LOGO STUDY: JUSTICE LEAGUE /1

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LOGO STUDY: JUSTICE LEAGUE /1

di Todd Klein (trad. di Giuseppe Petronio e Alessandro Neri)

Todd Klein lavora dal 1977 alla DC Comics: in questi anni si è occupato del design di molti logo e del lettering di alcuni dei fumetti più conosciuti nel mondo. In questo lungo articolo ritraccia tutte le tappe che hanno portato al logo attuale della Justice League of America.

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Il logo originale di Ira Schnapp – Gli anni ’60-’80

Entrai in contatto per la prima volta con la Justice League of America grazie a questa pubblicità fatta dalla stessa DC Comics, che si trovava spesso in altri albi DC che possedevo verso la metà degli anni ’60 (grazie a Robby Reed di Dial B-For-Blog per la splendida riproduzione). Ricordo ancora il brivido che sentii quando la vidi per la prima volta e capii cosa significasse: tutti i più importanti eroi della DC insieme in un solo albo. Che idea fantastica! Ma per anni non seppi che in realtà si trattava di un’idea riciclata. La stessa DC, pioneristicamente, l’aveva escogitata già nel 1940 con la Justice Society of America che appariva in All Star Comics, dal numero 3, usando la versione originale di alcuni eroi che avremmo ritrovato poi nella Justice League.

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Sebbene questi fumetti fossero disponibili in molti posti, io vivevo in una zona di campagna in cui non c’erano dei negozi che potessi raggiungere a piedi, per cui potevo comprare dei fumetti solo occasionalmente, quando andavo con i miei genitori al negozio di alimentari o dal giornalaio e solo se li convincevo a darmi qualche soldo. Hey, dieci centesimi erano un sacco di soldi allora!
Io ero così preso dall’idea della Lega che, appena ne ebbi la possibilità, mi abbonai, cosa che feci per la prima ed ultima volta con un fumetto.
Questa meravigliosa immagine pubblicitaria, progettata dal letterista della DC, Ira Schnapp, infiammò la mia anima da fan, ne sono certo. Il logo che egli disegnò apparve due volte, su una grande immagine pubblicitaria e sulla copertina del primo numero. Ma in realtà era già apparso un po’ di mesi prima.

The Brave and the Bold era una testata antologica sperimentale della DC e la Justice League vi apparve per 3 numeri, a partire dal numero 28, la cui copertina è datata marzo 1960. Ira Schnapp aveva progettato anche il logo di The Brave and the Bold ed aveva letterato tutta la copertina, come faceva per tutte quelle della DC in quel periodo. I suoi logo sono caratterizzati da lettere squadrate, come quelle in questo logo della JLA, e per le sue scritte eleganti, come nella parola “presents” o nelle lettere minuscole della parola “of” nel logo. L’uso di forme solide nelle parole “Justice” e “America” contenute in un insieme colorato, come questo schema patriottico rosso-bianco-blu, permetteva un maggior uso di colori che lo facessero risaltare tra gli altri. Le forme interne sono piuttosto inconsistenti, con le parti orizzontali delle “S”, “E” e “A” più fine rispetto al resto, il che fa pensare che possano essere state pensate più tardi rispetto al resto. Ma potrebbe essere anche solo un’esigenza del disegno, in quanto Schnapp voleva chiaramente un tipo di lettera che fosse più in grassetto e pesante possibile.

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Per me, comunque, le parti più interessanti del progetto rimangono lo scudo e le stelle. Suppongo che lo scudo sia stato messo lì per ricordarci il distintivo della polizia, giocando con l’idea di un team di combattenti per la giustizia, sebbene non fossero propriamente un gruppo legato al governo. Le stelle, invece, aggiungono quel tocco di patriottismo americano. Da ragazzo amavo davvero tanto questo logo. ricalcandolo spesso e quindi rovinando molte di quelle copie di fumetti che mi arrivavano in abbonamento, che comunque ora sono andate perdute.

Schnapp ha pensato anche ad inclinare il logo e, con ciò, ha fatto sì che si adattasse perfettamente agli altri elementi della parte alta della copertina. Lo aveva sicuramente progettato così fin dall’inizio, poichè le lettere nel logo JLA sono tutte allineate verticalmente con i bordi dell’albo, dando loro una certa stabilità, mentre l’inclinatura verso l’alto aggiunge forza da un punto di vista dell’effetto visivo. Penso che lo stesso logo senza questa inclinatura sarebbe risultato meno interessante. E lo sfondo completamente nero ha permesso che questo risaltasse nella maggior parte delle copertine.

Questo sfondo nero funziona ancora bene nei primi numeri della serie regolare anche se, senza il logo di The Brave and the Bold su di esso, rimane una sorta di spazio triangolare vuoto. Sarà riempito in qualche numero da delle scritte. In quello qui sotto il logo JLA fu messo più in alto ed il prezzo dell’albo subito sopra a questo.

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In rare occasioni, quando vi era lo sfondo scuro come nel numero 3, invertendo il nero con il bianco si aveva un altro bell’effetto. Furono sperimentate altre variazioni di colore, tanto per cambiare. Nel complesso penso che questo fosse un logo particolarmente efficace.

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 Nel 1966 questa versione alternativa (sempre di Schnapp) iniziò a comparire senza lo scudo e con le lettere che proiettavano verso sinistra un’ombra nera. Adesso le lettere sono libere.
Mi piace meno dell’originale. Le lettere non suscitano alcun interesse senza lo scudo, che creava un forte legame con quello che era il contenuto dell’albo.

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Ma, mentre il logo originale della JLA di Schnapp non esiste più negli archivi della DC, il secondo rimane. In qualche modo è sopravvissuto per quasi 50 anni. Una cosa che balza subito agli occhi è quanto sia larga la “J” ed anche più alta rispetto alle altre lettere, una sorta di firma di Schnapp. Ma ciò che preferisco in questo logo è quel piccolo “of”.

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Una brutta versione di questo logo apparve nel numero 63. Si cercò di guadagnare spazio in quanto in copertina troneggiava una gigantesca immagine di Superman e non si voleva che andasse sulla scritta. Il risultato fu pessimo. Infatti il logo precedente ritornò abbastanza velocemente.

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Qui lo schema dei colori è strano in quanto lo sfondo è tutto viola, anche se il ritorno dello scudo gli permette di funzionare abbastanza bene.

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Nel 1969 si ripete spesso questa composizione della copertina con il disegno principale in una sorta di gabbia quadrata, la composizione del logo in alto e le teste dei personaggi principali che scendono giù lungo il lato sinistro della pagina. Infatti Ira Schnapp aveva da poco lasciato la DC, dopo una carriera nella compagnia fin dalla sua fondazione. Le scritte in alto e i balloon sono opera del grande letterista freelance Gaspar Saladino e sono un buon esempio dello stile e del talento che ha aggiunto ad un disegno di copertina piuttosto noioso. Saladino si occupò anche del lettering delle due precedenti copertine. Il logo di Schnapp rimase per molti anni, ma tra il 1970 e i primi anni 80 mi fu chiesto di rinnovarlo.

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La seconda JLA – Gli anni ’80

Alla fine del 1983 la Justice League of America poteva vantare una testata mensile durata quasi 24 anni per un totale di oltre 200 numeri.
Anche se era ancora piuttosto popolare per un titolo DC, era stato eclissato da nuovi titoli dedicati a super gruppi adolescenziali tipo New Teen Titans e la Legione dei Super-Eroi. La serie stava esaurendo la sua vena, così il nuovo editor Alan Gold decise di smuovere un po’ le cose portando nuovi giovani eroi per sostituire alcune vecchie reclute.
Pensò anche di rifare l’ormai usatissimo logo di Ira Schnapp ed io venni arruolato per modificarlo. Tutti amavano quel vecchio logo, si voleva solo abbellirlo un po’ ed è proprio quel che tentai di fare.

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La maggior parte dei logo che ho disegnato per la DC e per altre aziende rimangono da loro, conservate in qualche schedario, ma alcuni li ho riavuti indietro e questo è uno di quelli. All’epoca, il mio metodo di lavoro consisteva nel disegnare il primo abbozzo a matita e poi inchiostrarlo con un pennarello nero. I bozzetti a pennarello poi venivano mostrati alla DC e, quando avevo l’approvazione, passavo la china su un sottile foglio di plastica Denril messo sullo schizzo a pennarello. Questa era la carta che avevo scelto perchè mi permetteva di tracciare, con la mia penna Castelli TG-1, una linea d’inchiostro molto pulita e, se necessario come in certi angoli, l’inchiostro può essere cancellato, cosa molto semplice da fare grattando via con un coltellino Exacto. Anche la carta pergamena Denril era molto stabile e impediva all’inchiostratura di cambiare nel tempo anche a dispetto dell’umidità ambiente, al contrario della normale carta da disegno. A conferma di ciò, il logo è ancora bianco oggi così come quando lo disegnai 25 anni fa. C’è un inconveniente, però. Qualunque goccia di sudore delle mia dita, mani o braccia crea una zona repellente all’inchiostro, quindi potevo prendere il foglio solo dagli angoli e dovevo anche proteggerlo mettendo un altro foglio tra questo e le mie mani.

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Da un punto di vista dello stile, disegnai la prima lettera della parola principale più grande e le detti delle piccole grazie (in tipografia le “grazie” sono le piccole barrette poste alle estremità di alcune lettere in certi font tipografici: per esempio questa “I” ha delle grazie. NDT). In genere le lettere con le grazie sono un qualcosa in più nei fumetti. Le altre lettere sono una mia versione in caratteri maiuscoli, che ricalca molto lo stile di quelle di Schnapp. Aggiunsi delle punte agli angoli delle lettere “S”, “G” e “C” e tutti gli altri angoli sono più aguzzi. Inoltre le lettere sono più inclinate di quelle di Schnapp, così che quando il logo è stampato nella solita inclinatura sembrano leggermente in corsivo verso destra. Aggiunsi anche una doppia bordatura allo scudo per far sì che risaltasse in copertina (una cosa simile era stata fatta anche nel logo di Schnapp, come visto in precedenza).

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Non sono proprio sicuro ora, ma il leggero contorno delle lettere mi fa pensare che l’avessi immaginato così affinchè lo sfondo fosse riempito con il colore nero, come sopra, o comunque con uno molto scuro. In alternativa, se lo sfondo fosse stato bianco, le lettere sarebbero state riempite con un unico colore. Non ho nessuna prova per dirvi cosa effettivamente volessero alla DC, ma questo è quel feci.

Il logo fu accettato e pagato… Le lettere “AG” in una delle immaini precedenti sono quelle dell’editor Alan Gold. Ma prima che venisse mandato alle stampe, mi fu chiesto di fare delle lettere più pesanti per farci stare dei contorni. Ho ancora la versione originale di quel logo:

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Ora le lettere avevano un maggiore peso ed impatto.
Sfortunatamente i tratti orizzontali delle “E” e “A” sono molto stretti e nella stampa, tendono a scomparire. Mi piacerebbe poter sistemare la cosa. Anche le aperture nella “S” e nelle “A” sono troppo piccole. Ma questo era ciò che volevano e la scritta fu combinata con la versione precedente dello scudo e delle stelle e con la parola “of” per la fase finale di stampa, che apparve per la prima volta nel numero 231:

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Tutto sommato, penso che funzionava abbastanza bene, anche se avrei preferito che alcune parti rimanessero più massicce, invece che con tutte quelle aperture che furono inserite nel progetto finale. Utilizzare tutti questi contorni ci dava la possibilità di usare una maggiore varietà di colori e questo, penso, sia il motivo per cui lo scelsero. Questa versione del logo è rimasta per alcuni anni, quasi fino al termine della serie.

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La fine giunse nei primi mesi del 1987. I nuovi personaggi adolescenti non trovarono il favore del pubblico e le vendite iniziarono a calare velocemente. Per qualche numero, il logo alternativo di Ira riapparve, stavolta con un’ombra esterna aperta…

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…ed il numero finale ebbe il logo completamente integrato con il disegno della cover. Alla DC c’era proprio una tradizione di logo giganteschi usati per dare un tocco di drammaticità, ma questo è, penso, il più grande che abbiano mai usato.

Un’era finì, ma il rilancio era dietro l’angolo. Gli scrittori Keith Giffen e J. M. DeMatteis ebbero un approccio del tutto nuovo all’idea della Justice League, aiutati anche dal meraviglioso tratto realistico di Kevin Maguire e Terry Austin. Un mix di umorismo, relazioni stile soap opera ed avventura, affascinò moltissimo i lettori dando nuova vita ala JLA.

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Il logo era completamente differente, mentre facevo delle ricerche per questi articoli, ho chiesto ai miei esperti di logo chi poteva esserne l’autore. Finalmente ho avuto la risposta dal mio collega Alex Jay. Egli ha lavorato a parecchi logo della JLA che si succedettero a questo e, per questi lavori, gli fu mandata una copia di questo logo da Richard Bruning della DC:

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Come si può vedere in fondo, i crediti fanno riferimento a “Hannigan/Klein, 11/86”. Dio mio, avevo il viso in fiamme. Non ricordavo assolutamente di aver lavorato a questo logo, ma controllando i miei registri, ero stato davvero pagato per un “riaggiustamento” del logo della JLA nel 1986. Lavoravo proprio con Ed Hannigan in quel periodo. Lui faceva molti schizzi e disegni per copertine allora ed anche copertine complete, a volte anche le pagine interne. Lui deve aver disegnato questo logo ed io devo averlo inchiostrato e rifinito. Fu fatto con delle lettere stampate arrotondate e combinate con delle forme molto semplici per suggerire ciò che mancava in alcuni casi. La “A” e la “U” non sono ben fatte, ma si riescono a leggere nel contesto. Hannigan aveva un buon senso del disegno e tutto il merito per questo lavoro è suo. Mi piacciono molto sia quel piccolo scudo che s’intravede dietro alcune lettere (un bel contrasto in confronto a quello che c’era prima), che la fila di stelle che vanno a scalare sulla base dello scudo. Ecco il numero 3, dove potete vedere questo logo per intero:

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E’ buono, sebbene le lettere siano stampate su una cover piuttosto affollata e si leggono a fatica. Ma, credo, che sia un buon erede di quello di Ira schnapp.


Gli anni ’90: International, Europe e Task Force

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Nel 1987, il designer Alex Jay cominciò a lavorare su una serie di logo per la Justice League. Alex non è solo un grande progettista, è uno che archivia tutto! Questa volta potrò raccontarvi quasi tutta la storia, grazie agli appunti e ai bozzetti che Alex mi ha gentilmente fornito, inframezzati dai miei commenti. Il nuovo varo della Justice League nel 1987 fu un così grande successo che venne subito creato uno spin-off, Justice League International. Fu la prima volta che fu chiesto ad Alex di lavorare sul logo. Ecco i suoi appunti:

Alle ore 14 di venerdì 17 aprile 1987, mi incontrari col creative creator Richard Bruning. Mi descrisse il progetto dello spin-off[/i Justice League International [i]e poi mi dette una fotocopia del logo della Justice League di Ed Hannigan e Todd Klein. Voleva che il logo mantenesse l'”effetto-stampino”, lo scudo e le stelle. Ci mettemmo d’accordo per un appuntamento in cui mostrargli i bozzetti e cominciai il lavoro.

Un paio di schizzi fatti sulla fotocopia: è un logo con lettere più angolate, serviva a differenziare bene i due logo. Feci anche la “J” e la “L” più grandi. Integrare una parola come “International” era una sfida. Con una “L” più grande riuscii ad allineare “International” in orizzontale.

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Il 29 aprile, mandai per fax due bozzetti a Richard. In quello sopra, la larghezza dei contorni nasconde gli spazi delle lettere e lo scudo esce fuori dalla pagina. Nel secondo, restano gli spazi tra le lettere e lo scudo ha un doppio bordo. Due giorni dopo incontrai Richard. Apprezzò le lettere del primo disegno e lo scudo del secondo. Mi suggerì di arrotondare alcuni angoli per rendere questo logo più simile a quello della JLA.

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Faxai il logo ritoccato il 3 maggio e fu approvato. Consegnai il logo finito il 5 maggio.

Riecco Todd. Quel che mi piace di più in questo logo è che, mantenendo l’effetto-stampino, ogni lettera si legge bene anche da sé. Un esempio perfetto ne è la copertina mostrata in cima a questa parte dell’articolo, dove il viola riempie le scritte e le lettere si leggono in modo uniforme e chiaro. Mi piacciono anche le forme mezze rotonde, mezze squadrate. Hanno qualcosa di moderno, di forte. L’aver realizzato la scritta “International” molto più piccola e dentro allo scudo è stata una buona idea per due ragioni. La prima è che diminuisce l’impatto di un titolo così lungo, mettendo l’accento sulla parte di “Justice League”, che è il motivo per cui la serie vende. La seconda è che mantiene le lettere piccole su uno sfondo unito, così non si perdono in una copertina troppo dispersiva.

Il logo ebbe un tale successo, che la DC decise di duplicarlo sul titolo principale nel 1989, a partire dal numero 26 (che vedete qui sotto), e restò per diverso tempo.

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Nel frattempo, nel 1988, nacque un altro spin-off, Justice League Europe. Alex si occupò anche di questo. Ecco i suoi appunti:

Incontrai l’editor Andy Helfer il 13 ottobre 1988 per discutere di un paio di progetti di logo. Uno di questi era quello di Justice League Europe. Andy voleva continuare con l’effetto-stampino di Justice League International, ma voleva qualcosa di differente per la scritta “Europe”.

Quando tornai nel mio studio, realizzai uno schizzo con la scritta “Justice League” inclinata, con “Europe” in corsivo. Sviluppai per bene questo schizzo fino a farlo diventare un logo decente, non troppo diverso dalla versione finale. La differenza più evidente era un “Justice League” più pesante a causa dei tratti orizzontali, più spessi.

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Consegnai il logo a Keith Wilson, DC Cover Editor, il 7 novembre. Mi venne detto di andare avanti anche con la scritta “Justice League”, ma mi fu chiesto di cambiare l’effetto “fulmine” in uno più evdentemente scritto a mano. Il 10 novembre mostrai la nuova versione a Andy e lui dette l’OK.

Con una matita scrissi “Europe” su carta da giornale e poi usai un pennello e inchiostro nero. In seguito tagliai le lettere per modificare gli spazi e applicai della vernice bianca per dei piccoli ritocchi. Ne feci una fotocopia e la consegnai a Andy l’11 novembre.

Ecco qui sotto il logo come venne stampato sul primo numero. L’inclinazione aiuta a differenziarlo dal titolo principale della Justice League, come dice Alex. La sovrapposizione delle parole “League” e “Europe” non mi convince molto, però permette all’ultima parola di essere ben visibile. Bisogna notare che nella versione finale, la prima “E” di “League” sta sulla “L”, un cambiamento rispetto al bozzetto. Mi piace davvero tanto il tratto pesante usato per “Europe”, penso che sia una scelta migliore rispetto alla versione “elettrica” dello schizzo: crea un bel contrasto in tutti i sensi. La tecnica di Alex per creare questa scritta “pennellata” è interessante e in seguito vedremo un’immagine work-in-progress di una scritta del genere.

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La DC non aveva ancora finito di sviluppare il marchio della Justice League e, nel 1990, lanciò un nuovo titolo: Justice League Quarterly. per l’ennesima volta Alex fu incaricato del logo della testata. Ecco i suoi appunti:

Il 25 aprile 1990, incontrai l’editor Andy Helfer e discutemmo della nuova serie, Justice League Quarterly. Sulla falsa riga di Justice league International e Europe, Andy voleva delle lettere con l’effetto-stampino, mentre le parole “Justice” e “League” dovevano stare sulla stessa riga, con “Quarterly” sotto.

Tornato nel mio studio, compressi le lettere per far stare “Justice League” su un solo rigo. Disegnai la sritta “Quarterly” affinchè stesse all’interno dello scudo, lasciando dello spazio sotto per le stelle.

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Durante il nostro incontro del 3 maggio, Andy decise di dare più importanza allo scudo. Allora usai un modello ellittico e poi disegnai le stelle. Consegnai il disegno finito il 9 maggio. Poi, nel logo pubblicato sulla copertina del fumetto, l’effetto-stampino fu levato da “Justice League”, ma rimase in “Quarterly”.

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Riecco Todd. Qui sopra vedete la copertina. Devo dire questo è il logo che mi piace meno di quelli di Alex. Penso che sia dovuto alle tante interferenze editoriali. Scusami Andy Helfer, ovunque tu sia adesso. Il bozzetto originale di Alex è molto meglio di questa versione ovale con le stelle, che non capisco come possa mettere in valore la serie. E la rimozione dell’effetto-stampino da “Justice League” può aver reso la scritta più leggibile, ma queste lettere risultano banali e meno interessanti.

E’ tutto per questa volta, ma non abbiamo finito. Continuiamo nella prossima puntata!


Link agli articoli originali di Todd Klein:
|_ Il logo originale di Ira Schnapp – Gli anni ’60-’80
|_ La seconda JLA – Gli anni ’80
|_ Gli anni ’90: International, Europe e Task Force

Trovate tutti i Logo Studies di Todd Klein sul suo blog.

Speciale 50 anni di Justice League of America: articoli correlati

|_ Introduzione alla JLA e recensioni
|_ Cronologia italiana della JLA
|_ Logo Study: Justice League /2

L’articolo è tradotto con il consenso dell’autore.
Testo originale © Todd Klein, immagini e marchi registrati sono © DC Comics, Inc e vengono utilizzati su Glamazonia.it esclusivamente a scopi conoscitivi e divulgativi.

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