INTRODUZIONE:
SANDMAN, Il signore dei sogni
di Marcello Vaccari
Per primo arrivò ALAN MOORE e fece sensazione con il suo SWAMP THING. Lo seguì Jamie Delano e fece lo stesso con John Constantine su HELLBLAZER. Infine giunse NEIL GAIMAN e stupì tutti con SANDMAN. Non è la storia di un evento biblico, ma la sequenza chiave dello sbarco degli autori inglesi nel mondo del Comic Book americano. Questi autori portarono a nuova vita l’asfittica scena dei supereroi, creando, o ricreando, personaggi che non avevano nulla a che spartire con quelli degli altri comics e, fattore assai rilevante, NON volavano e NON vestivano “stupide” calzamaglie colorate. Tutti questi personaggi (con l’aggiunta dell’Animal Man di Grant Morrison) ebbero una enorme risonanza nei media al di fuori del fumetto, soprattutto su riviste che trattano di horror e di musica, ma anche sui quotidiani che sempre più spesso recensivano quelle storie come se si trattasse delle ultime uscite di un qualsiasi genere narrativo. Di questi autori soltanto uno è rimasto fino alla fine alla guida del suo personaggio: Neil Gaiman creatore dello straordinario Sandman, definita da tutta la critica come la migliore serie a fumetti del mercato statunitense. Dal 1991 il nostro ha anche ricevuto una serie enorme di importantissimi premi come migliore scrittore di fumetti: l’HARVEY, l’EISNER e tanti altri (la collana di Sandman è stata premiata a sua volta come migliore serie e migliore ristampa con i suoi trade paperback), ma soprattutto si è meritato il “WORLD FANTASY AWARD” come migliore storia breve per “A midsummer night’s dream” (Sandman N°19 disegni di Charles Vess). Quest’ultimo è da considerarsi un fatto davvero eccezionale, visto che è la prima volta che un fumetto riceve un riconoscimento in una gara con delle opere narrative in prosa, sia pure in un settore ben specifico come quello della Fantasy. E questo la dice lunga sulla qualità dell’operato di Gaiman, che in questa serie riesce forse per la prima volta nell’ambito del fumetto seriale, a coniugare immagini e parole in maniera assolutamente inscindibile. Ci sono fumetti dove la parola sovrasta nettamente l’immagine, rendendoli spesso alquanto noiosi, dall’altra parte ve ne sono altri dove il disegno risulta praticamente staccato dalla parte narrativa, facendosi apprezzare solo come elemento a sé stante. Gaiman riesce ad amalgamare i due elementi, senza esagerare nei testi e nello stesso tempo senza rendere troppo preponderanti i disegni, riuscendo perfettamente a controllare il momento in cui uno dei due deve momentaneamente prendere il sopravvento sull’altro in funzione del fine ultimo della storia.
LA STORIA
Nella mitologia americana Sandman è “l’omino dei sogni”, che la sera sparge della sabbia magica (in inglese “sand”, da cui il nome “Sandman” ovvero “Uomo della Sabbia”) sugli occhi dei bambini buoni, trasportandoli così nel reame dei sogni.
Prima di iniziare con la storia del personaggio attuale, diamo un brevissimo sguardo ai personaggi che nel corso della storia della D.C. hanno già portato questo nome. Del primo, Wesley Dodd, trovate un ampio resoconto in un articolo di Santo Balastro. Nel 1974 Jack Kirby decide di ricreare completamente il personaggio, e così il Dr. Garrett Sanford diventa il secondo Sandman e, con macchinari di sua invenzione, veglia sul sonno degli esseri umani dalla “dimensione del sogno”, impedendo che gli incubi invadano la realtà. La sua serie dura appena 6 numeri (di cui alcuni visti in Italia su Kamandi della Corno) e poi viene abbandonata alla fine del 1975. Il Sandman riappare anni più tardi nella serie “Infinity Inc.” con una ulteriore incarnazione: l’origine del nuovo Sandman prende le mosse dalla morte di Hector Hall, figlio di Hawkman della Golden Age. La sua anima viene raccolta da Brute e Glob, servi del defunto Dr. Garrett (morto sul campo), e può così continuare a vivere, svolgendo il lavoro di Sandman nella dimensione del sogno, insieme alla moglie Ippolita (incinta); là infatti li troveremo in un toccante episodio scritto da Gaiman che pone fine alla carriera fittizia di questo terzo Sandman.
Nel 1987 Karen Berger, editor della D.C., chiede a Neil Gaiman, appena lanciato dalla miniserie Black Orchid, di portarle delle idee per una nuova collana mensile: in quel periodo lui faceva il giornalista in Gran Bretagna, ed era alle primissime armi nel lavoro di sceneggiatore di fumetti, ma la Berger e Dick Giordano ne riconobbero subito il grande talento. Dopo avere scartato varie ipotesi, viene scelto Sandman, decidendo però di non riadattare il vecchio personaggio, ma di crearne uno completamente nuovo, il cui unico punto di contatto con il precedente è nella tematica di fondo, il sogno. Viene quindi data carta bianca a Neil, mentre come disegnatori vengono scelti due autori sconosciuti Sam Kieth (oggi famosissimo per lavori come ALIENS, i serial di Wolverine per “Marvel Comics Present” ed il suo Maxx per la Image) dal tratto con forti reminiscenze dei primi lavori di Wrightson, e Mike Dringenberg, che dagli iniziali lavori come inchiostratore diverrà anche disegnatore titolare della serie. Anche dopo l’abbandono di questi due disegnatori, ll livello dei disegni è rimasto sempre elevatissimo, e, nonostante i tanti autori impiegati, molto omogeneo nella grafica. Tra gli altri disegnatori si segnalano soprattutto gli eccezionali talenti di: Kelley Jones, Charles Vess, Matt Wagner, Brian Talbot, Michael Zulli, ….. e l’inchiostratore della maggior parte degli episodi Malcolm Jones III. E’ anche da sottolineare come ad un certo punto sia diventato una specie di onorificenza potersi vantare di avere disegnato Sandman, e molti autori hanno cercato in tutti i modi di entrare a far parte della ristretta cerchia.
Per Ulteriori approfondimenti sul nuovo Sandman Universe, pubblico di seguito 3 link:
http://www.fumettologica.it/2018/03/sandman-universe-neil-gaiman-dc-comics-fumetti/
https://www.dccomics.com/blog/2018/05/15/the-sandman-universe-welcomes-series-artists