SPECIALE: 80 ANNI DI SUPERMAN IN ITALIA
In occasione dei 80 anni dalla prima pubblicazione di Superman in Italia, ripercorreremo le pubblicazioni più importanti della sua età dell’oro. Prima Puntata: breve storia editoriale di Superman.
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Introduzione
di Dario Biagiotti
Quando ricorre l’anniversario di qualcosa, specialmente riguardante la pop culture e soprattutto quando si superano gli “anta”, sono inevitabili i bilanci sul passato, spesso più trasportati dall’amarcord dei bei tempi che furono o dai luoghi comuni del giornalismo televisivo piuttosto che da tentativi di retrospettiva o, parolona, di storiografia. Superman, in quanto icona pop e ancor di più in quanto rappresentante di spicco del medium fumetto, non si salva da questo destino di servizi sui telegiornali in cui ci si chiede perché porti le mutande sopra il costume e di articoli in quotidiani radical chic che parlano del significato psicanalitico della doppia identità. Eppure, Superman, silenziosamente, volando fuori dalla portata dei radar di snob, pseudo intellettuali, e fanatici del grim & gritty, si è rivelato nelle forme artistiche che lo ritraggono (i fumetti, il cinema, l’animazione, e anche la narrativa) per quello che è davvero e che è sempre stato: l’eroe per eccellenza della mitologia della società (post) industriale. Come, prima di lui, gli eroi e gli dei dell’antica Grecia e di Roma, i cavalieri di re Artù e della Chanson de Roland, i Santi le cui vite sono raffigurate nelle chiese di tutto il mondo, intorno a Superman è stato costruito nel tempo un insieme di peculiarità (soprannomi come “l’uomo d’acciaio” e “l’ultimo figlio di Krypton, che ricordano il “piè veloce” di Achille), personaggi, luoghi (Metropolis, città ideale come Itaca e Camelot) e “audaci imprese”, che sono diventate ormai patrimonio dell’immaginario e dell’inconscio collettivo, anche da parte di chi non ha mai letto un fumetto. Molto di tutto questo è dovuto alla multimedialità che è da sempre una delle caratteristiche principali della creatura di Jerry Siegel e Joe Shuster. Chi non legge i fumetti ha visto i film con Christopher Reeve, chi non ha visto i film conosce il telefilm Smallville, o magari la serie animata di Bruce Timm, o quella nuovissima con la Legione dei Supereroi. Tutto questo tra alti e bassi di settant’anni di vita mediatica, in cui si è passati dalla semplicità a volte venata di propaganda filo alleata della Golden Age (anni ’40) alla classicità Silver Age (anni ’50 e ’60) che ha consolidato il mito, dalla maturità quasi messianica della Bronze Age (anni ’70) alla rivoluzione reganiana e yuppie del post-Crisis di John Byrne, seguita dai controversi anni ’90, che hanno visto morte, resurrezione, capelli lunghi e poteri elettromagnetici dell’Uomo d’acciaio. In tutto questo viene da chiedersi quale direzione abbia preso il Superman degli anni 2000. A giudicare dalle recenti e acclamate opere di Grant Morrison (All Star Superman) e Geoff Johns (il suo ciclo sulla testata Action Comics) e dalle atmosfere dell’ultimo film di Singer, sembrerebbe di ritrovarsi in un fiorente neoclassicismo che ha riportato Superman al canone che tutti conosciamo, arricchendolo di maturità e, per certi versi, di complessità, consacrandolo a eroe mitico della società di massa occidentale. Un eroe che oltre a proteggerci e a meravigliarci, ha soprattutto il pregio di descriverci e di raccontarci.
Superman Story
di Marcello Vaccari
70 anni fa Superman sbarcava in Italia, esattamente nel Luglio del 1939 sul N°19 degli “Albi dell’Audacia” (con il nome tramutato in “Ciclone”), per approdare subito dopo sulle pagine del prestigioso settimanale “L’Audace” (dal N°299 21/9/39). Data la scarsità del materiale a disposizione furono anche realizzate delle storie da autori italiani, che però non compresero assolutamente lo spirito del personaggio. Fu il divieto del governo fascista contro la pubblicazione di eroi stranieri ad interromperne le uscite, che ripresero comunque poco dopo la guerra sulla “Collezione Uomo Mascherato” e sul settimanale “Urrà!”. Ma fu soprattutto la Mondadori con la lunghissima collana tascabile “Gli Albi del Falco” ad imporre Superman in Italia, anche se con l’orribile, ma molto ricordato dai ragazzi di allora, nome di Nembo Kid. La stessa casa editrice poi riparò all’errore, prima cambiando nome alla collana in “Superman/Nembo Kid” poi editando una testata in formato Comic Book, chiamata semplicemente “Superman”. Anche la Mondadori realizzò storie di Superman con sceneggiatori e disegnatori autoctoni, pensando di venire così incontro ai gusti dei giovani lettori italiani, ma ancora una volta le caratteristiche di base del personaggio vennero snaturate dai nostri autori, ed anche questo esperimento fallì miseramente. Dopo la chiusura delle testate della Mondadori, Superman passò prima alla Williams, che ha pubblicato uno dei periodi più interessanti, poi alla Cenisio, brevemente alla Glenat Italia, per un lungo periodo alla Play Press, ed infine alla Planeta DeAgostini, che lo stampa tuttora.
Ma chi è esattamente Superman alias Nembo Kid alias Ciclone?
La storia di Superman, personaggio che ha resistito oltre 70 anni, è molto complessa ed articolata. Superman fu stampato per la prima volta nel 1938 dalla D.C. Comics, nel mitico numero uno di Action Comics datato Luglio. Il primo numero fu stampato in 200.000 copie, e per il N°7 ne vendeva già 500.000! E pensare che prima di approdare alle stampe il personaggio fu scartato da tutti i maggiori distributori di strisce per quotidiani, come United Features Syndicate, Esquire Features, e Bell Syndicate, e lo stesso Maggiore Wheeler-Nicholson, fondatore e precedente direttore della D.C., lo aveva scartato l’anno prima quando Jerry Siegel e Joe Shuster, che già lavoravano per lui fin dal 1935 con personaggi come Doctor Occult e Slam Bradley, glielo avevano proposto. I due avevano ideato Superman più o meno nel 1934, e nel 1936/37 avevano fatto il giro di tutti i maggiori editori e distributori tentando di vendere la loro creatura, ma ricevendo secchi rifiuti da tutti. Finché Jack Liebowitz, che con Harry Donenfeld aveva appena rilevato la D.C., decise di lanciare nuove testate, e chiese aiuto a M.C. Gaines del McClure Syndicate, che gli inviò qualche striscia da lui rifiutata. Tra quelle strisce il direttore editoriale Vincent Sullivan scelse Superman. Siegel e Shuster vendettero i diritti del personaggio per 130 dollari, e questo errore lo pagarono per tutta la vita, essendo stati in causa con la D.C., per avere i giusti diritti della loro creazione, in pratica fino alla morte. E tutto quello che ottennero, fu il riconoscimento della paternità del personaggio con l’apparizione dei loro nomi su tutte le storie pubblicate, ed una piccola pensione, il tutto intorno alla metà degli anni 70, quando erano ormai arrivati oltre i sessant’anni, più che altro per merito dell’imminente uscita del film con Christopher Reeve, che portò alla ribalta il loro caso e pose dei seri problemi di immagine alla Warner (che aveva da poco acquistato la D.C. Comics), la quale decise in quel modo di sistemare le cose per il meglio.
Comunque Superman si dimostrò un’idea dirompente, e diede il via ad un’intera nuova epoca del fumetto americano, che viene comunemente chiamata “Golden Age” ovvero “Età d’Oro” dei “Comics”, in cui videro la luce centinaia di nuovi personaggi che presero il nome complessivo di Super-Eroi, e che tentavano, chi più, chi meno, di imitare il modello originale. L’enorme successo lo fece poi approdare anche su quelle pagine dei giornali che lo avevano rifiutato, e fu proprio il McClure Syndicate ad iniziarne la distribuzione nel Gennaio del 1939. La striscia durerà fino al 1966. Nello stesso anno esce anche il primo numero della testata bimestrale “Superman”, che inizialmente ristampa i primi numeri di Action Comics, poi le strisce ed infine arrivano anche storie realizzate appositamente. Nel 1940 inizia persino uno show radiofonico, che ebbe una enorme influenza sul fumetto di Superman, visto che fu sulle onde radio che venne dato il nome al giornale su cui scrive Clark Kent, il Daily Planet (inizialmente su Action Comics era stato chiamato Daily Star), ed introdotto Perry White come capo redattore. Anni dopo (1945) nello stesso serial radiofonico fu creata anche la Kryptonite, l’unica debolezza di Superman, che apparve nei comics solamente nel 1949.
All’inizio Superman non aveva poteri esagerati, poteva effettuare lunghi balzi (ma non volava), era molto forte (ma al massimo sollevava un’automobile), era molto veloce (più o meno come un treno in corsa), ed aveva la pelle molto robusta (le pallottole non la perforavano, ma una granata sì). Poi, con l’apparire dei concorrenti, i suoi poteri aumentarono a dismisura, tanto da arrivare in pratica all’onnipotenza. Per questo fu introdotta la Kryptonite, per dare agli sceneggiatori una possibilità di mettere in difficoltà l’eroe, ormai troppo potente per tutti i suoi avversari. Il successo di Superman, nonostante l’ingenuità e la ripetitività delle storie, fu comunque costante, tanto che fu uno dei pochissimi personaggi a non scomparire nell’ecatombe delle chiusure che seguì la fine della seconda guerra mondiale. Anzi i titoli in cui compariva si moltiplicavano, con World’s Finest Comics (testata condivisa con Batman), More fun Comics e Adventure Comics (con le avventure di Superboy, ovvero Superman da ragazzo, creato nel 1945) e varie apparizioni anche in All Star Comics. Nel frattempo molti altri autori avevano affiancato Siegel e Shuster (che furono licenziati nel 1947 dopo aver portato in tribunale la D.C. per i diritti di Superboy) ai testi ed alle matite di Superman, in particolare Wayne Boring ridefinirà la figura di Superman per tutti gli anni 40 e 50. A metà degli anni 50 arriva Curt Swan, che darà un’interpretazione del personaggio molto più moderna, divenuta poi quella definitiva a partire dalla fine degli anni ’60, e che, nonostante il cambio di tanti disegnatori, dura ancora oggi.
Nei suoi 70 anni ininterrotti di avventure, Superman ha dovuto attraversare molte vicissitudini, e sopravvivere a molti scossoni. Dall’entrata in guerra degli Stati Uniti, che comportò un impegno diretto del personaggio alla difesa del paese (sempre naturalmente sulle pagine a quattro colori); all’avvento del Dottor Wertham, che diede una terribile spallata al mondo del fumetto, dichiarando che quelle colorate tavole erano responsabili di traviare la gioventù americana, deviandola dalla retta via, ed in pratica addossandogli tutti i mali del mondo; all’applicazione del Comics Code, che costrinse gli autori ad addolcire, ed in definitiva ad instupidire, le storie per non essere accusati di traviare i suddetti fanciulli innocenti; all’arrivo della Marvel Comics, che costrinse ad una decisa sterzata delle storie verso un maggiore realismo; ed ultimamente alla ricostruzione totale da parte di John Byrne, alla morte, al cambio di look (vedi i capelli lunghi), alle nozze, ed infine persino ad un drastico cambio di costume e di poteri (poi rientrato). Eppure Superman ha saputo adattarsi e rinnovarsi pur rimanendo sempre sé stesso, ovvero un personaggio solare, inguaribile ottimista ed impavido difensore degli oppressi, sempre convinto che qualsiasi criminale, anche il più incallito, possa essere ricondotto sulla retta via. Le storie di Superman hanno sempre espresso ideali positivi, anche se dopo la “cura” di Byrne è diventato più riflessivo e realista, rimane pur sempre il maggior sostenitore di quegli “ideali americani” che sono la base fondamentale di tutta la cultura U.S.A., che questo personaggio ha provveduto per primo a far conoscere a tutto il mondo.
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