Di Marcello Vaccari

Nel numero 509 della collana "Albi del Falco",
uscito il 16/1/1966, faceva la sua prima comparsa in Italia un personaggio abbastanza
singolare, della scuderia D.C. Comics: FALCO (HAWKMAN) in
compagnia della fedele Alata (Hawkgirl).
Questa storia, seppure tratta dal N.1 della serie americana originale, non era il primo
episodio in assoluto uscito in America. Infatti anche questo personaggio, al pari di
Flash, Green Lantern, Atom ed altri, aveva utilizzato una collana "contenitore"
come trampolino di lancio per saggiare i gusti del pubblico.
Dopo il grande successo ottenuto dalla rivitalizzazione di Flash (1956) e Green Lantern
(1959) sulla testata "Showcase" e della Justice
League (1960) su "The Brave and the Bold", ecco
apparire, sul N.34 di quella stessa testata (Marzo 1961), un altro recupero di in
supereroe degli anni 40, il nostro HAWKMAN appunto.
Ancora una volta non viene semplicemente riportato alla vita il vecchio personaggio, ma ne
viene introdotto uno simile, ma fondamentalmente diverso. I testi sono ancora del suo
creatore originale, quel Gardner Fox che è uno dei principali artefici della rinascita
dei supereroi americani nei primi anni 60, mentre i disegni sono affidati inizialmente ad
uno dei più bravi e famosi disegnatori americani di sempre: Joe Kubert, anche lui già
disegnatore di qualche storia del personaggio della Golden Age.
Nonostante l'ottimo duo di autori, e la notevole qualità complessiva delle storie, il
personaggio non ebbe l'impatto immediato di quelli citati prima. Dopo due brevi serie di
tre numeri ciascuna (B. & B. N. 34/35/36 e 42/43/44), Falco emigra quindi su un'altra
collana antologica: Mystery in Space, a tenere compagnia al
personaggio leader della testata Adam Strange (praticamente inedito da noi).
Dopo altri quattro numeri si guadagnerà finalmente la propria serie regolare, il cui
primo numero (Maggio 1964) arriverà da noi un paio di anni dopo. Nel frattempo però
Hawkman aveva già definito le sue caratteristiche principali. Katar Hol e sua moglie
Shayera, fanno parte della polizia del loro pianeta natale THANAGAR, un mondo molto più
avanzato tecnologicamente del nostro. Arrivano sul nostro pianeta all'inseguimento di
Byth, un criminale capace di mutare forma. Giunti sulla Terra, dopo avere provveduto ad
assorbirne il linguaggio tramite una fantasiosa apparecchiatura chiamata Absorbascon (che
li aiuterà molto anche in seguito), chiedono l'aiuto del commissario della polizia di Midway City (un'altra delle tante città immaginarie del cosmo
D.C.), George Emmet, che li provvede anche di una copertura, impiegandoli nel museo locale
sotto il nome di Carter e Shiera Hall. Dopo avere catturato il criminale, i due decidono
di accettare l'invito del commissario di rimanere sulla terra per imparare i metodi della
polizia locale. Dopo diverse avventure però, il loro diventa un vero e proprio amore per
la terra ed i suoi abitanti, e quello dello studio dei metodi di polizia diverrà una
scusa, anche poco plausibile, per rimanervi per sempre.
Ed è così che li troviamo, nella prima storia pubblicata dalla Mondadori, nel patetico
(ma riuscito) tentativo di convincere il loro superiore Thanagariano che i metodi della
polizia terrestre sono più efficienti dei loro, e quindi meritano di essere studiati.
Così facendo ripassano velocemente le avventure avute fino ad allora, e noi veniamo qui a
sapere che quella non è la loro prima storia.
In seguito verranno anche pubblicati alcuni degli episodi usciti in precedenza su Mystery
in Space, completamente fuori cronologia, come del resto era solita fare la Mondadori con
tutto il materiale D.C.
Uno dei fattori più rilevanti di queste storie è sicuramente il disegno. In tutti gli
episodi (tranne uno) pubblicati nelle varie collane mondadoriane, il disegnatore è Murphy
Anderson. Il suo disegno, notevolmente influenzato da quello del grande Alex Raymond di
Flash Gordon, è classico ed elegante, e le sue tavole, spesso formate di grandi panels,
sono sempre graficamente molto accurate, e decisamente piacevoli.
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Una tavola di Murpy
anderson in perfetto stile Raymondiano per una delle migliori storie in stile
"fantasy" da A.d.F.N°526 |
Il suo periodo, quasi tutto edito, e quello delle prime
storie del bravissimo Joe Kubert (edito pochi anni fa su di uno splendido Play Book dalla
Play Press), rappresenta a tutt'oggi il meglio delle avventure di questo eroe, che dopo
l'abbandono di Fox ed Anderson è rapidamente scivolato prima nella mediocrità e poi nel
dimenticatoio per molti anni, dopo la chiusura della sua testata con il numero 27 (9/68).
La qualità delle storie di Gardner Fox, comunque, non è particolarmente esaltante.
Scrittore portato molto più al genere fantascientifico, si trova spesso a disagio nello
stretto ambito di 10/13 tavole della maggior parte dei racconti dell'epoca, mentre trova
decisamente più consona la distanza delle 24/26 tavole dove ci offre alcune buonissime
storie, spesso di genere "Fantasy", come ad esempio su A.d.F. N.526 dove
troviamo una storia in chiaro stile Raymondiano, sia nei testi che nei disegni, che qui
sono forse al loro meglio. Dello stesso filone sono quelle dei numeri 552 e 569. Altre
belle storie a tutta lunghezza le troviamo nei numeri 532/533, 538 e su Batman-Nembo Kid
N. 81,83,85.
Del resto Falco si dibatte tra minacciosi alieni (molto in voga in quel periodo) e
classici cattivi più o meno super, che combatte, insieme alla moglie Alata, sempre con
armi antiche tratte dal suo museo (balestre, mazze ferrate, lance ecc.) senza mai fare
troppo male agli oppositori di turno, come voleva il rigido codice censorio dell'epoca.
Nel caso di problemi molto seri, poteva sempre contare sull'aiuto dei congegni
fantascientifici che teneva a bordo della sua astronave, sempre in orbita attorno alla
Terra.
La caratterizzazione del personaggio non riesce ad andare aldilà dei soliti stereotipi
dell'eroe senza macchia e senza paura tipici della D.C. fino agli anni 70, nonostante il
fatto di essere sposato e di avere una moglie che combatteva il crimine al suo fianco, il
che era decisamente singolare ed atipico (e lo è tuttora!). Questa situazione però, non
è mai stata sfruttata come avrebbe dovuto, e Fox ha mantenuto nelle sue trame un'
eccessiva disinvoltura, che ha sempre dato a queste storie un'ingenuità già allora
ampiamente superata dai tempi, soprattutto per un eroe che avrebbe dovuto essere più
"urbano", visto che passava la maggior parte del tempo a combattere criminali
comuni.
Anche Hawkgirl non viene approfondita molto, anche se appare sempre come personaggio
indipendente e piuttosto forte nell'ambito della coppia, e mai si trova in situazioni tali
da dover essere salvata dal marito, come invece era solido cliché all'epoca, ma non è
immune da gelosie nei confronti di altre bellezze incontrate dal marito nelle sue
avventure.
Qualche nota per gli appassionati della D.C.. su B.-N.K. n.84 fa la sua prima apparizione
assoluta la maga Zatanna, figlia di un personaggio degli anni
40, il mago Zatara. Questa potente maga, che produce i suoi incantesimi pronunciandoli al
contrario (cosa che il traduttore della Mondadori non aveva capito, visto che le frasi
sono riportate nell'originale inglese), diverrà un personaggio abbastanza importante nel
cosmo D.C.. L'abbiamo rivista altre volte nelle storie di altri personaggi ed in CRISIS,
ed ultimamente scorazza anche per le testate Vertigo come nello splendido THE BOOK OF
MAGIC.
Adam Strange appare di sfuggita su A.d.F. N.554, ed Atom fa la sua comparsa su B.-N.K. n.85, dove viene a conoscenza
delle identità segrete dei nostri due eroi.
Del resto niente di rilevante è successo in queste storie, che si susseguono senza
scossoni. Poco dopo le storie pubblicate dalla Mondadori, la collana di Hawkman venne
chiusa (N.27) ed il nostro emigra sulle pagine di ATOM che diventa "ATOM and HAWKMAN" dal N.39.
Ancora poche storie ed anche questa testata chiuse (N.45 11/69), e Falco da quel momento
apparirà solamente come membro della Justice League, fino al 1975, quando riappare in una
breve serie di raccontini di 6 tavole su Detective Comics, pubblicati anche in Italia
dalla Cenisio. Queste storielle hanno ben poco peso nell'economia del personaggio, e si
salvano solo per dei buoni disegni di J.L. Garcia Lopez, che
ha prodotto 3 episodi.
E qui finiscono le pubblicazioni italiane.
In America troviamo, poco dopo, una storia in tre parti su SHOWCASE
dal N.101 al 103 (1978), insieme ad Adam Strange, che merita solo per le ottime copertine
di Joe Kubert, e poi Hawkman scivola nell'anonimato, apparendo come personaggio di
supporto su "World's Finest Comics" dal N.256
(1979) al N.282 (1982), storie di 8/10 pagine parecchio insipide, poi ancora l'oblio, con
solo le sporadiche apparizioni in altre collane e nella Justice
League.
Nel 1985, sull'onda del rinnovamento di tutti i personaggi D.C., anche il nostro Hawkman
ha la sua brava miniserie di 4 numeri che saggia il mercato in vista di un rientro, ma i
riscontri non sono buoni.
Forse meglio l'anno successivo, dopo che CRISIS ha portato nuovo interesse attorno agli
eroi D.C., ed uno speciale uscito quell'anno spiana la strada ad una nuova serie che parte
in Agosto 1986. Questa serie gestita da Tony Isabella (testi) e Richard Howell (disegni),
ha però vita breve, terminando solo l'anno dopo con il N.17 (12/1987).
E qui termina la storia del nostro Hawkman.
Infatti dopo meno di due anni appare una splendida miniserie di 3 numeri intitolata HAWKWORLD, ideata dal giovane talento di Tim Truman sull'onda del
"revisionismo" dei supereroi che li aveva riportati in auge alla fine degli anni
80, dove l'intera storia di Hawkman viene spazzata via come non fosse mai esistita,
aprendo la crepa maggiore nella continuity dell'universo D.C. creatosi dopo CRISIS.
Questo rifacimento totale infatti, avrebbe avuto un senso se fatto subito dopo l'avvio
della ricostruzione generale nel 1986. Invece l'Hawkman che aveva scorazzato per varie
collane (compreso il Superman di Byrne) fino al 1988, dopo questa miniserie risulta non
essere mai esistito, ed a nulla è valso il penoso tentativo di aggiustamento, effettuato
nel primo annual della nuova serie regolare (aperta dopo il grande successo della
miniserie e chiamata anch'essa Hawkworld), dove si tenta di spiegare le azioni del vecchio
Hawkman attribuendole al suo predecessore della ex TERRA 2, che però non era un
extraterrestre di Thanagar, ma un terrestre che non poteva certo disporre della tecnologia
avanzata del pianeta alieno che tanto spazio aveva avuto nelle storie degli anni 60 e
seguenti.
In definitiva un tentativo di tappare dei buchi, che ne crea altri ancora più grossi.
Ci sarebbe stato un modo molto meno traumatico di spiegare un Hawkman totalmente
rinnovato, anche nell'aspetto fisico, come quello di Hawkworld. Sarebbe bastato fare
rimpiazzare (nel corso della miniserie) il vecchio personaggio con l'altro, con una
semplice successione (ad esempio il nuovo Hawkman avrebbe potuto essere il figlio del
vecchio, o il fratello o semplicemente un altra persona ritenuta più degna dalle
autorità del pianeta), e questo non avrebbe causato alcun problema di continuity, ed
avrebbe mantenuto intatto il pathos della pur splendida miniserie.
Di recente nella miniserie Zero Hour, Jurgens ha fatto un altro, piuttosto patetico,
tentativo di risistemare tutto, chiamando in causa un delirante Dio-Falco, che avrebbe
accomunato tutte le incarnazioni del personaggio, che in definitiva finivano per essere
tutte la stessa persona.
Anche questa spiegazione però non convince affatto, e così anche l'ultima serie dedicata
ad Hawkman chiude mestamente poco dopo.
Purtroppo il danno era già stato fatto, e per L'Hawkman che conoscevamo non c'è più
possibilità di ritorno, se non leggendo le sue vecchie ed affascinanti storie.