L’ATLAS E GLI ANNI ’50 (del secolo scorso)

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Avete letto l’articolo sulla Timely Comics e gli albori di quella che diventerà la Marvel Comics? La suspense vi divora e volete sapere cosa è successo negli anni ’50, in quella che chiamiamo “era Atlas”?
Marcello Vaccari, in questo articolo estratto dal numero speciale di Fumettomania, vi narra le peripezie editoriali che hanno portato alla famosa Marvel di Stan Lee e dei Fantastici Quattro.
Mario Benenati


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L’era Atlas

di Marcello Vaccari

100910atlaslogoIl passaggio tra le compagnie denominate TimelyAtlas e Marvel è piuttosto nebuloso, in quanto l’editore e proprietario di tutte era sempre Martin Goodman, che stampava e distribuiva ogni sorta di pubblicazione (libri, riviste, pulp e naturalmente fumetti) utilizzando una sessantina di etichette diverse, forse per problemi fiscali. In realtà, nell’insieme dei fumetti pubblicati da Goodman, il nome Timely Comics compare in copertina solo per un breve periodo tra luglio 1942 e settembre 1942, e neppure su tutti gli albi usciti in quel lasso di tempo. Un logo “Atlas” era poi già comparso su diversi albi nel periodo fine 1943/inizio 1944, e poi scomparso. Più tardi, nel primo dopoguerra, sulla copertina si poteva trovare anche una scritta: “A Marvel Magazine” o “Marvel Group” (dicembre ’46 a maggio ’47), e un logo rotondo con “Marvel Comic” è comparso tra febbraio ’49 e giugno ’50.

Nel 1951, dopo la fine della cosiddetta “golden age” dei supereroi americani che aveva portato alla chiusura di tutte le testate supereroiche della Timely, ultima delle quali fu Captain America Comics 75 (febbraio 1950), Goodman iniziò a riunire la maggior parte delle sue micro-case editrici sotto l’ombrello del distributore chiamato Atlas, che era sempre di sua proprietà. Il logo della Atlas inizia così a comparire su tutti gli albi a partire dal novembre 1951, anche se in realtà non tutte le collane erano in quel momento distribuite da loro. Il processo di “ristrutturazione” terminerà solo alla fine del 1952, portando tutte le varie etichette ad una sola, con un unico staff editoriale, chiamata convenzionalmente Atlas Comics. Questa rimane comunque solo un’etichetta in copertina, perché la casa editrice vera e propria era ancora frammentata in tanti piccoli editori; in pratica si trattava di una specie di cooperativa, anche se il proprietario era poi sempre lo stesso. Goodman inizia così a moltiplicare le uscite di albi a fumetti, coprendo una ampia varietà di generi come horror, western, comici, “funny animals”, drammatici, avventurosi, gialli, fumetti di guerra, avventure nella jungla, spionaggio, avventure medievali, storie bibliche e sportive. Naturalmente c’era anche l’intenzione di catturare il pubblico femminile con fumetti romantici, su teenager, modelle o donne in carriera. 100910young_men_24_superC’è anche lo spazio per un tentativo di resuscitare i supereroi all’inizio del 1954, condotto da Stan Lee con testate come Young Men 24-28 (dicembre 1953 – giugno 1954, con personaggi vari), The Human Torch 36-38 (aprile-agosto 1954, con disegni di Syd Shores e Dick Ayers), Sub-Mariner 33-42 (aprile 1954 – ottobre 1955, di Bill Everett), Captain America 76-78 (maggio-settembre 1954, scritto da Stan Lee e disegnato da John Romita Sr.). Questo mini-revival, che aveva coinvolto anche altre case editrici, era però troppo ancorato ai vecchi stilemi anteguerra, e non riuscì minimamente a rialzare le sorti dei supereroi, fallendo in pochi mesi. Successivamente l’Atlas inizia a seguire le mode più in voga al momento, producendo migliaia di albi a fumetti, generalmente di qualità non eccelsa, tranne rare eccezioni generalmente merito di autori giovani di belle speranze come Russ Heath, Gene Colan e Steve Ditko.
I titoli più apprezzati dell’epoca erano i western, con collane come Ringo Kid, disegnato da Joe Maneely (che in quel periodo era il disegnatore di punta della Atlas), Fred Kida e John SeverinThe Outlaw Kid di Doug Wildey’sKid Colt di Jack KellerRawhide Kid, Two-Gun Kid, Outlaw e l’antologico Gunsmoke Western, contenente Kid Colt e The Black Rider. Un altro titolo di punta è stato per lunghissimo tempo Millie the Model, creata da Ruth Atkinson ancora ai tempi della Timely, e passata poi all’emergente Dan DeCarlo, assieme ad un altro titolo per ragazze creato sempre da Atkinson, Patsy Walker (successivamente nell’era Marvel tramutata nella supereroina Hellcat).

strange worlds 01-001957

Dopo anni di espansione, nel 1957 le pubblicazioni dell’Atlas subiscono un drastico ridimensionamento, causato da una pessima scelta di Goodman, che chiude il proprio distributore alla fine del 1956 per passare al più grande distributore degli USA, la American News Company. Che però fallisce pochi mesi dopo per una causa persa contro la Dell e l’antitrust americana. In quel momento l’Atlas pubblicava anche 50/60 albi al mese, e non era più in grado di riprenderne la distribuzione in proprio. Dovette quindi tagliare drasticamente le collane fino a restare con sole 8 mensili (in realtà 16 collane bimestrali) per poterle fare distribuire dal loro peggiore concorrente, la National Comics (che in futuro si chiamerà DC Comics). Inoltre, visto che erano rimaste centinaia di tavole già pagate e non ancora utilizzate, vennero licenziati tutti i collaboratori (sia artisti che impiegati) tranne Stan Lee, finché la compagnia continuava a pubblicare tutto quel materiale inedito. Nel 1958 Jack Kirby torna a lavorare per Goodman e Stan Lee (lo aveva già fatto saltuariamente nel recente passato, anche poco prima, nel 1956), e vi rimarrà ininterrottamente per 12 anni, cambiando letteralmente la storia dei comics. Il suo primo lavoro è su Strange Worlds n.1 (dicembre 1958), e da quel momento monopolizza la maggior parte delle testate Atlas, come Strange Tales, Amazing Adventures, Strange Worlds, Tales of Suspense, Tales to Astonish e World of Fantasy, di cui realizza sempre la copertina e la prima storia dell’albo, e anche su alcuni titoli western.

100910ff1_1963A questo punto si inserisce la storia della Marvel Comics. Il logo Atlas aveva smesso di apparire sulle copertine dei fumetti di Goodman alla fine del 1957, mentre i primi fumetti a portare un logo che richiamava la Marvel Comics (solo un piccolo quadratino con le lettere MC) erano datati giugno 1961 come ad esempio Journey Into Mystery 69, ma risultano ancora pubblicati da Atlas Magazines Inc. Il primo albo ufficiale della Marvel viene universalmente riconosciuto essere Fantastic Four n.1 del novembre 1961, che infatti porta in copertina il piccolo logo, ma risulta ancora pubblicato da una delle tante compagnie che componevano la Atlas, 100910journeyintomystery-91la Canam Publishers.

Molti collezionisti comunque considerano l’inizio dell’era Marvel coincidente con l’uscita del primo albo realizzato da Kirby, il succitato Strange Worlds n.1.
Il primo vero logo, il classico rettangolo nell’angolo alto a sinistra con il volto dei protagonisti e la scritta Marvel Comics Group (che abbiamo poi ritrovato anche sui mitici albi della Corno), compare sulla copertina di Journey Into Mystery 91 datato aprile 1963 (da notare che le date di copertina erano sempre “postdatate” di 4 mesi, quindi questo albo è uscito a gennaio 1963, e conteneva una storia di Thor), ma era ancora pubblicato da Atlas Magazines.
Il resto è una storia ormai molto nota.

Una piccola postilla

Martin Goodman vende la Marvel Comics all’inizio degli anni 70, con la clausola che la nuova proprietà tenga suo figlio Charles Goodman come direttore editoriale. In realtà questi, decisamente incapace di gestire una casa editrice, viene licenziato poco dopo, e come “vendetta” Martin decide di riprendere le pubblicazioni della vecchia Atlas Comics, mettendoci a capo il figlio. Attiva dal 1974 al 1975 questa casa editrice (che riprendeva in copertina il nome Atlas Comics, ma era pubblicata dalla Seaboard Periodicals) ha stampato ben 28 diversi titoli contenenti anche più di un personaggio, dai supereroi in stile Marvel/DC alla fantascienza, western, horror e altro, che comunque non sono andati al di là del n.4, schiacciati dalla straripante concorrenza di Marvel e DC, pur potendo contare su un team di autori eccellenti come Bill Dubay, Howard Chaykin, Larry Hama, Walt Simonson, Larry Lieber (fratello di Stan Lee), Archie Goodwin, Neal Adams, Alex Toth, Steve Ditko, John Severin, Russ Heath, Wally Wood, e Mike Sekowsky.
Ed è recente (settembre 2010) la notizia che Jason Goodman, nipote di Martin Goodman, ha annunciato un nuovo rilancio della Atlas Comics, ripartendo proprio dai personaggi creati negli anni ’70, che ha visto la luce nel 2011.

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