RECENSIONI |
LOVECRAFT A FUMETTI: 3 NUOVE USCITE
Recensione di Stefano Marchesini
articolo di Novembre 2004
Accade ogni tanto che iniziative editoriali fra loro indipendenti - e pur accostabili in qualche modo - si concretizzino nello stesso periodo, senza che tale medesima collocazione temporale sia dettata da fattori diversi dal caso; e' la situazione particolare dei tre volumi in oggetto, usciti di recente in altrettante ottime edizioni, tutti variamente riconducibili alle tematiche letterarie e alla figura umana del massimo scrittore dell'orrore soprannaturale HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT.
Tentare di spiegare qui ora in poche righe l'influenza esercitata da Lovecraft nel campo dell'horror sarebbe presuntuoso per chi scrive e probabilmente inutile per chi si trovasse a leggere, basti solo pensare a quanti pochi artisti abbiano avuto il merito di far coniare dal proprio nome un aggettivo, "lovecraftiano" nella fattispecie, adottato comunemente per definire sia le atmosfere opprimenti cariche di minaccia soprannaturale, sia lo stordimento paralizzante che assale dinanzi al titanico e allo sconosciuto; piu' si allontana nel tempo la dipartita di Lovecraft - occorsa prematuramente nella amata Providence nel 1937 - piu' le sue opere si diffondono e i suoi temi diventano fonte di ispirazione - magari inconsapevolmente per i fruitori - in tutti i campi dell'entertainment: possiamo quindi assistere alla continua riproposizione della sua opera omnia ( dai primi volumi postumi usciti grazie alla passione degli amici all'interessamento dei grandi editori ed al riconoscimento della cultura ufficiale il passo e' stato breve ) e parimenti constatare quanto i richiami ai suoi personaggi ed alle sue opere siano diventati espliciti nella musica, nei videogames, nei giochi di ruolo, nel merchandising, nel cinema, ovviamente nella produzione di nuovi romanzi e racconti, e pure nei fumetti.
Quanta di tale produzione merita considerazione per valori intrinseci? non molta: si tratta spesso di utilizzazione grossolana di personaggi ed atmosfere, che raramente cattura lo spirito dell'opera di Lovecraft quando si prefigge di farlo, ed ancor piu' di rado riesce nell'intento quando vuol essere autonoma dalla matrice originale per espanderla in diverse forme e direzioni; soprattutto in ambito letterario abbiamo assistito - da parte di numerosi scribacchini - alla generazione di racconti ingenui e monocordi, inutilmente concentrati nella spiegazione pedante dei vari topoi lovecraftiani, nel voler dare concretezza fisica, geografica, temporale e quant'altro ad orrori che Lovecraft si e' ben guardato dal visualizzare completamente, sia per la totale alienita' che intendeva assegnare loro rispetto alla possibilita' umana di comprensione, sia perche' lasciava di proposito al lettore - e qui sta un punto cardine della sua tecnica narrativa - il compito e la liberta' di immaginarseli individualmente, sulla base delle proprie paure soggettive attivate dalle allusioni abilmente disseminate dallo scrittore nello svolgimento della trama.
Dove poi in un racconto di Lovecraft il decisivo incontro/scontro del protagonista con il male ha luogo in un unico tremendo momento, conferendogli cosi' l'indispensabile carattere di eccezionalita', nei racconti apocrifi dei molti imitatori assistiamo invece ad un balletto continuo con entita' demoniache date per scontate, che svuota la storia di ogni mistero e suspance; quel che e' peggio, sforzandosi di descrivere, raffigurare, particolareggiare: per contro, i malvagi ed alieni membri del pantheon lovecraftiano risultano tanto piu' inquietanti nella misura in cui il loro aspetto e' lasciato nel vago e la loro presenza resta latente; vedersi trotterellare tra i piedi teste di piovra, tentacoli o masse gelatinose dall'inizio alla fine di una storia e' perlomeno noioso, nel peggiore dei casi ridicolo.
Questi problemi diventano ancor piu' evidenti nei fumetti, nei quali l'immagine - descrittiva per sua natura - e' parte preponderante: solo un artista di grande mestiere e sensibilita' e' in grado di giocare col suggerito evitando per quanto possibile la visualizzazione eccessiva dell'orrore, visualizzazione per forza di cose personale, meno evocativa per il lettore di come si comporrebbe nella sua mente grazie solo al meccanismo delle suggestioni, in questo caso per forza di cose prevalentemente grafiche.
I MITI DI CTHULHU illustrazioni di ALBERTO BRECCIA adattamenti di NORBERTO BUSCAGLIA COMMA 22, agosto 2004 |
Un autore ha fatto proprio tale approccio ed e' riuscito nell'impresa di
adattare a fumetti con straordinario successo racconti di Lovecraft: e' il
grande artista sudamericano ALBERTO BRECCIA, scomparso ormai dal novembre 1993.
Questo I MITI DI CHTULHU dell'editore COMMA 22 riempie finalmente un vuoto lungo
un quarto di secolo, da quando cioe' uscirono nel 1978 - grazie a L'ISOLA
TROVATA - le due precedenti edizioni dell'opera, da anni assolutamente
introvabili; la veste editoriale del volume COMMA 22 e' senz'altro migliore,
soprattutto per la nitida riproduzione delle tavole e per la rilegatura
ineccepibile, con l'aggiunta - a completamento del ciclo - di una storia ( COLUI
CHE SUSSURRAVA NELLE TENEBRE ) rimasta esclusa nelle edizioni de L'ISOLA TROVATA
e da noi vista solo sull'ALTER ALTER del novembre 1982; se il lettering e' stato
modernizzato, il testo e' - per quasi tutti i racconti - il medesimo delle
edizioni de L'ISOLA TROVATA.
Detto delle eccellenti caratteristiche tecniche del volume COMMA 22, e'
necessario rimarcare i grandi pregi del lavoro di BRECCIA: i suoi 9 adattamenti
di altrettanti racconti del ciclo di CTHULHU costituiscono uno dei vertici
raggiunti dall'arte fumettistica ed un percorso artistico meditato e consapevole
- apertosi nel '72 e chiusosi nel '75 - nel corso del quale l'artista uruguagio
ha impresso una accelerazione innovativa in campo figurativo, nonche' dato un
personale contributo alla maturazione del fumetto stesso come forma espressiva
nobile, per nulla timorosa di confrontarsi a pari livello con cinema,
letteratura, pittura, su un medesimo piano di arricchimento ed influenza
reciproca.
Breccia cristallizza negli sguardi dei suoi personaggi, nelle ambientazioni
claustrofobiche degli interni e nella desolazione accecante di panorami
minacciosi, sensazioni di intensita' sicuramente paragonabile a quelle
suscitabili dalla lettura dei racconti ispiratori; piu' in particolare, si noti
come, mentre nelle prime riduzioni la raffigurazione delle persone e
dell'ordinario e' accademica e iperrealistica per sottolineare il distacco
traumatico con le sequenze di orrore, rappresentato all'uopo con tecniche
diverse e inedite per l'epoca (pennellate vigorose, collage, strappi, etc.),
negli ultimi adattamenti in ordine di tempo anche le figure umane e la realta'
vengono deformate e stravolte - senza mancare di leggibilita'! - in un quadro
uniforme, scelta stilistica che evidentemente Breccia ha adottato per indurre
nel lettore straniamento ed inquietudine ponendolo da subito di fronte
all'effetto disturbante di tavole allucinate.
Cosi' come in ambito cinematografico un regista di talento non banalizza il
romanzo che eventualmente lo ispira, ma lo reinterpreta con sensibilita'
autonoma proponendone una visione inedita e spingendosi piu' in la', cosi'
Breccia ha utilizzato le possibilita' esclusive del fumetto per fare altrettanto
con l'opera di Lovecraft, caso questo piu' unico che raro, visto in quanti ci
hanno provato ( o rinunciato ).
GIUDIZIO |
ALAN MOORE, IL
CORTILE
MAGIC PRESS, ottobre 2004 |
ALAN MOORE, sceneggiatore inglese di fama mondiale, e' sempre stato un
appassionato studioso lovecraftiano; se non risulta che abbia mai scritto un
fumetto con espliciti riferimenti all'autore di Providence ( si ricorda solo
qualche citazione in un numero di SWAMP THING appartenente al ciclo AMERICAN
GOTHIC ), numerosi sono invece i suoi poemi o scritti di evidente ispirazione
lovecraftiana, mentre risulta ampiamente recepita - in tutti i fumetti horror
mooriani - la lezione per la quale una buona storia si fonda non su una
girandola di elementi soprannaturali, bensi' sullo sgomento producibile da
singoli eventi inspiegabili o raccapriccianti in un quadro di apparente e
rassicurante normalita'.
Il racconto originale di Moore THE COURTYARD, adattato qui a fumetti da JOHNSTON
e BURROWS, e' brillante ed originale: prendendo contestualmente a prestito
innumerevoli riferimenti alla mitologia lovecraftiana, l'autore di Northampton
si inventa una storia calata in una ipotetica New York contemporanea e
degradata, che partendo da un incipit investigativo conduce alla fine - passando
attraverso un surreale fuoco d'artificio di concetti puri - al compimento di una
scioccante crudelta' che - si badi - il lettore puo' solo dedurre fra le righe
in quanto inesplicitata.
Anche qui - ci risiamo - l'adattamento a fumetti prodotto dalla AVATAR PRESS
deve fare i conti con delle sequenze che rendono al meglio solo in prosa: il
flusso di coscienza del finale - tradotto nel fumetto con una parata di nere
entita' e paesaggi alieni - e' intraducibile in vignette nonostante gli sforzi
degli autori; Moore stesso ha preteso che venisse esclusa la vignetta conclusiva
( comunque riprodotta nella postfazione del volume come curiosita' ) dove il
finale era reso in modo troppo smascherato; l'adattamento di Johnston e'
comunque estremamente diligente e non manca di inserire alcune trovate tutte
sue; troppo piatto invece il lavoro del disegnatore Burrows: nonostante la mezza
tinta computerizzata, le sue vignette piene di particolari mancano di
profondita', ed anche i primi piani dei volti appaiono sgradevolmente
bidimensionali.
Molto interessanti le appendici del volume, che tra l'altro includono la
sceneggiatura di Johnston ed una sorta di glossario di tutti i termini
lovecraftiani (e non) sparsi nel racconto.
Ottima come sempre l'edizione Magic Press.
GIUDIZIO |
LOVECRAFT
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Come approcciarsi - in conclusione della rassegna - a questo volume
splendidamente illustrato da ENRIQUE BRECCIA? Il giudizio stavolta dipende
necessariamente dai propositi che gli autori si prefiggevano: si tratta di un
adattamento operato dal ben noto autore di supereroi KEITH GIFFEN di una
sceneggiatura cinematografica di HANS RODIONOFF, che l'editore americano DC/VERTIGO
ha consegnato alle matite e ai pennelli di BRECCIA figlio, quasi esordiente
negli USA ma gia' conosciuto ed amato in Italia grazie a decenni di fumetti EURA.
Non si tratta di un adattamento di racconti di Lovecraft, ne' di una storia di
stampo lovecraftiano, bensi' di una lunga graphic novel dove lo scrittore di
Providence e' il personaggio principale di una vicenda di fantasia che -
ispirandosi anche alla sua biografia conosciuta - lo vede in possesso di una
copia del Necronomicon e autoconsacrato guardiano della pericolante porta che
mette in contatto la nostra realta' con il mondo dei malvagi Antichi, Cthulhu e
compagnia.
Cosa si proponevano allora gli autori, in particolare Rodionoff, il responsabile
del plot? a lettura ultimata e' subito chiaro che se i nomi dei personaggi (
Lovecraft, la moglie Sonia, la madre Sarah, ...) fossero diversi, il tutto
potrebbe passare come un ordinario racconto dell'orrore, con il protagonista a
continuo contatto con eventi soprannaturali non riconoscibili da terzi, il tema
amoroso convenzionale, una conclusione che arriva un po' prevedibile; se insomma
l'intento era quello di giocare - anche affettuosamente - con la singolare
figura di Lovecraft, possiamo pure accettarlo; va da se' comunque che il
prodotto risulta essere gradevole e nulla piu', pur se gli appassionati
troveranno di che divertirsi ad individuare i tanti personaggi e luoghi reali o
fittizi, oppure gli episodi che hanno segnato la vita dell'autore, enfatizzati o
meno, e a fare magari le pulci a possibili errori od inverosimiglianze.
Estrapolandole da tutto cio', risultano invece notevoli le illustrazioni di
Enrique Breccia, prodigatosi in un tour de force artistico che eleva da solo
l'opera dalla mediocrita': in particolare i colori sono spettacolari, e la qual
cosa non stupisce conoscendo i suoi lavori precedenti ( si recuperi il LOPE DE
AGUIRRE visto su EURACOMIX ...), pur se anche cio' concorre a discostare
l'atmosfera generale dell'opera dalla grigia plumbeita' che soprattutto le
ambientazioni urbane dei racconti di Lovecraft evocano nell'immaginario.
Perfetta in tutti i particolari l'elegante edizione della Magic.
GIUDIZIO |