, che per fortuna non manca. Abnett e Lanning sono tra i più apprezzati scrittori di comics di fantascienza con pieno merito, e lo dimostrano un’altra volta con storie avvincenti, personaggi ben caratterizzati e soprattutto una direzione chiara per loro collane, dove non si ha mai la sensazione di navigare a vista, anzi. Un pregio che dovrebbe essere alla base di ogni operale seriale, e che invece troppo spesso viene a mancare. Nelle loro mani, Nova continua a essere una delle migliori serie regolari Marvel dell’ultimo periodo, e la vera spina dorsale delle rinnovate saghe cosmiche dell’editore americano: avrete modo di constatarlo anche nei quattro episodi qui presentati. L’esordio dei nuovi Guardiani della Galassia, che chiude il volumetto, è anch’esso assolutamente positivo: raccoglie l’eredità della miniserie di Starlord di Keith Giffen in maniera convincente, e si distacca un pò dai soliti cliché sulla nascita di un nuovo team.
Anche il lato grafico è pienamente soddisfacente: sia il veterano Paul Pelletier che il quasi esordiente Wellington Alves forniscono un’ottima prova. Tavole d’impatto, con inquadrature sempre interessanti e coinvolgenti, ma al tempo stesso chiarissime e leggibili. Certo, la differente maturità tra i due è ben visibile, e rende il lavoro di Pelletier complessivamente superiore (anche perché è migliorato moltissimo negli ultimi due anni, evolvendo il suo stile verso un tratto più plastico, alla Alan Davis), ma Alves, come già detto, non delude, anzi, si impone come un talento da tenere d’occhio per il futuro.
In definitiva, un albo assolutamente consigliato a tutti gli amanti del fumetto di fantascienza.