RECENSIONI |
George R.R. Martin (storia) Ben Avery (adattamento) Mike S.Miller (matite) Mike Crowell (chine) The Hedge Knight- Il Cavaliere Errante Brossurato con alette pp.168/€12 Italycomics/Image-DDP traduzione di Paolo Accolti Gil
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Cuore di
cavaliere e stirpe di drago.
di
Fabio
Ciaramaglia
Dopo una lunga attesa di anni da parte delle schiere di fan, è ormai
quasi certo che a fine estate uscirà finalmente A
Feast for Crows, il nuovo capitolo della saga epica-fantasy A
Song of Ice and Fire di George R.R. Martin (in
Italia, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, edizioni Mondadori). Tutti
sono in attesa di conoscere qualcosa in più delle numerose sottotrame aperte
dall’autore nei precedenti romanzi, da Jon Snow e la sua missione oltre il
Muro a Daenerys e la sua vendetta, dagli sviluppi della Guerra dei cinque re
alle vicende riguardanti i giovani Stark, dai misteri legati a Stannis Baratheon
ai cambiamenti avvenuti in casa Lannister. Forse per stemperare questa attesa,
Martin ha permesso ai Dabel Brothers di riadattare in fumetto una sua novella
ambientata circa cento anni prima dei fatti accaduti a Westeros narrati nella
saga principale.
The Hedge
Knight (HK; Il Cavaliere
Errante, nella versione italiana) è tutto questo. Adattato da Ben
Avery e disegnato da Mike S. Miller e Mike
Crowler, questo fumetto ha avuto una storia editoriale breve e
travagliata. I primi tre numeri sono stati infatti pubblicati sotto
l’etichetta Image fra l’agosto e l’ottobre del 2003 e poi, dopo una pausa
di qualche mese, i tre numeri finali sono usciti fra il febbraio e l’aprile
2004 per
La storia è pressappoco la seguente. In seguito alla morte del cavaliere
errante Sir Arlan di Pennytree, il suo fido scudiero Dunk
decide di seguirne le orme e di iniziare a gareggiare in qualche torneo. Ha
tuttavia problemi a farsi riconoscere cavaliere, ma, ricordando un memorabile
scontro del suo padrone con Baelor Targaryen, la “Mano” e l’erede dei
Sette Regni, riesce a coronare il suo sogno. Dunk, assunto il nome più
altisonante di Duncan l’Alto, riesce a cacciarsi
in guai seri e a essere coinvolto in uno “scontro tra sette”, un genere di
processo che, come si dice, non era stato più eseguito per almeno un secolo. Lo
accompagna uno scudiero che lui era riluttante a prendere con sé, Egg,
un ragazzino senza nemmeno un capello, molto furbo e smaliziato. Da questo punto
in poi, se non volete avere anticipazioni sulla trama, smettete di leggere.
È logico che un prodotto di questo genere, un vero e proprio “prequel”,
è rivolto principalmente a quei fan sfegatati curiosi di trovare qualche
“inside-joke” da collegare a ciò che hanno già letto. In effetti Ser
Duncan the Tall è menzionato proprio nell’ultimo libro di Martin, in una
lista di cavalieri sconfitti in torneo da Ser Barristan Selmy, e di carriera
pare averne fatta molta da quando era un semplice scudiero: infatti, viene detto
che all’epoca era il Capitano delle Kingsguard,
Ma a questo punto, chi non ha letto la saga principale può sentirsi
molto disorientato, perché una mole così impressionante di nomi (e anche chi
è appassionato ha delle difficoltà) appesantiscono molto la lettura e quindi
ci si chiede per quale motivo un “neofita” martiniano potrebbe apprezzare la
lettura di questo fumetto. Certamente questo prodotto è comunque rivolto ad
appassionati del genere fantasy, che già sono tendenzialmente avvezzi a
ricevere molte informazioni di questo tipo. Motivi di più generale interesse
sono quelli legati ai “buoni sentimenti”. L’amore sublimato fra Dunk e la
burattinaia Tanselle (che alla fine della storia parte per Dorne) e il valore
della vera cavalleria contrapposto a quella in decadenza, prepotente e
vanaglorioso sono due temi importanti che dominano il volume. Anche chi non
conosca precedentemente Martin si accorge che la sua concezione del fantasy è
alquanto peculiare: più un affresco sociologico-politico che qualcosa che abbia
a che fare troppo direttamente con la magia. Nel fumetto, così come nelle
migliaia di pagine dei romanzi, la magia non ha un valore così determinante
nelle vicende umane che solo alle azioni umane sono davvero legate. Un altro
aspetto che si ritrova nel fumetto è la crudezza. L’aggressione di Aerion così
come la morte di un cavallo durante la giostra (sempre causata da lui), sono
tanto crude quanto gratuite: il fumetto prepara lo stomaco a chi, dopo la
lettura del fumetto, dovesse accostarsi al romanzo.
Per ciò che riguarda i disegni essi sono molto buoni. Molto spettacolari
per ciò che riguarda i duelli e le scene d’azione, un po’ più
approssimativi per i volti (quelli dei giovani tendono a somigliarsi troppo). Il
tutto si giova della buona qualità della carta e della colorazione al computer
che rende bene sia gli effetti di luce che le scene d’azione.
Insomma, il prodotto è valido e, nella versione italiana, è anche ben
confezionato: buona qualità della carta, brossura con alette e buona traduzione
di Paolo Accolti Gil con tanto di note del traduttore. Per gli appassionati di
araldica sono anche presenti gli stemmi dei vari protagonisti.
Buon rapporto qualità prezzo.
GIUDIZIO |
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