RECENSIONI |
P.Craig Russell (w&a) Mistero Celeste (tratto dalla storia Murder Mysteries di Neil Gaiman pp.100/cartonate €12,50 Dark Horse/Magic Press |
Recensione di Fabio Ciaramaglia
Il
Mistero Celeste.
Una delle ultime opere di P. Craig Russell
è l’adattamento fumettistico di Neil Gaiman’s Murder Mysteries (2002),
ovvero di una storia scritta da Gaiman (vedi Smoke and Mirrors) poi
recitata come pièce radiofonica. Questa storia è pubblicata dalla Dark Horse e
in Italia dalla Magic Press con il titolo di Mistero Celeste
(tradotta da
Leonardo Rizzi). Russell è un grande disegnatore e, fra le sue opere, è il
caso di ricordare gli adattamenti dalle fiabe di Oscar Wilde e di altri classici
letterario-musicali (dalla saga dei Nibelunghi a Lovecraft, da Mozart a Kipling).
Molti appassionati gaimaniani non possono non ricordare la collaborazione di
Russell a due numeri di The Sandman: il n.24 (in La stagione delle
nebbie) e il n.50 (la storia mozzafiato intitolata “Ramadan”, tanto
attuale ora che i venti di guerra mediorientali ricominciano a soffiare).
Russell aveva anche riadattato già una storia di Gaiman, One Life, Furnished
in Early Moorcook (anche questa storia la trovate su Smoke and Mirrors,
mentre il riadattamento in Elric Stormbringer, Dark Horse/Lexy
Produzioni).
La storia è tutta chiusa in una cornice in cui un giovane inglese si
ritrova a Los Angeles dove incontra una vecchia amica con la quale consuma una
rapida nottata di sesso. Perso nella trance causatagli dalla grande città, il
giovane girovaga per poi finire su una panchina insieme a un vagabondo. Questi,
in cambio di una sigaretta, si offre di raccontargli una storia, che è il vero
e proprio ‘mistero celeste’ del titolo. Il vecchio si rivela essere Raguel,
la vendetta del Signore, incaricato dal Signore stesso (per bocca di Lucifero)
di investigare sulla morte di Carasel. Siamo all’alba dei tempi, un periodo in
cui gli angeli sono al lavoro sulla Creazione e Carasel, con il collega Phanuel,
aveva progettato l’amore per poi passare alla creazione della morte. Non c’è ancora stata
la Caduta, ma, con ogni probabilità, è proprio l’omicidio di Carasel e la
conseguente punizione dell’assassino da parte del Signore a fare da
catalizzatore perché la stessa Caduta possa avvenire. Alla fine del suo
racconto, Raguel spiega che lui non è fra gli angeli caduti e che ancora
continua a esercitare la propria funzione: il suo incontro con il giovane,
quindi, non è stato casuale. Non posso rivelare molto della storia proprio
perché nell’investigazione e nei colpi di scena sta la grandezza della
narrazione.
Qualcosa in più si può dire dei disegni di Russell che mi sembrano
estremamente adatti nel rendere visivamente gli angeli (asessuati ed efebici).
Lucifero è un angelo luminoso (come d’altronde dice il suo stesso nome) che
però è tormentato da ciò che gli promettono le voci delle tenebre, quelle
zone al di fuori dalla Città d’Argento in cui gli angeli progettano il
Creato. Alcune panoramiche sulla città degli angeli sono a dir poco
spettacolari così come, a contrastare, le poche sezioni che illustrano le
tenebre sono assai inquietanti. Russell aveva già lavorato, come detto, con
Gaiman proprio in quella saga che in The Sandman ci mostra
dettagliatamente l’Inferno e il Paradiso (La Stagione delle Nebbie; NB:
Morfeo era stato nell’Inferno già nel n.3). A p.14 di del n.24 è descritta e
rappresentata proprio la Città d’Argento: è luminosa e splendente, ma è
circondata dall’oscurità, perché la Caduta è già avvenuta. Russell sembra
aver presente quel suo stesso disegno quando invece a p.16 del Mistero
Celeste rappresenta la città nel suo massimo splendore e circondata dai
colori dell’aurora, a sottolineare l’alba della Creazione. A volte è
difficile comprendere in una storia a fumetti quanto la caratterizzazione dei
disegni sia da attribuire al disegnatore stesso o allo sceneggiatore (molte
volte è frutto di stretta collaborazione tra i due): il disegnatore, in questa storia,
oltre all’idea originaria di Gaiman (ricordiamo che la sceneggiatura del
fumetto è opera di Russell stesso) ha, a mio avviso, sfruttato anche la
collaborazione ne La Stagione delle Nebbie.
Questo riadattamento mi è piaciuto e probabilmente, nel panorama
americano, solo Russell sarebbe stato capace di renderlo così bene. Il Muth di The
Mystery Play (Il Mistero di Dio, tradotto da Leonardo Rizzi, Magic
Press) avrebbe dato alla storia una connotazione piuttosto inquietante, mentre
qui c’è bisogno di un tratto che ci ricordi la Gloria della Creazione. A
proposito di questa storia, c’è da dire che anche Mistero Celeste si
fregia, nella seconda pagina, di una citazione tratta da un brano di ‘misteri
medioevali’ (dal Ciclo di Chester, 1461 come recita la didascalia), a
sottolineare un’attualità di quelle rappresentazioni che non si smentisce
mai. Inoltre anche per ciò che riguarda lo script Russell si giova della sua
esperienza nel riadattare i classici letterari, cogliendone punti nodali,
rievocando immagini e donando il giusto ritmo. Il mio giudizio è buono e
consiglio Mistero Celeste a chi si interroga sulle vie del Signore e a
chi vuole altri suggerimenti su cosa interrogarsi; insomma a chi si è
appassionato alla Stagione delle Nebbie e a The Mystery Play.
GIUDIZIO |