STORIE DELLO SPAZIO PROFONDO
Testi di Bonvi e Francesco Guccini, disegni di Bonvi
238 pagine, brossura, b/n, formato 17×26, Euro 17.00
Rizzoli Lizard
di Paolo d’Alessandro
È il 1969, e due delle più alte “intellighenzie” del nostro Paese, Francesco Guccini – sì, il cantautore – e Franco Bonvicini – ai più noto come Bonvi – si uniscono in una indistricabile Unimente artistica e partoriscono Storie dello Spazio Profondo, probabilmente il più illuminato (e sconosciuto) esempio di fantascienza italiana di sempre.
Rizzoli raccoglie tutte le avventure spaziali prodotte dal duo, pubblicate dapprima sulla rivista Psyco, incentrate sulle varie vicissitudini di un contrabbandiere (coi medesimi tratti del fumettista parmigiano) e del suo ‘fido’ compagno robotico Clik. Sono pagine fertili, quelle di Guccini e Bonvi, germogli di un immaginario fantascientifico assimilato e rielaborato, che andrà a dar frutti in casa Lucas o Pixar. Ma, a prescindere da influenze e discendenze, queste avventure brillano come prova tra le più sorprendenti del panorama sci-fi dello Stivale, unendo spunti a loro modo radicali a una irridente sagacia che impedisce di staccare gli occhi dalla pagina.
Questa nuova edizione rimasterizzata – procedura ormai d’obbligo per riscoprire ogni classico – premia le tavole in bianco e nero e retini di Bonvi, qui più realista e meno cartoonesco rispetto al tratto più rotondo dei lavori che ne hanno decretato l’immortalità, come Nick Carter e Strumtruppen. Al di là del sano orgoglio italico che scatenano – una tantum -, queste pagine illuminano il lettore per il sense of wonder e la rivoluzionaria esuberanza che ne trasuda: d’altronde, come diceva la canzone, “se c’è una cosa che è immorale, è la banalità”.
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