KRAZY KAT

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RIPROPOSTA


 

Krazy Kat

di Fulvio Morlacchini

Introduzione

Negli anni ’60 iniziò il processo di rivalutazione del Fumetto, mediante l’organizzazione di tutta una serie di manifestazioni (ricordiamo il primo Salone Internazionale dei Comics di Bordighera nel 1965, che nel 1966 sposterà la sede a Lucca) e tramite interventi diretti di alcuni uomini della cultura italiana che, con saggi e articoli, presero le difese dei fumetti nei confronti di un opinione comune che, non solo relegava il Fumetto a prodotto destinato esclusivamente all’infanzia, ma addirittura lo additava come diseducativo e nocivo per la formazione delle giovani menti. Sempre in quegli anni apparvero le prime riviste specializzate dedicate alla cultura dei comics: Linus che naque nel 1965 fu la prima, seguita da Eureka, Il Sergente Kirk ed altre. Per la prima volta queste riviste, adottando un’impostazione grafica e contenutistica adulta, innalzarono il Fumetto a dignità di medium, avviando un processo di valorizzazione colta.

Non fu quindi un caso se la striscia statunitense “Krazy Kat”, nota agli americani fin dal 1910 come fumetto colto e dotato di indubbi contenuti poetici, apparve, per la prima volta in Italia, proprio su Linus a partire dal 1965.

La Vicenda Editoriale

Krazy Kat nasce negli Stati Uniti il 26 luglio 1910 come striscia giornaliera dalla fervida mente di George Herimann.

George Herimann, nato il 22 agosto 1880 a New Orleans in Louisiana, aveva appena creato nel 1910, per il quotidiano New York American Journal dell’editore William Randolph Hearst, la striscia quotidiana “The Dingbat Family” (la famiglia Dingbat), che subito dopo prese il nome di “The Family Upstairs” (La Famiglia del Piano di Sopra). Ma, dopo pochi mesi, per ragioni di impaginazione, essendo libero uno spazio di pochi centimetri sotto le strips di “The Family Upstairs”, vi fu sistemata una nuova striscia: Krazy Kat appunto. Il personaggio incontrò subito i gusti del pubblico, e dopo pochi anni si conquistò uno spazio autonomo con delle strisce quotidiane, a partire dal 28 Ottobre 1913, seguite tre anni dopo da tavole domenicali, dal 23 Aprile 1916.

L’avventura di Krazy Kat si concluderà nel 1944 con la morte del suo autore. Alcuni sostengono per l’impossibilità di trovare un successore che ereditasse la personalissima vena creativa e poetica di Herimann, altri sostengono a causa dello scarso successo economico, nonostante il quale fu mantenuta in vita per tanti anni, grazie ad un contratto a vita stipulato da Herimann.

I Personaggi

I personaggi della striscia sono tre: Krazy Kat, una gatta sognatrice (anche se in realà non è mai stata appurata la sessualità di quello che fu uno dei primi animali antropomorfi della storia del fumetto) e dall’animo poetico perennemente innamorata del topo Ignatz Mouse, individuo meschino che non solo rifiuta l’amore della gatta, ma la fa continuamente bersaglio del suo disprezzo lanciandogli, ogni qualvolta, un mattone in testa. Il terzo protagonista è un cane: Officer Bull Pupp (in Italia Offissa Pupp), rappresentante della legge, che si occupa principalmente di salvaguardare Krazy dalle angherie di Ignatz, spedendo quest’ultimo nella locale prigione.

Gli altri personaggi della serie sono abbastanza marginali (ricordiamo tra i tanti la signora Ignatz Mouse con i tre figlioletti Milton, Marshall e Irving, l’arrogante ‘Odiatore della Luna’, Joe Bark, Don Kiyoti, il probabile mercante di mattoni Kolin Kelly, e i lontani parenti di Krazy Kat).

Elemento incombente è, poi, il paesaggio lunare che rappresenta la contea di Coconino in Arizona: questo, nelle sembianze di un deserto ravvivato qua e la da alcune montagne dalle forme improbabili, fa da sfondo mutevole alle vicende. L’unica costruzione presente in quei luoghi pare essere la prigione, in cui finisce immancabilmente il maligno Ignatz.

La Storia

La vicenda, che si ripete per circa trentacinque anni ininterrotta, è sempre la stessa, quella dell’amore non corrisposto di Krazy per il topo Ignatz, con Offissa Pupp che riveste il ruolo di tutore dell’ordine in difesa della povera Krazy. Nonostante il palese astio di Ignatz nei suoi confronti, seguito da ripetuti lanci di mattoni, Krazy non sembra rendersi conto degli ostacoli che incontra il suo amore, continuando con pervicacia ad amare il miserabile topo e ritenendo i gesti ostili di quest’ultimo non altro che manifestazioni d’affetto. Ignatz d’altronde non smetterà mai di cercare Krazy, per poterla colpire, dimostrando in qualche modo di essere indissolubilmente legato a lei. Offissa Pupp, d’altronde, continuerà a considerare la gatta (il gatto?) una debole e forse un po’ troppo ingenua creatura da difendere, e cercherà di rendere inoffensivo il topo. Insomma è il dramma dell’incomunicabilità fra tre personaggi che vivono tre universi separati. Probabilmente rimarrebbe deluso chi cercasse in questo fumetto la gag facile o la battuta divertente, si tratta di un fumetto sofisticato e per chi non ha buona conoscenza delle dinamiche della serie alcuni punti potrebbero risultare forse un po’ incompresibili.

Nell’Empireo…

Dietro a questa trama semplice e ripetitiva, Herimann ha creato un intero universo poetico, cui hanno dedicato pagine e pagine di inchiostro molti intellettuali e critici. Universalmente considerato come uno dei vertici artistici e poetici raggiunti dal Fumetto, Krazy Kat è una delle opere che, più di altre, ha contribuito a far uscire i fumetti dal ghetto in cui sono stati relegati più di una volta da benpensanti e da rappresentanti di una certa cultura retriva, fatta di luoghi comuni e scarsa conoscenza del mezzo. Noti critici parlarono di Krazy Kat, prendendolo ad esempio come miglior fumetto d’arte e di poesia; tra questi ricordiamo Gilbert Selders che, nel 1924 in The Seven Lively Arts, tesse l’elogio di Krazy Kat, proprio in difesa dei comics.

Fumetti come questo evidenziano, una volta di più, come, attraverso un disegno semplice e certamente non ricercato e virtuoso, è stato possibile realizzare un capolavoro. In questo, forse, l’unico fumetto che gli si può accostare è Maus di Art Spiegelmann, al quale sta nella misura in cui la narrativa sta alla lirica. Con un iperbole si potrebbe affermare che Krazy Kat è per il Fumetto quello che rappresenta uno dei padri fondatori per una nazione.

Bibliografia

In Italia, come detto, Krazy Kat apparve dal 1965 in poi, sulla rivista Linus della Milano Libri. Questa casa editrice pubblicò nel 1974, anche, un volume con la storica prefazione di E.E.Cummings nella collana I Nostri Immortali vol.4.

Ricordiamo inoltre il bel numero antologico della fanzine Exploit Comics n.14 del 1979 dedicato a Herimann, con un’ottima prefazione di Leonardo Gori. Krazy Kat viene comunque citato in ogni buon volume di storia dei fumetti che si rispetti. E ricordiamo il recente l’articolo “300: George Herriman – Krazy Kat” pubblicato sul sito Lo spazio Bianco il 30 gennaio 2015, ed aggiornato il 31-03-2017.

(*) La Fantagraphics ha avviato la ristampa delle sunday pages di Krazy Kat e in Italia la Free Books si è presa l’onere di ripubblicare tali e quali i volumi che si sono interrotti (per la chiusura della casa editrice italiana) alla quarta uscita.

(*) Recentemente (2013) la Nova Express (vedesi articolo di Luca Boschi nel suo blog: Cartoonist Globale“, M.B.) ha ripubblicato un volume in grande formato (e con una stampa migliore rispetto alla Free Books) di oltre 140 pagine che raccoglie le strisce del fumetto apparse dal 1933 al 1934.

infine, un sito interessante su Krazy Kat da cui attingere ulteriori informazioni e ricco di belle immagini è: Krazy Kat – The Coconino County Page

(*) NOTA BENE: Questa bibliografia aggiuntiva è stata estrapolata dall’articolo “300: George Herriman – Krazy Kat” gia citato prima mario benenati

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