UNIVERSO DC: AZTEK THE ULTIMATE MAN

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Copertina del volume italiano UNIVERSO DC: AZTEK THE ULTIMATE MAN (DC Comics)

UNIVERSO DC: AZTEK THE ULTIMATE MAN
Testi di Grant Morrison e Mark Millar, disegni di N. Steven Harris
240 pagine, brossurato, colore, formato 15×23, € 15,95
Planeta DeAgostini

di Marcello Vaccari
Aztek è una creatura degli inglesi Grant Morrison e Mark Millar datata 1996, quando Millar era ancora un autore sconosciuto. La testata è stata cancellata dopo soli 10 numeri, a causa delle scarse vendite. In questa serie, Morrison, così come aveva fatto con il suo famosissimo Animal Man, stava cercando di creare ed usare un supereroe abbastanza tipico, per narrare storie atipiche, pur rimanendo negli standard delle storie supereroiche. Per Aztek lo scozzese ha cercato di ribaltare il classico cliché del “supereroe alle prime armi, che deve imparare ad utilizzare i suoi poteri e contemporaneamente trovare un nuovo rapporto con la famiglia e gli amici” (imposto da Stan Lee con il suo Uomo Ragno e poi imitato innumerevoli volte), impostando un personaggio che sa benissimo come usare i suoi poteri, visto che è stato addestrato fin dalla nascita in una specie di monastero ipertecnologico. Proprio per questa sua clausura però, non sa assolutamente nulla della vita di ogni giorno, ed il suo maggior problema è quello di inserirsi come una persona qualunque nella città di Vanity, inventata da Morrison per l’occasione, e di farsi qualche amicizia. Sicuramente il maggiore problema di questa serie, quello che probabilmente l’ha fatta affondare, è la lentezza dell’azione. Infatti i due narratori si sforzano soprattutto di creare una psicologia interessante e di gettare le basi di sviluppi futuri, piuttosto che impegnarlo in pirotecnici (e rapidi) scontri, che però sono evidentemente quello che voleva il lettore americano dell’epoca. La narrazione fluisce così abbastanza lenta, quasi un ritmo da soap-opera, che però va pian piano accelerando, portando gli ultimi numeri ad essere più incalzanti e facendo prevedere sviluppi ancora più interessanti, che purtroppo sono rimasti solo nelle intenzioni (Morrison ha poi dichiarato che aveva già previsto lo svolgimento della serie fino al n.24). Aztek è poi passato nelle file della JLA, che proprio in quel periodo era scritta da Morrison, e su queste pagine ha poi portato in qualche modo a termine la storia (numeri 10-15 e 38-41). Ne consiglio comunque la lettura, soprattutto a chi ama il fumetto più lineare (potrei dire “europeo”) ed intenso, e non solo per gli intelligenti (e spesso divertenti) dialoghi e le solide trame; ma lo consiglio anche per i buonissimi disegni dello sconosciuto Steven Harris, in possesso di uno stile dettagliato e potente, con una notevole propensione per le inquadrature cinematografiche, sia pure con qualche incertezza iniziale soprattutto nei volti, che migliora costantemente pagina dopo pagina.

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