RIPROPOSTA
Continuano le recensioni di fumetti internazionali di prim’ordine, molti dei quali Statunitensi, oggi c’è di nuovo Marcello Vaccari che recensì questi due ottimi volumi di Astro City nel 1998.
Proprio quest’estate abbiamo letto, in tanti siti, che: <<Con il numero 52 della terza serie, dopo 28 anni di pubblicazioni e quattro diversi editori Usa (Image Comics, Homage Comics, Wildstorm e Vertigo), giunge infine al termine l’amatissima Astro City, opera magna dello sceneggiatore Kurt Busiek e del disegnatore Brent Anderson, con il design dell’eccelso Alex Ross. (testo estratto da Wired.it, che si ringrazia)>>.
Quindi vi vogliamo invitare a rileggere questa bellissima serie magari partendo proprio da queste recensioni.
Se la lettura sarà di vostro gradimento, condividete quest’articolo. grazie
Mario Benenati
ASTRO CITY
Vita nella grande Città
(Starmagazine Oro #31)
prima edizione italiana Star Comics
Astro City (v1) #1-6 – Image comics
Confessioni
(Starmagazine Oro #38)
prima edizione italiana Star Comics
Astro City (v2) #”1/2″ + #4-9 – Homage
Testi: Kurt Busiek
Disegni: Brent Anderson
Cover: Alex Ross
Recensione di Marcello Vaccari
Astro City rappresenta nel modo più significativo uno dei trend maggiormente in voga in quest’ultimo periodo nel fumetto supereroico americano, il ritorno ad una visione più positiva del supereroe, cosi come era in origine.
In pratica Astro City è l’esatto contrario dell’epocale “Watchmen” di Alan Moore, dove il mito del supereroe veniva demolito semplicemente ponendo i lettori di fronte ad un mondo molto più realistico, ma decisamente meno idilliaco di quello che si leggeva normalmente nei fumetti di quel tempo. Quella miniserie scatenò una sete di “revisionismo” che degenerò rapidamente, in mano a sceneggiatori molto meno capaci, in storie inutilmente violente e sostanzialmente illeggibili. E lo stesso Alan Moore, dopo aver praticamente distrutto il mito del supereroe con altre storie come “Marvelman” e “Killing Joke“, ha da qualche tempo preso una strada di ricostruzione, con opere come 1963, Supreme, e parecchie altre cose da lui prodotte in tempi recenti.
Kurt Busiek si basa in pratica su quello che fu il concetto vincente del suo “Marvels“, ovvero la ricerca di ciò che provano le persone normali nei confronti degli eroi (e dei cattivi) con superpoteri, e lo sviluppa con maggiori sfaccettature, proponendolo da molteplici angolazioni, dove in Marvels era solo il punto di vista del reporter ad essere preso in considerazione.
Nei due volumi che sono stati pubblicati finora dalla Star Comics, abbiamo potuto apprezzare la prima miniserie ed un arco narrativo completo contenuto nella successiva serie regolare, tuttora in via di pubblicazione in America.
La miniserie (primo volume) è sicuramente quella più emblematica del modo di scrivere di Busiek, che in ogni singolo numero tratta di un personaggio diverso, con un punto di vista diverso. Unico punto fermo è appunto la città di Astro City, il nodo focale di questo universo supereroico così come New York lo è in quello della Marvel e Metropolis in quello della D.C. (che però è maggiormente sparso tra varie città fittizie). La narrazione di Busiek pone a contatto i vari eroi con le persone normali che vivono nella città e questo contribuisce a renderli più umani e più “amabili”. In certi episodi i supereroi non sono praticamente neppure presenti, limitati a citazioni da parte della gente, a notiziari televisivi o al massimo a brevissime comparse, come nel 4° episodio “Protezioni” (Safeguards), vincitore di un Eisner come migliore albo singolo.
Il fatto che tutti i personaggi siano delle chiare citazioni dei supereroi più conosciuti, genera poi nel lettore una sensazione di familiarità e di nostalgia per le storie più lineari e forse ingenue di qualche anno (o decennio) fa, storie che però sono rimaste nel cuore di tutti coloro che le hanno lette, e che vengono reinterpretate da Busiek in modo moderno, che riesce a colpire anche i lettori più giovani. Qui i Supereroi sono sempre positivi, anche se possono talvolta incutere timore, e lo spostamento del punto di osservazione compiuto in ogni singolo albo ci permette di cogliere tutte le sfaccettature del loro mito.
Nella serie regolare (parzialmente raccolta nel secondo volume edito in italia), Busiek crea dei cicli di storie di maggior respiro, soffermandosi comunque sempre su di un singolo personaggio, o su di un gruppo omogeneo. In questo caso il punto di vista della storia è meno variabile, e la narrazione più lineare, ma non manca di stupire per la capacità di approfondimento delle psicologie dei vari personaggi, cosa che era meno evidente nella prima mini a causa della brevità delle storie. L’arco di storie più lungo si sofferma sul personaggio del Chierico, chiara trasposizione di Batman. La storia è decisamente epica, ma anche densa di riferimenti alle psicologie delle due figure principali.
Dal secondo volume edito in Italia mancano i primi tre albi della serie, di cui il primo è una breve storia autoconclusiva identica a quelle della mini, che ha anche vinto l’Eisner come migliore storia singola; una splendida introduzione ad Astro City vissuta da un uomo che ha deciso di trasferirsi in città, ed appena arrivato si trova coinvolto in un catastrofico scontro tra super-esseri. Gli altri due hanno come protagonista uno dei componenti della “Prima Famiglia” (una chiara trasposizione dei F.Q.), la piccola Astra con i suoi problemi pre-adolescenziali. In seguito, nelle storie ancora inedite, Busiek ha prima esplorato il personaggio di Jack-in-the-Box poi ha iniziato un altro ciclo di storie con protagonista un supercriminale (forse ex) appena scarcerato, scritte con uno stile “hard boiled” molto accattivante.
Nel secondo volume si trova anche la splendida mini-storia tratta da uno degli speciali 1/2 di Wizard, dove vediamo, dal punto di vista di un comune cittadino, gli effetti di una delle tante saghe revisioniste tipo “Crisis on infinite Heart” o Heroes Reborn-Return che dir si voglia. Una storia straordinariamente efficace pur nella sua brevità, un vero e proprio gioiello. I disegni della serie sono tutti di Brent Anderson, assolutamente perfetti, molto naturali e realistici, a sottolineare il tipo di narrazione più “umana”, e seguono fedelmente gli schizzi preparatori di Alex Ross per la caratterizzazione dei personaggi, il quale provvede anche alle stupende copertine iperrealiste, anch’esse vincitrici di diversi Eisner Award.
GIUDIZIO |