AMAZING SPIDER-MAN 599
Testi di Joe Kelly, disegni di Stephen Segovia, Marco Checchetto, Paulo Siqueira & Amilton Santos
32 pagine, colore, spillato, 17×26, 2.99 $
Marvel Comics
di Paolo D’Alessandro
Il mondo di Spider-Man sta cambiando a un ritmo quasi allucinante. Come ricordato, Norman Osborn ha in mano l’intera comunità super-eroistica da quando è stato nominato capo dell’H.A.M.M.E.R., Jonah J. Jameson è da poche settimane il nuovo sindaco di New York City e Zia May sta per sposarsi… proprio con il padre di JJJ. Insomma, ce n’è abbastanza per una crisi di nervi, ma sono gli affetti, in primis Harry Osborn, a tenere a galla Peter Parker.
Proprio quando la vita sembrava sorridere a Harry, il retaggio degli Osborn torna a infestare la sua vita, quando Norman lo costringe con uno stratagemma a unirsi ai Vendicatori Oscuri. L’ex Goblin è arrivato a sviluppare il progetto American Son, grazie al quale intende trasformare in “supereroe” il figlio tanto bistrattato. Nel tentativo di salvare l’amico, Peter si infiltra nella squadra sotto le mentite spoglie di Venom, ma viene ben presto scoperto e torturato. E quale meraviglia quando a strapparlo da morte certa sarà proprio Harry, che ingaggia un duello con il padre che volge al termine proprio in questo Amazing Spider-Man 599.
Dicevamo, grandi poteri, grandi responsabilità: American Son è stata un pasticcio. Un pasticcio per molti versi ignorabile. Ma un pasticcio che, visti motivi e protagonisti della contesa, addolora. Kelly si trova in mano un intreccio che gestisce poco saggiamente – forse una patata troppo bollente, chi lo sa: dopo una partenza compatta, diluita ma promettente, lo sceneggiatore comincia a perdere senso del ritmo e bussola dei personaggi, sabotando sottotrame promettenti e mettendo in serio pericolo l’interesse del lettore con un paio di fuochi d’artificio narrativi particolarmente raggelanti. Il finale è un non-finale, come cattiva tradizione di questo tipo di tie-in, in cui la never-ending battle del Ragnetto contro il Goblin ritrova una pedina a lungo ignorata, ma si scopre relegata in uno scomodo vicolo cieco, condannandoci ancora a periodiche rimesse in scena di un conflitto che non ha proprio intenzione di evolvere – se neanche cambiando le premesse, come in questo caso, si riesce a “cavare un ragno dal buco”. Guardando allo scenario attuale del Marvel Universe, se c’è una via d’uscita da questa empasse, non passa sicuramente dalle pagine di Amazing Spider-Man.