Sesta ta puntata dello speciale di Glamazonia, con l’apporto di Fumettomania, dedicato ai Trent’anni di Sandman. Dopo l’introduzione di Marcello Vaccari (fondatore di Glamazonia), l’analisi di “Vite Brevi”, l’articolo di Alessandro Assiri (“Sogna ragazzo sogna” ), l’approfondimento “Sulla figura di Hamnet fra Ulisse e Titania: Gaiman autore post-modernista”, ed un bellissimo viaggio nel Reame del Sogno, sarà ancora una volta Fabio Ciaramaglia ad indicarci un percorso ipertestuale nella Stagione delle Nebbie (cit. dal sottotitolo dell’articolo). Dopo aver letto l’articolo, se vi è piaciuto, condividetelo. Grazie Mario Benenati
SEASON OF MISTS and mellow fruitfulness
un percorso intertestuale nella Stagione delle Nebbie.
di Fabio Ciaramaglia
La Stagione delle Nebbie (Season of Mists) è la quarta saga di Sandman (#21-28) in cui Neil Gaiman dà un’ulteriore svolta alla serie e prepara il terreno per i numeri successivi; anzi, si potrebbe quasi dire, che proprio qui si può collegare la penultima saga, Le Eumenidi (The Kindly Ones), sia da un punto di vista strutturale che di tematiche. Cercherò di illustrare ciò che intendo in maniera schematica.
I) Gli Eterni
E’ in questa miniserie che vengono presentati tutti gli Eterni, ad eccezione di Distruzione che, come ripetono più volte i suoi fratelli, ha abbandonato il proprio Regno (lo ritroveremo in Vite Brevi, per poi vederlo partire per le stelle). Ognuno ha una propria rappresentazione sia iconografica che personale, che verrà seguita per il resto della serie (ovviamente a seconda dei disegnatori). Si pensi a Destino il cui Regno sembra l’incarnazione del giardino dei sentieri che si biforcano di Borges, oppure alla sempre esaltante Death e la tenera Delirio. Ciò che diventa molto più importante in questa caratterizzazione è il rapporto tra Desiderio e Sogno. Il primo dei due (o si potrebbe dire anche “la prima” vista la sua androginia) stuzzica Morfeo sul suo comportamento nei confronti di Nada (vedi #9, Preludi & Notturni). Sogno si infuria, ma viene calmato e convinto da Death sulla parziale verità di ciò che ha detto Desiderio, quindi decide di tornare nell’Inferno per liberarla (vi era già stato nel #4, P&N). Death, tra l’altro, era stata l’unica tra gli Eterni ad essere già presentata nel celebre #8 della serie. Tornando al rapporto tra Sogno e Desiderio, possiamo affermare che è molto conflittuale; già in Casa di Bambola (The Doll’s House) Desiderio si era intromesso nelle vicende di Rose Walker, ricevendo esplicite minacce da parte di Sogno (#16) perché non interferisse più nei suoi affari; e successivamente, in Vite Brevi, ha un atteggiamento piuttosto trionfante dopo che Sogno ha dovuto uccidere Orfeo, cosa che, come sappiamo, porterà decisamente alla sua tragica fine; infine, proprio nel #72, durante La Veglia, anche il commiato funebre di Desiderio non è il massimo dell’amore fraterno.
II) Lucifero
Tutta la saga è incentrata sulla rinuncia da parte di Lucifero del proprio Regno: si fa tagliare le ali da Morfeo e gli dona le chiavi dell’Inferno. Non lo fa semplicemente per noia; d’altronde, citandolo (mentre cita lui stesso Milton), “Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso” non è una frase di chi vuole disfarsi rapidamente del proprio Regno. Donando la chiave dell’Inferno a Sandman, però, lo mette in difficoltà perché, per leggi sovrannaturali a noi ignote, non può essere reggente di due regni (e soprattutto dovrà ritrovare Nada che, come tutti gli abitanti dell’Inferno, è andata via dopo che esso è stato svuotato). Fa questo per vendicarsi dello stesso Sandman che lo aveva umiliato nel #4, alla fine del quale afferma “Un giorno lo distruggerò“. Ma di che genere può essere questa vendetta? “Forse ti distruggerà e forse no” afferma Lucifero nel #23, e in effetti la chiave dell’Inferno scatena una sorta di “guerra dinastica” fra dei appartenenti a varie mitologie: d’altronde, come afferma Death nel #24, è “il più ambito tra i beni immobili metafisici dell’intero ordine del Creato“. Successivamente, Lucifero, come vedremo in Le Eumenidi e nella serie regolare Lucifer, apre un locale chiamato Lux che gestisce con la “figlia di Lilith” Mazikeen (che stranamente in SdN sembra scacciare).
III) Daniel, Hob, Il Cluracan, Nuala, Loki e tanti altri
Come in Le Eumenidi, in cui vi è una summa di tutti i personaggi comparsi fino ad allora nella serie, in questa saga accade qualcosa di analogo: infatti, molti dei personaggi che lì compaiono sono anche qui dei co-protagonisti. Qui è Morfeo che si reca a far visita, prima del proprio viaggio verso l’Inferno, a un bimbo, la cui madre, Hippolyta Hall, sta ancora cercando di dargli un nome. Il Signore dei Sogni glielo suggerisce: Daniel. Li avevamo già incontrati in Casa di Bambola (#12) e la metamorfosi definitiva di Daniel nel nuovo Signore dei Sogni avviene in Le Eumenidi (#69; anche Lyta, sua madre, è una decisa protagonista di quel volume).
Altro incontro prima della partenza, nel #22, è quello con Robert (Hob) Gadling, con il quale Morfeo si incontra ogni cento anni dopo avergli donato l’immortalità (#13); anche in Le Eumenidi (#58), quasi presagendo una prossima fine, Sandman incontra per l’ultima volta Hob. (Hob è protagonista anche di La Locanda alla Fine dei Mondi e del #73 inserito in La Veglia). Chi non vorrebbe essere Hob alzi la mano …
E’ anche il Cluracan l’elfo ad essere fra i protagonisti di SdN con il dono, da parte di Faerie, di Nuala, che, come sappiamo, sarà fra i comprimari abbastanza fissi della serie e il suo eccessivo amore nei confronti di Morfeo sarà fra le cause perché egli si allontani dal proprio Regno durante l’assedio delle Eumenidi (che quindi, poi, potranno finirlo). Una annotazione su Nuala: sul numero 44 della serie The Dreaming (Kiernan, Højgaard, Randall), la fata è sulla Terra e sente nostalgia di Faerie mentre assiste alla rappresentazione di A Midsummer Night’s Dream di W. Shakespeare. Una didascalia recita (p.5): “Nuala saw this play the first time’ that night long ago on Wendell’s Mound“, quindi siamo portati a supporre (vista la supervisione di Gaiman alla serie) che Nuala fosse effettivamente in quel luogo nel numero 19 di The Sandman .
E’ il caso di spendere due parole su Loki che, durante le trattative per l’acquisizione dell’Inferno, si è “scambiato” con il dio giapponese Susano-O-No-Mikoto, sottraendosi quindi dalle torture inflittegli da Odino per timore del Ragnarok (il crepuscolo degli dei nordici). Morfeo potrebbe riportarlo ad Odino, ma, invece, decide di creare un “ologramma” perché preferisce avere Loki in debito nei propri confronti. Come sappiamo, Loki, con Puck (rimasto sulla Terra dopo il #19), organizzerà il rapimento di Daniel che scatenerà Hippolyta che, a sua volta, scatenerà le Eumenidi contro il Signore dei Sogni. Infatti in Le Eumenidi (#63) proprio Odino ricompare e ammonisce Morfeo perché ha tenuto libero Loki, un essere capace solo di seminare il caos intorno a sé, cosa che in effetti fa.
Si potrebbe dire ancora molto sui due angeli Remiel e Duma (gli Angeli che infine “toccano” terra), sulla dea-gatta Bast e su Lucien, Matthew ed Eva che qui sembrano essere maggiormente approfonditi, ma è il caso di passare alla riflessioni finali.
Conclusioni.
A mio avviso, N. Gaiman con questa saga dà un nuovo taglio “metafisico” alla serie anche se continuerà a scrivere storie anche con semplici e comuni mortali (cosa che in effetti fa anche qui con il #26 e la storia di Charles Rowland). Ciò che ritengo anche più importante è il quantitativo di legami che SdN ha con i numeri precedenti e con quelli seguenti, cosa che ho cercato di riportare per grandi linee. I personaggi creati (o riutilizzati) nei primi tre volumi, vengono utilizzati nuovamente, approfonditi e diventano pronti per essere utilizzati per le storie successive, anche se a distanza di molti anni. Non sto, ovviamente, affermando che questo volume sia ben scritto soltanto per i richiami che ha con altre storie; al contrario, SdN è a tutti gli effetti fra le migliori saghe di Sandman, leggermente inferiore, a mio avviso, solo a Le Eumenidi e a Vite Brevi. Anche le citazioni letterarie e “metafumettistiche” sono molte: da Keats del titolo (come prontamente rileva Pasquale Ruggiero nell’introduzione all’edizione italiana) a Borges, da Swamp Thing a Hawk & Dove. Ma, mi ripeto, non è solo questo che fa di La Stagione delle Nebbie una grande storia. La storia nella storia di Nada, le scene del banchetto degli dei con le sconcezze di Thor, i discorsi di Lucifero sono dei piccoli capolavori che potrebbero valere, da soli, il merito della lettura. Se poi ci mettiamo la struttura precisa del macrocosmo gaimaniano e la sua “irritante” cultura, il giudizio non può che salire.
Giudizio: ECCELLENTE
(dedica: a Claudia che mi ha donato questo splendido volume in versione cartonata)