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Superman:
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Recensione di Marcello Vaccari
Va bene, ammetto di essere di parte, ma il Superman di Singer mi è piaciuto
parecchio.
Mi rendo però conto che piacerà di certo più ai fan del fumetto e ancora di più
a chi ha amato la prima pellicola, piuttosto che agli amanti dei film tutta
azione come sono stati praticamente tutti gli ultimi film di supereroi.
Nonostante alcuni buchi di sceneggiatura e la scelta di attori un po’ troppo
giovani, il film resta una visione spettacolare, sia per gli strabilianti
effetti speciali, che per la regia di Singer, che ha inserito tutta una serie di
rimandi visuali ai fumetti, in primis quelli di ALex Ross che saccheggia a mani
basse.
Negli USA molti, mettendo a confronto questo film con quello di Batman, hanno
lamentato il fatto che il personaggio non è stato “modernizzato” a sufficienza,
ma in realtà la scelta del regista è chiara fin dai titoli e dal tema del film,
che riprendono apertamente quello dei primi due film di Richard Donner del 1978
con Christopher Reeves. Quindi NON un nuovo inizio come per Batman, ma un vero e
proprio ritorno, come del resto specificato anche nel titolo.
In questo Singer riesce pienamente, con scene e scenografie spettacolari, una
notevole quantità di romanticismo, e anche con diverse buone invenzioni di
regia. Traspare evidente l’affetto che ha il regista per Superman, che cerca in
ogni modo di rendere un eroe epico, e in molti casi addirittura si avvicina a
farlo diventare un’icona religiosa, una vera e propria divinità.
Peccato che, probabilmente per una eccessiva ricerca “autoriale” di regia, il
film risenta di una certa lentezza, che in diversi momenti disturba un po’,
spezzando il ritmo del film, anche se tutto sommato non annoia nonostante la
lunghezza esagerata. Ma poteva benissimo durare 20/25 minuti in meno, e la
narrazione non ne avrebbe certo risentito, anzi….
Con la sua singolare scelta inoltre Singer evita di svecchiare un personaggio
che nei film di Donner risentiva pesantemente dell’epoca in cui è stato girato,
e si porta dietro delle ingenuità che il fumetto ha ormai abbandonato da anni.
Dal punto di vista narrativo la storia insiste un po’ troppo sui sentimenti di
Superman e Lois, e penalizza lo scontro con il cattivo di turno, un Lex Luthor
impersonato da uno strepitoso Kevin Spacey, che peraltro avrebbe dovuto essere
caratterizzato molto meglio. In questo caso l’aver voluto a tutti i costi
ripresentare pari pari la stessa caratterizzazione del primo, film ha nuociuto
non poco allo sviluppo della nemesi di Superman per eccellenza, e questa è
proprio una delle ingenuità che avrebbero dovuto essere rimosse, con uno Spacey
che si ritrova troppo spesso a fare battute ridicole, sovente anche mal tradotte
nell’edizione italiana.
Singolare, e tutto sommato intrigante, l’idea del figlio di Lois (cosa che si
discosta in toto dai fumetti), che presenta non poche sorprese.
Come attori Brandon Routh risulta convincente sia come Supereroe che come Clark
Kent, e la splendida 22enne Kate Bosworth è sicuramente una Lois Lane molto più
desiderabile di quanto fosse la scialba Margot Kidder, ma non risulta certo
molto credibile come mamma di un bambino di 5 anni…... Anche James Marsden
riesce bene come figlio di Perry White, nonché terzo incomodo, e il bravissimo
Kevin Spacey gigioneggia da par suo nei panni di Lex Luthor, mentre gli altri
fanno solo da contorno, risultando comunque tutti ben azzeccati.
In definitiva è un buon film (pur inferiore al recente Batman), che sicuramente
sarà apprezzato dai fan, e nonostante un poco soddisfacente esordio negli USA e
non poche stroncature, sono certo che rimarrà negli annali e verrà rivalutato in
un prossimo futuro, forse già all’uscita in DvD.
GIUDIZIO |