RIPROPOSTA
L’ANGOLO DELL’ARCHEOLOGO
Prosegue la serie di articoli che vanno alle radici dei fumetti supereroici stampati in Italia, con una operazione di vera e propria archeologia fumettistica. Essendomi stufato di leggere su riviste, fanzine e soprattutto albi a fumetti vari, reiterate inesattezze sulle prime apparizioni dei supereroi in Italia, mi sono deciso a fare piena luce, andando a caccia di albi e notizie tra i più grandi collezionisti di fumetti italiani. Tutte le informazioni che troverete in questo, nei precedenti e nei prossimi articoli provengono da albi in mio possesso, o che ho potuto vedere (e fotocopiare!) personalmente. Quindi ci potrà essere forse qualche omissione, ma sicuramente NESSUN ERRORE!.
Continuiamo con i nostri “scavi”, e con questo quinto articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla pubblicazione dei supereroi creati in Italia. Nel prossimo articolo tratterò dell’inserto di ABC.
Parte Quinta: I SUPER-EROI ITALIANI
di Marcello Vaccari
Prima parte: I PRIMI VAGITI
Sono ben pochi a conoscere i supereroi nati in Italia, e questa scarsa conoscenza è determinata da diversi fattori. Intanto sono oramai piuttosto datati: il più recente, che abbia avuto un minimo successo, risale agli anni ’60. All’epoca venivano spesso spacciati per americani (o comunque esteri) dagli stessi editori, e risulta quindi difficile anche solo riconoscerli come prodotti autoctoni. A questo problema si aggiunge che, tranne rarissime eccezioni, hanno avuto vita molto breve.
Il capostipite dei superman all’italiana, non è un vero e proprio supereroe, ma porta già in sé tutte quelle caratteristiche, che verranno poi riprese da una buona parte dei personaggi italiani di successo. Sto parlando di Dick Fulmine, apparso per la prima volta nel marzo del 1938. Creato dalle fertili menti di Vincenzo Baggioli e Carlo Cossio, precede perfino Superman, nato nel Giugno dello stesso anno. Il poliziotto italo-americano Dick Fulmine è dotato di una forza sicuramente superiore al normale e di una notevole resistenza, tanto che, più di una volta, esce illeso da esplosioni ed incidenti vari. L’enorme successo avuto da questo personaggio, ha aperto la strada ad un gran numero di epigoni, alcuni dei quali ne sono semplicemente delle copie, più o meno potenziate (1), mentre altri sono da collocare in tutto e per tutto nella fascia dei supereroi. Fulmine esprimeva fondamentalmente quei valori di supremazia razziale perseguiti dal regime fascista, ma cercava di stemperarli, agendo in uno sfondo americano. In questo modo tentava, almeno in parte, di emulare il successo avuto dai personaggi importati, che allora spopolavano nei giornali a fumetti. In effetti questa formula funzionò benissimo, tanto che l’eroe fu più volte bersagliato dagli strali del MinCulPop, e fu costretto a diventare un mero veicolo di propaganda non appena ebbe inizio il secondo conflitto mondiale. E’ probabilmente per questo motivo che, nell’anteguerra, non venne prodotto altro materiale, che portasse alle estreme conseguenze quei germi supereroistici, che il personaggio portava già in sé.
Nel 1939, appare per la prima volta in Italia un vero supereroe americano: Superman, sotto il nome di Ciclone. Pur non avvicinandosi nemmeno al successo di Fulmine, riesce a ritagliarsi una nicchia di pubblico, tale da giustificare la produzione di alcune avventure da parte di autori nostrani. Guarda caso, lo sceneggiatore di queste storie è lo stesso Vincenzo Baggioli, che aiutò a creare Fulmine. La pubblicazione di Ciclone venne interrotta dopo l’entrata in guerra, ed il conseguente embargo totale dei personaggi esteri decretato dal regime fascista, ma non senza avere stimolato la fantasia degli autori italiani, dando frutti che si vedranno in seguito.
GLI ANNI DEL BOOM o L’ETA DELL’ORO
Bisogna attendere il dopoguerra per vedere i primi personaggi dotati di veri e propri superpoteri, nati mixando l’eroe italico alla Dick Fulmine, con i superuomini americani. E’ probabile che i nostri autori abbiano potuto conoscerne altri, oltre a Superman trattato prima, grazie ai soldati americani che ci liberarono dal giogo nazista che, oltre al cioccolato ed alle sigarette, si portarono dietro dal loro paese natale anche albi a fumetti. Se nell’anteguerra avevano dominato i valori di supremazia razziale dettati dal fascismo, nel dopoguerra questi erano improvvisamente caduti. La popolazione italiana doveva misurarsi con la dura fatica della ricostruzione, e nei primi anni dominava la povertà e la fame. In questo clima si aveva evidentemente bisogno di figure protettive, a cui i ragazzi di allora cercavano di aggrapparsi, per trovare un poco di rivalsa nei confronti della dura realtà che erano costretti ad affrontare quotidianamente. Nel giro di pochi mesi, tra la fine del 45 e l’inizio del 46, apparvero così diversi mirabolanti eroi, tutti con capacità ben oltre quelle dei normali esseri umani.
Il primo in assoluto fu Tanks l’Uomo d’Acciaio, creato da Carlo Cossio nel novembre 1945. Le sue capacità fisiche somigliano molto a quelle di Superman, ma manca completamente una delle componenti fondamentali del successo del suo modello d’oltreoceano: l’identità segreta. Successivamente, Tanks viene addirittura affiancato da una giovane spalla, ad emulazione di tanti personaggi americani (2): Guizzo, un super bambino. In questo fumetto, che si colloca nel genere fantascientifico, è presente una forte componente ironica caratteristica di Cossio, che lo fa risultare molto simpatico, anche ad una lettura attuale. Le continue battute anche durante le scene più cruente, sono più o meno sullo stesso tono, di quelle tipiche del ben più recente Uomo Ragno.
Uno dei pochi eroi ad avere avuto una vita editoriale abbastanza lunga è Misterix, l’ottima creatura di Max Massimino Garnier e Paul Campani (1946), precursore degli eroi tecnologici.
Le trame erano buone, anche se il congegno atomico da cui traeva i poteri, aveva la caratteristica di guastarsi troppo spesso, finendo per mettere in grave difficoltà il protagonista. Il personaggio ebbe un buon successo soprattutto in Argentina, dove continuò ad essere pubblicato per lungo tempo anche dopo la sospensione della sua serie italiana, con i testi di Alberto Ongaro. Negli ultimi episodi della serie, comunque, il congegno non veniva più usato, e Misterix somigliava molto più a Phantom (e soprattutto al precedente Asso Di Picche), che ad un supereroe.
Sotto il nome di Ciclone, appare nel dicembre del 1945, un eroe tutto nostrano (di Andrea Lavezzolo ed ancora Carlo Cossio), con le tipiche sembianze dell’omaccione forzutissimo (una specie di Bud Spencer), chiaro epigono di Dick Fulmine. Già dall’aspetto del protagonista, pelato e corpulento, si intuisce che il fumetto è di taglio piuttosto grottesco ed umoristico, risultando più una parodia del genere, che un vero e proprio fumetto eroico. Comunque Ciclone ha una reale superforza, ed ha anche la pelle decisamente dura, requisiti che lo accomunano al precedente personaggio che aveva portato il nome di Ciclone nell’anteguerra: Superman in persona.
Merita una citazione particolare l’Asso di Picche, creato da Hugo Pratt alla fine del 1945, perché, pur non essendo un vero e proprio superuomo, è chiaramente ispirato a Batman, fatto confermato anche dallo stesso Pratt. Addirittura, in una delle prime avventure, viene affiancato da un ragazzo vestito esattamente come Robin (che stava partecipando ad una festa in maschera!). L’Asso è sicuramente il primo personaggio italiano direttamente ispirato ad un supereroe americano, identità segreta, spalla adolescente e tutto il resto inclusi.
Gli altri eroi più o meno super del periodo, li trovate nella scheda successiva a questo articolo.
Ci sono poi alcuni personaggi, che parrebbero rientrare nella categoria, creati tra l’altro da famosi disegnatori : Yorga (1945) e Amok (1946) di Canale, Maskar (1949) di Gallieno Ferri, l’Ombra (1964) di Pratt (3), ma sono assimilabili piuttosto a Phantom e Mandrake, che non sono mai stati collocati tra i supereroi nonostante indubbie affinità, ma fanno parte del fumetto avventuroso come tale.
Nel dopoguerra ci fu una vera e propria invasione di uomini in maschera, tanto che anche eroi già ben collaudati si trovarono ad indossarne una, come Fulmine Mascherato e Furio Mascherato. Personaggi come i due citati prima, Ragar, Maschera Bianca, Maschera Blu (Rossa ecc..), e tantissimi altri, compresi molti western (4), andavano in giro con una mascherina che non copriva praticamente nulla. Non riesco sinceramente a capire il perché di questa fissazione, ed è difficile pensare che possa essere derivata dall’eventuale successo di personaggi mascherati d’oltreoceano, visto che i pochi supereroi importati dall’America avevano avuto vita decisamente effimera, e l’unico eroe in maschera che ebbe un duraturo successo, fu il più volte citato Phantom. Nondimeno oltre ai personaggi dotati di mascherina, sono apparsi molti altri giustizieri muniti di un vero e proprio costume, comprensivo di mantello ed emblema sul petto. Anche questi però ebbero una vita brevissima, come Dario Bolide (1947), ed il Giustiziere (1946), che comunque non agivano certo seguendo i canoni tipici dei supereroi, ma piuttosto secondo quelli del forzuto all’italiana. Bisogna anche notare come questi personaggi nacquero e prosperarono (?) proprio mentre i loro corrispettivi d’oltreoceano stavano agonizzando, fino a scomparire poco prima della fine degli anni ’50, peraltro seguiti a breve distanza anche dai nostri.
IL RITORNO DEGLI EROI o L’ETA’ DELL’ARGENTO
Dopo la grande ondata del primo dopoguerra, dobbiamo aspettare fino agli anni ’60 per trovare qualche altro supereroe degno di questo nome. Esaurita la spinta degli eroi italici, i successori non mostrano più caratteristiche autoctone, ma sono chiaramente ispirati, se non copiati, dai superuomini americani, che nel frattempo erano arrivati anche da noi, sulle pagine dei mondadoriani Albi del Falco.
Fra i più noti ci sono sicuramente quelli pubblicati dalla casa editrice Universo. Il primo è Junior pubblicato sull’Intrepido, mentre l’altro è Atlas apparso sul Monello. Questultimo ha rivisto la luce di recente, sulle pagine del nuovo Intrepido, grazie al bravo Ade Capone per i testi, e ad uno dei creatori originali, il disegnatore Loredano Ugolini. Entrambi i personaggi sono adolescenti, e le loro avventure, decisamente collocabili nella fantascienza, sono tutti’altro che scialbe o ingenue, come la media delle storie dell’epoca, ma sono anzi ben caratterizzate ed avvincenti. Junior è stato pubblicato durante tutti gli anni ’60, sviluppando trame lunghe ed abbastanza intricate.
A contendere il successo a questi due eroi è Radar, apparso sulla testata del Piccolo Sceriffo e poi su una propria. Anche lui è stato recentemente “revisionato”, da parte di tre autori della Telemaco, sulla rivista Cyborg. Le sue storie sono piuttosto ingenue, e decisamente simili a quelle del Superman anni ’50, ma ebbero una buona accoglienza, visto che durarono oltre 100 episodi, sia pure di poche pagine. Psicologicamente non viene minimamente approfondito, tutto quello che sappiamo è che non vuole assolutamente farsi vedere. Infatti in tutte le sue azioni lo troviamo trasformato in animale o in altre persone, cosicché nessuno può dire di averlo mai visto in volto. Ha una identità ovviamente segreta, ed una fidanzata, Brenda, ma non ci viene mai svelato come guadagni il denaro necessario per vivere. La sua vita privata è alquanto limitata, visto che nelle 12 tavole delle sue storie c’è a mala pena il tempo per imbastire un’azione decente. Radar è forse il nostro supereroe di maggiore successo, tanto che venne pubblicato anche in Inghilterra con il nome di Wonderman (!!).
Anche Max Bunker, molto tempo prima di divenire il portabandiera della Marvel in Italia, si cimentò con i supereroi con Atomik, che per molti versi ricalcava Misteri, essendo anche lui dotato di una miracolosa tuta atomica. Questo personaggio appariva in appendice agli albi di Maschera Nera, eroe western sempre opera di Secchi. Le sue storie erano discretamente leggibili e, le ultime, anche ironiche. In una, ad esempio, Atomik combatteva contro differenti case editrici di fumetti, che volevano tutte avere l’esclusiva della pubblicazione di un albo narrante le sue gesta, venduto in milioni di copie! Nonostante alcuni di questi personaggi abbiano anche avuto una vita abbastanza lunga, nessuno di loro ha mai raggiunto la popolarità dei modelli americani, e nemmeno quella di alcuni degli eroi italici degli anni ’40. Questo nonostante che, contemporaneamente, Superman e Batman stessero mietendo successi nelle testate Mondadori, e quando, poco dopo, approdarono in Italia anche i personaggi della Marvel, raggiunsero rapidamente tirature da favola. Gli autori italiani evidentemente non seppero cogliere i motivi del successo dei personaggi d’oltreoceano, e si limitarono a proporre storie che andavano dalla fantascienza al poliziesco, senza mai sfruttare le vere potenzialità narrative che offre un essere dotato di poteri sovrumani. Questo portò alla totale scomparsa dei supereroi “made in Italy” prima dellinizio degli anni ’70.
Negli anni ’60, si sviluppò il fenomeno, tutto Italiano, dei fumetti neri, comparso contemporaneamente alla rinascita, in America, del filone supereroistico, e forse non è un caso. A differenza della visione ottimistica della vita, che pare avere lamericano medio di quel periodo (il mitico “American Dream”), l’italiano sembra avere un’ottica diametralmente opposta, mettendo allo scoperto gli aspetti più corrotti e deleteri della società. In effetti, quasi tutti i personaggi neri possono in qualche modo essere assimilati ai supereroi, in ragione delle loro varie abilità, certamente al di sopra della norma, e del fatto che agiscono quasi tutti con costumi (o calzamaglie) decisamente simili a quelle degli eroi d’oltreoceano. Si potrebbero anzi definire, a tutti gli effetti, l’altra faccia della medaglia. Diabolik, Sadik, Kriminal, Genius e decine di altri, sono veri e propri supereroi alla rovescia. Possiamo ricordare come pura curiosità “Spiderman L’Uomo Ragno“, che non ha niente a che fare con l’omonimo personaggio Marvel, ma tentò di approfittare della possibile notorietà del nome (in Italia nessuno aveva ancora pubblicato il tessiragnatele), e veniva spacciato come americano (mentre invece veniva dalla casa editrice inglese Fleetway ed era disegnato da alcuni autori italiani). Avrebbe comunque potuto essere un ottimo supercriminale. La nostrana “Donna Invisibile” (1966) invece, approfittava della scoperta del siero dell’invisibilità per compiere i suoi furti, ma per potere essere completamente invisibile doveva andare in giro nuda!
A proposito di nomi famosi, negli anni ’60 uscì una breve serie della Dardo, dedicata ad un fantomatico Superboy, un “clone” di Superman (nonostante non avesse dei veri superpoteri, e volasse solo con l’ausilio di una cintura a razzo) veramente insipido, prodotto in sudamerica, ma graziato dai simpatici disegni di Felix Molinari. Per trovare almeno qualche parvenza di personaggi italiani superdotati, bisogna andare a scavare in testate semisconosciute, uscite nel classico formato poket, come Atoman e Killer (1965), fratelli ed acerrimi avversari, che non fanno altro che combattersi, per tutta la durata della collana “Atoman contro Killer“, appunto. Super Woman (1966), invece, si inserisce pienamente nei personaggi “neri”, essendo essenzialmente un clone di Satanik, mentre Barbel (1965) ha qualche somiglianza in più con il genere che ci interessa. Possiamo includere anche Makabar (1970), un vero e proprio vendicatore mascherato.
I casi di supereroi posteriori agli anni ’60 sono davvero sporadici. Probabilmente il personaggio più recente è Medium, uscito nel 1974, titolare di una breve serie di 8 numeri, terminata proprio quando il personaggio stava diventando interessante, facendo intuire futuri sviluppi.
Riassumendo, i veri e propri supereroi, quelli con tutti gli attributi (leggi superpoteri) al posto giusto, sono pochissimi: Tanks, Misteri, Razzo, Junior, Radar, Atomik e Medium. Tutti gli altri sono copie, più o meno riuscite, di Dick Fulmine o di Phantom.
Negli ultimissimi anni, dopo il risveglio dell’editoria dei fumetti che ha riportato in auge i Supereroi americani, ci sono stati moltissimi epigoni nostrani, alcuni anche decisamente originali, come Ramarro di Giuseppe Palumbo, o il recentissimo Gabriel di Riccardo Secchi, nonché la pletora di personaggi usciti dalla casa editrice bolognese Phoenix, che ha creato un vero e proprio universo supereroistico allamericana.
Note
(1) Ad esempio: Furio Almirante creazione dello stesso Cossio e di poco successivo a fulmine, Raff pugno d’acciaio, Maciste, Jim Turbine, Carnera, Kolosso e tantissimi altri che avevano tutti in comune la forza erculea, spesso superumana.
(2) come Batman e Robin, Capitan America e Bucky, Torcia Umana e Toro, e decine di altri.
(3) LOmbra, apparso sul Corriere dei Piccoli, è in pratica la riproposta dell’Asso di Picche, sempre di Pratt, in una veste più moderna, ma enormemente simile al vecchio personaggio.
(4) Come Occhio Cupo, Maschera Nera e tanti altri che seguivano le orme dellamericano Lone Ranger.
I SUPER-EROI ITALIANI
Seconda Parte: I PERSONAGGI PIÙ SIGNIFICATIVI>
ANTEGUERRA
Merita una menzione un personaggio apparso, in una sola storia, sul Corriere dei Piccoli nel 1940, nel tipico formato a quadretti, con sotto i testi. Si chiamava L’Uomo Blindato, ed era il giovane Spartaco Ferri, che indossava una maglia in rete d’acciaio, appositamente trattata con delle fantascientifiche attrezzature, che lo rendeva completamente invulnerabile. Veniva così proiettato in una frenetica avventura, per proteggere lo scienziato che l’aveva creata. Un vero e proprio precursore, con molti punti in contatto con il mondo dei supereroi.
PRIMO DOPOGUERRA E ANNI 50
Tanks L’uomo D’acciaio, fu creato da Carlo Cossio (Novembre 1945). Jack Hilton, presumibilmente americano, anche se non viene mai rivelata la sua vera nazionalità, acquista super forza e invulnerabilità grazie ad un siero, inventato dallo scienziato Salvor. La somiglianza con il primo Superman, era completata dall’abilità di compiere lunghissimi balzi. Successivamente, Tanks viene affiancato da una giovane spalla, Guizzo, un super bambino. Nonostante sembri una copia dell’eroe americano, Tanks è probabilmente l’evoluzione al massimo grado delle caratteristiche di Fulmine, peraltro creato dallo stesso autore, così come Ciclone ne è in pratica la parodia.
Ciclone, appare nel dicembre del 1945, testi di Andrea Lavezzolo e disegni, ancora, di Carlo Cossio. Ha una vera e propria superforza, ed ha anche un certo grado di invulnerabilità, non per nulla viene anche definito “l’uomo atomico”.
Asso di Picche, 12/1945 di Mario Faustinelli e Hugo Pratt, era il giornalista Gary Peters, e la sua identità era tenuta segreta a tutti. Indossava una calzamaglia nera e combatteva contro sette segrete ed anche nazisti. Dopo avere catturato un criminale, lasciava come biglietto da visita la carta da cui prende il nome. Le sue avventure vennero terminate in Argentina, ed in Italia si dovette aspettare 20 anni per vedere finalmente pubblicata l’ultima puntata. Tutto sommato, forse somiglia più a Phantom che ad un vero e proprio supereroe, ma le sue ascendenze Batmaniane sono innegabili.
Misterix creato da Max Massimino Garnier e Paul Campani (1946).
John Smith (nome molto fantasioso) crea un congegno atomico in grado di emettere raggi d’energia, e lo attacca alla cintura di una tuta rossa (inizialmente blu), che ricorda molto da vicino le armature di certi eroi tecnologici moderni, in particolare Iron Man. In alcuni episodi è perfino in grado di volare, cosa che poi viene dimenticata, o forse scartata. Negli ultimi episodi della serie, comunque, il congegno atomico non veniva più usato (forse si era guastato definitivamente), e rimaneva solo la tuta a farlo somigliare ad un “super”.
Nel 1947 ancora Carlo Cossio, qui con il fratello Vittorio, crea Mirko, un gigante alto 100 metri!. Mirko è un fumetto essenzialmente di fantascienza, ma il fatto che il protagonista viene trasformato in un gigante dallo scienziato Zendikof, e poi riportato alla normalità alla fine della serie, lo propone come superuomo a tutti gli effetti. Ha comunque vita abbastanza breve.
Nel 1946 troviamo Mistero (che per costume e fattezze ricorda l’inglese Marvelman, che a sua volta era il diretto discendente dell’americano Captain Marvel), uscito per diversi anni su di una propria collana, disegnato da Donatelli. “L’uomo dotato di forza ed agilità soprannaturali”, è peculiare anche per avere una controparte femminile, Arcana. Nonostante queste similitudini ai superuomini, il personaggio si presenta più simile a Phantom che ad un supereroe vero e proprio, in quanto si batte più che altro contro popoli di pura fantasia.
Razzo, L’Uomo di Plastica (soprannominato anche “la meteora vivente”), può volare, ha poteri telepatici, può alterare le proprie dimensioni, allungare le membra, diventare invisibile e chissà cos’altro. Proviene dallo spazio, ed è stato catturato dal Professor Moritz, con una macchina che viene chiamata “camera di cristallo”. Queste origini anticipano di molto quelle di Martian Manhunter, che sono pressoché identiche, ed anche i poteri hanno varie similitudini. E’ uscito per la prima volta nel maggio 1948, in una serie di albi a striscia, disegnato in perfetto stile americano dal bravo A. Platania, e poi ritornato brevemente nella collana “Avventure Meravigliose” dell’editrice “Fumetti” nel 1956. Le poche storie prodotte, sono state comunque ristampate innumerevoli volte, tanto che l’ultima apparizione risale al 1970. Questo personaggio è molto simile al più recente e conosciuto Radar, ed è sicuramente ispirato all’americano Plastic Man, a cui somiglia anche come costume.
Plutos, è uscito nel 1949 dalla penna di Gian Luigi Bonelli e Leone Cimpellin, ed assomiglia in maniera impressionante a Batman, sia come costume che come motivazioni. Infatti si dà alla lotta contro il crimine per vendicare il fratello ucciso in una sparatoria tra bande rivali. Tra l’altro fa uso di pistole che sparano gas, particolare che lo accomuna al vecchio Sandman della Golden Age. Non ha superpoteri, ma anche il suo modello Batman ne è privo.
Nel 1947 appare Roal, Il Tarzan del mare, che, pur essendo chiaramente ispirato al famosissimo Tarzan, ha comunque caratteristiche molto simili a quelle di Aquaman. I suoi poteri (respira sott’acqua e può parlare con la fauna marina) sono di derivazione scientifica, e gli vengono da un azzardato intervento chirurgico. Del 1952 è Rex lo sparviero del mare, quasi una copia di Roal, che poteva anch’egli respirare sott’acqua e parlare con il suo squalo.
Per dovere di completezza, vi cito anche alcuni personaggi, di cui ho avuto notizia solo da altre riviste, ma che non ho mai potuto materialmente vedere, e quindi non posso assicurarvi la completezza delle informazioni. Il più interessante è Devil del 1955, personaggio che non ha nulla a che vedere con quello della Marvel, anche se indossa un costume rosso (con mascherina nera). Apparve su una delle tante testate ad aver portato il nome di “collana Avventuroso”, durata appena 6 numeri, ed aveva una forza sovrumana e poteri ipnotici. Ancora più frammentarie sono le notizie su Marino, il ragazzo degli abissi (forse l’unico mutante nostrano) e Slim, il ragazzo d’acciaio, di cui conosco solo i nomi e poche caratteristiche tratte dall’unica tavola che ho potuto vedere di ogniuno. Non so ne dove ne quando sono stati pubblicati, se qualcuno è in grado di colmare questa lacuna è pregato di inviare le notizie alla nostra redazione.
Dagli anni 60 in poi.
Junior, 1960 di Luigi Grecchi e Loredano Ugolini. Figlio di un pilota, il ragazzo è in giro durante un esperimento, sabotato da esseri alieni. Nello scoppio viene colpito da radiazioni misteriose e guadagna così strani poteri (questo vi ricorda forse qualcosa?): volo, superforza ed anche un certo grado di telepatia che gli permette di captare i pensieri dei malviventi. Va’ in giro con una aderente tuta gialla, con annesso mantello.
Atlas, 1960 di Luigi Grecchi e Loredano Ugolini. Inghiottendo certe pastiglie ottiene il potere di fare uscire il proprio corpo astrale, che può andarsene ovunque voglia.
Radar, 1961 di Tristano Torelli e Franco Donatelli. E’ un alieno giunto sulla terra dal pianeta Antropo, ed ha il potere di mutare forma, volare a grande velocità e può captare i pensieri che siano diretti esplicitamente a lui, generalmente richieste di aiuto. Questi poteri gli vengono da “radiazioni” provenienti direttamente dal suo pianeta, che possono essere interrotte da una tempesta elettromagnetica. Il suo “costume” è essenzialmente formato da un maglione rosso con un triangolo giallo, simile a quello che appariva sul petto di Nembo Kid pubblicato dalla Mondadori.
Atomik, 1962 di Luciano Secchi e Paolo Piffarerio, in seguito mal disegnato da Montanari e Cormio. E’ dotato di una tuta dotata di un congegno atomico, costruita da una organizzazione che voleva usarla per dominare il mondo. Con essa Red Norton è completamente invulnerabile, e può emettere raggi distruttivi, oppure solo stordenti, che escono dai guanti, ed ha anche una forza maggiorata. Ha indubbiamente caratteristiche molto simili a quelle di Iron Man, uscito in America l’anno successivo.
EROI ED ANTI-EROI DI DERIVAZIONE “NERA”
Atoman e Killer. (10/1965) L’eroe Atoman è figlio di un alieno e di una terrestre, ed ha vari superpoteri, tra cui il volo e l’invisibilità, ma solamente di notte, mentre di giorno è un normalissimo umano. Killer ha gli stessi poteri. Tra i disegnatori anche Roberto Diso.
Barbel (9/1965) di Angelo Platania. Barbara Bell ha ricevuto straordinari poteri dalla misteriosa Barbel, e li usa per aiutare il suo fidanzato, che è un tenente di polizia. Si segnala soprattutto per gli ottimi disegni.
Super Women (4/1966) di Clelia Ferrario e Renato Frascoli L’esperimento a cui si è sottoposta volontariamente Kristine, l’ha sfigurata, ma gli ha dato il potere di ridiventare bella, un cervello superiore ed anche vasti poteri ipnotici. Notare che, probabilmente per un marchiano errore, il nel nome c’è Women, che significa “donne” al plurale, anziché il più logico Woman, “donna”.
Makabar (1970), Fiorentini/Pedrazzi, disegni di Mangiarano. Indossa una maschera da carnevale, ed emette raggi ipnotizzanti dagli occhi. Induce i criminale che prende ad autodenunciarsi.
ULTIMI SUSSULTI
Medium è uscito nel 1974, creato da Garofalo per gli ottimi disegni di Trevisan. In possesso di poteri mentali al limite del soprannaturale, John Smith se ne serve all’inizio per piccole vendette personali, poi mette giudizio ed inizia ad usarli a fin di bene. Va in giro vestito in maniera molto simile al Dottor Strange, personaggio al quale è sicuramente ispirato.
Del 1974 è anche l’Ombra, che non deve essere confuso con l’omonimo personaggio di Pratt. Quello di cui parlo è stato creato da Alfredo Castelli e Fernando Tacconi, ed ha il potere dell’invisibilità. Dopo essere caduto in una discarica di prodotti chimici, era permanentemente invisibile, e per un certo periodo ha potuto diventarlo a piacere.
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