SIEGE 4

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Copertina di SIEGE 4

SIEGE 4
Testi di Brian Michael Bendis, disegni di Olivier Coipel
32 pagine, spillato, colore, formato 17×26, $ 3.99
Marvel Comics

di Paolo D’Alessandro
La guerra di Osborn e relativa Cabala contro Asgard è sfuggita a ogni controllo. E quando anche gli dei si mettono a invocare la Provvidenza – perché solo la Provvidenza sembra poter piegare un insaziabile Sentry/Void -, allora la situazione è davvero senza via d’uscita.
Ma, lo sappiamo, prima di vedere la luce, bisogna attraversare la tenebra più buia. Una metafora che vale per gli ultimi cinque anni di Marvel Universe: l’uber-narrazione cominciata con Avengers: Disassembled e passata per House of M, Civil War e Secret Invasion arriva a compimento. Ne abbiamo passate di ogni tipo, pianto eroi caduti e celebrato il loro retaggio, ma, dopo Siege, siamo all’Anno Zero. Al Brightest Day, per parafrasare l’operazione parallela della concorrenza.
Il prodotto “Siege” è stato un pop-corn movie molto divertente, fracassone il giusto, e ben dosato nel pathos (anche nei suoi giusti sprazzi di violenza – vedasi il numero 3). Tolta di mezzo la decompressione bendisiana – e ci ricordiamo tutti di Secret Invasion, in cui la suddetta ha devastato un concept altrimenti gustoso -, si è arrivati subito al succo di uno scontro portato a dimensioni titaniche dall’unico disegnatore vivente (eccettuato forse Bryan Hitch) in grado di fondere epos ed eleganza alle sue tavole: Oliver Coipel. Sorvolando su alcuni segmenti di rara indecifrabilità (le ormai proverbiali doppie tavole in cui Bendis dissemina vignette a random), non si può non applaudire all’acutezza della recitazione, alla grazia delle composizioni, alla sua matita “even” larger than life, lontana da ogni ipertrofia.
La Rifondazione dell’Universo Marvel (scontato un peccato originale che farà discutere), e forse del fumetto supereroistico tutto, è arrivata a compimento: un maggior respiro, di luce, atteso da tutti quelli che stavano cominciando a rinnegare Moore e Miller per alcune nefaste derive del genere d’elezione dell’intrattenimento fumettistico. Tutti assolti, oggi è un altro giorno.

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